Krol: "Con il terremoto dell'80 potevamo andare via, restammo a dare coraggio alla gente. Rispettiamo tutti le indicazioni e a maggio si torna in campo"

16.03.2020
11:30
Redazione

Rudy Krol parla a Il Mattino dell'emergenza Coronavirus Napoli. L'ex calciatore fa il suo paragone con il terremoto dell'80 che ha vissuto in prima persona

Napoli notizie calcio - Rudy Krol, ex calciatore del Napoli, parla a Il Mattinodell'emergenza Coronavirus. 

«Capisco la voglia di andar via dei calciatori del Napoli, c'è paura e sgomento. Ma questa pandemia non mette al riparo in nessuna parte del mondo. Quindi è giusto restare lì, in attesa del ritorno alla normalità. Come facemmo anche tutti noi dopo il terremoto del 1980. C'è paura e caos ovunque. Non capisco davvero come l'Uefa potesse pensare di far giocare Barcellona-Napoli. Qui tutti sono sicuri che i contagi dei calciatori del Valencia siano legati alle due partite in Champions con l'Atalanta. Una follia non fermare il calcio. Uno per prima cosa pensa alla famiglia. Quando ci fu il terremoto, tanti di noi che non erano napoletani, pensarono per prima cosa di portare via le mogli e i figli perché c'era timore di altre scosse, di altri crolli, si temevano epidemie. Ma noi giocatori non potevamo andare via. Né volemmo andar via. Perché restare ad allenarsi, sia pure sapendo di correre dei rischi, era anche un segnale per la gente, per i tifosi, di una vita quasi normale. Anche se nulla era normale in quei mesi. Se le previsioni delle autorità saranno rispettate, a maggio si potrà tornare in campo. E se non ci saranno le condizioni, salterà tutto e inizieremo la prossima stagione. Il calcio è gioia per tutti, per chi guarda e per chi lo gioca. Ma la vita viene prima di tutto».

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