
Ferlaino e De Laurentiis, la differenza nei risultati nelle prime 16 anni di gestione a confronto [GRAFICO]
Ferlaino parla di De Laurentiis
Napoli - Come riportato dal giornalista Angelo Forgione attraverso Facebook...
"Il 6 settembre del 2004, Aurelio De Laurentiis prendeva possesso della SSC Napoli sotto forma del ramo d'azienda Napoli Soccer, dopo il fallimento causato da un irrisolto "fuorigiri" della gestione di Corrado Ferlaino, iniziato con l'acquisto di Maradona e terminato in un'agonia delle finanze durata più di un decennio, barattata con i trionfi firmati dall'assoluto fuoriclasse argentino. 16 anni sono trascorsi dalla rinascita, esattamente quanti quelli che trascorsero dall'avvento di Corrado Ferlaino alla prima difficile stagione in maglia azzurra di Dieguito.
Nel gennaio del 1969, Ferlaino prese le redini di un Napoli vicecampione d'Italia ma fortemente indebitato, e iniziò immediatamente a lavorare per ripianare il bilancio. Già nell'estate del 1972, col club sull’orlo del fallimento, cedette nientemeno che Zoff e Altafini alla Juventus. Nonostante l'indebolimento, la squadra si piazzò terza nel 1974 e seconda nel 1975, quando i sogni tricolori della squadra di Vinicio furono respinti proprio da "core 'ngrato" Altafini. Risanato il bilancio, nessun investimento strutturale serio fu fatto per potenziare la squadra, al netto degli eclatanti acquisti (vedi Savoldi) utili ad invogliare i tifosi alla sottoscrizione degli abbonamenti, vera risorsa di quel calcio in cui la bigliettazione allo stadio rappresentava il 90% del fatturato. Solo dopo 15 anni, con una Coppa Italia all'attivo, tra pochi bagliori e molte ombre, tra contestazioni alla proprietà e devastazioni del San Paolo, ci mise l'enorme zampone la politica democristiana, nel pieno post terremoto della speculazione edilizia, della cassintegrazione nelle acciaierie di Bagnoli e della disoccupazione crescente, mettendo insieme i soldi che il Napoli non aveva, ed erano tanti, affinché il giocattolo Maradona fosse "donato" al popolo in ebollizione.
Fu proprio Ferlaino a confessare qualche anno fa che Italo Allodi gli suggerì di infischiarsene dei bilanci, suo pallino fisso, e di pensare a vincere, cioè di smettere di pensare alla sopravvivenza del Napoli e di fare il tifoso incosciente, perché il problema si sarebbe potuto scaricare cedendo la società. Così l'Ingegnere, protetto dalla politica e incoraggiato dal manager veneto, iniziò a fare i passi più lunghi della gamba, dopo aver saldato tutte le pendenze e pagato i debiti, tanto che il CONI gli conferì nel 1985 la Stella d'Oro al merito sportivo "per l'accortezza impiegata nella gestione finanziaria della società".
Vennero gli Scudetti e la Coppa Uefa, ma iniziò la caduta all'inferno. Per vincere e accontentare Maradona (e la politica amica), il club spese in ingaggi il 30% in più di quanto incassato. Gli sforzi economici, senza una grande holding alle spalle, non avrebbero tardato a presentare il conto. Iniziò una crisi che durò oltre un decennio, con continui passaggi della maggioranza a imprenditori incapaci di risollevare il club, uscite e rientri dello stesso Ferlaino, cessioni dolorose (Ferrara prima e Cannavaro poi) e la retrocessione in B, dopo 33 anni consecutivi di permanenza nella Massima Serie. Lo stadio e i muri della città urlarono "Ferlaino vattene". Il televenditore riminese Giorgio Corbelli e l’imprenditore alberghiero napoletano Salvatore Naldi dovevano essere i folli su cui scaricare la patata bollente dei debiti. Ebbero l'imprudenza di liquidare l’Ingegnere ma a tentare il disperato salvataggio restò solo il secondo, più incosciente del primo, che mollò nell’estate 2004 e portò i libri contabili in tribunale.
Il 2 agosto 2004 la Società Sportiva Calcio Napoli fu dichiarata fallita, e un mese dopo iniziò l'era De Laurentiis, il rude imprenditore spaccanapoli che oggi divide i tifosi, tra l’impostazione aziendale a carattere familiare che non consente di crescere più di quanto fatto e il sano equilibrio che tiene lontano lo spettro del dissesto con una ferrea solidità finanziaria coniugata a una continuità rilevante di risultati.
Senza dimenticare lo "scudetto perso in albergo" nel 2018, il bilancio dei primi 16 anni di #DeLaurentiis, partiti dalla Serie C, è numericamente superiore a quello dell'analogo periodo di Ferlaino, partito dalla Serie A e giunto a vincere lo scudetto dopo 18 anni, smettendo al sedicesimo di preoccuparsi della sopravvivenza della quarta squadra d'Italia per bacino d'utenza e non certo per palmares, la massima espressione calcistica di un territorio, quello del Mezzogiorno d'Italia, che non supera il 20% di presenza delle proprie squadre al Massimo Campionato ed è stato capace di vincere solo 3 scudetti contro i 113 del resto del Paese.Periodi diversi quelli analizzati, vero, poiché il calcio dei tempi di Ferlaino si reggeva sugli introiti allo stadio, e il suo Napoli era primo in Italia. Il calcio di oggi, imperniato sui diritti televisivi, vede il Napoli di De Laurentiis sensibilmente dietro alla Juventus, ma anche al Milan e all'Inter. Nel confronto tra le due epoche, quello che sembra essere un vantaggio per l'attuale proprietà è in realtà uno svantaggio.
Tutto ciò non vuole essere uno sterile paragone tra Ferlaino e De Laurentiis ma uno spunto per chiedervi che voto o parere dareste alla gestione dell'attuale proprietà, considerando risultati e dimensione internazionale conseguita. Esprimetevi, se volete".
Clicca sul file in allegato per vedere il grafico del paragone tra Ferlaino e De Laurentiis.