A pochi giorni dall'inizio del campionato ti accorgi che... il 'win for life' dell'incubo austriaco, Mertens e Callejon, e ciò che ancora manca

22.08.2013
11:00
Luca Cirillo

Il count-down è iniziato.  Attesa lenita in parte dalle prestigiose amichevoli estive che hanno visto protagonista il nuovo Napoli di Benitez. Si sono indubbiamente notate cose interessanti. Ma c’è ancora tanto da lavorare e da comprare; e anche da vendere.
Lavorare. Il tempo sarà un ottimo alleato di mister Benitez. Con il tempo appunto, tutti avranno la possibilità di assimilare idee e schemi del tecnico spagnolo. Sbavature se ne notano eccome, ma si porrà rimedio anche a quelle.
 

Comprare. Tutti o quasi concordano che a questa squadra manchino ancora tre elementi. Uno per reparto. Nomi non ne facciamo. C’è già un esercito di gente che si pronuncia in tal senso e prende cantonate pazzesche. Si spera solo che arrivino giocatori funzionali e di indiscusso valore.
 

Vendere. Una buona metà dei calciatori saliti in ritiro a Dimaro, sono sul mercato. Qualcuno, fortunatamente, è già andato. Ne restano ancora parecchi, troppi, ai quali trovare una sistemazione. Schemi e gruppo. Una volta i ritiri servivano a provare i primi e a cementare i secondi. Oggi, i tempi sono cambiati. Alcuni elementi vengono portati in ritiro tanto per, come se si trattasse di una gita premio. Premio per cosa, non ci è dato di sapere.
Fideleff e Hoffer. Il primo è andato al Tigre, squadra argentina. Il secondo, ancora lui, che ogni anno si ripresenta a Castelvolturno, ha lasciato definitivamente Napoli destinazione Dusseldorf, al Fortuna, nostra. Evidentemente a questo simpatico giovanotto più che un contratto fu assicurato un vitalizio stile “win for life”. Speriamo sia la volta buona. Degli altri, da Dossena a Calaiò, passando per Gargano e Donadel, se ne occuperà il buon Bigon. A dirla così, sembrerebbe cosa facile e, invece, sarà impresa ardua.
 

Fernandez. Tra i non convocati nell’ultima gara amichevole contro il Benfica, non convocato Fernandez. Anche lui sul mercato. Strano. Secondo i frequentatori di tavole rotonde e quadre, il suo scarso rendimento era da imputare alla difesa a tre di Mazzarri. E, sempre secondo costoro, mago Zurlì Rafe' l'avrebbe trasformato in una versione moderna di Rudy Krol. Sempre per costoro, con Benitez, Insigne non si sarebbe dovuto più proporre in massacranti ripiegamenti difensivi. Dopo le prime uscite, si ha netta la sensazione che, con il tecnico spagnolo, il nostro dovrà ripiegare ancora di più. Appare evidente che non abbiano mai visto una squadra di Benitez giocare. Parlare tanto per, è uno sport molto in voga ultimamente.
Attaccanti e difensori.  Da anni, a Napoli, hanno mercato solo i primi. Qualcosa vorrà pur dire. Non ce ne vogliano Cannavaro e c.

 Mertens e Callejon. I due non si risparmiano affatto. Su e giù per tutto il campo. Sembrano la versione moderna di Roberto Filippi, senza barba e con i capelli corti; la statura, invece, è quella. E, come il buon Filippi, assicurano qualità. Torneranno utili.
 

Napoli – Benfica. Contro i portoghesi prima rete con la maglia del Napoli di Higuain e anche del valoroso Behrami;  grande lavoro sulla sinistra della coppia Zuniga – Insigne che, quando poi è aiutata anche da Hamsik, forma una catena devastante. Classe e tecnica, fanno sempre la differenza. Il resto sono chiacchiere da bar. Gara preceduta da fuochi d’artificio, balletti vari e presentazione del nuovo inno. Passi per i fuochi d’artificio,  sul resto abbiamo la decenza di non esprimerci. Il non plus ultra, la bandiera del Napoli cucita su quella degli Stati Uniti: senza parole. Contro i portoghesi, subito l’ennesimo goal da palla inattiva. Le telecamere inquadrano gli spalti. Si nota un tizio somigliante a Mazzarri: sarà stata colpa sua.
Telecamere. Speriamo vivamente che anche quest’anno il Napoli segni spesso tre goal in una sola gara. Ma altresì ci auguriamo che le telecamere non indugino sul tifoso “preparato” di turno che si “ingozza” tre babà. E smettiamola anche con questi pastori raffiguranti i nuovi arrivati. Comprendiamo le esigenze commerciali, ma diamoci tutti una calmata. Questi stereotipi non ci aiutano affatto. E poi, diamine, ma quanto è grande sto Presepe! Certo, vi sono quelli che poi vengono ceduti – Lavezzi e Cavani su tutti – ma esistesse anche un pastore mercato e non lo sappiamo…
Hamsik a vita. E’ stata anche la settimana del prolungamento del contratto dello slovacco fino al 2018. Notizia accolta con entusiasmo da tutto l’ambiente. Anche da quelli che, fino a qualche tempo fa, lo definivano una “signorina” – parole loro – uno che mai avrebbe fatto la differenza. Al cospetto di tale competenza, alziamo le mani. Di Lavezzi prima e di Cavani poi, si voleva fare un altro Maradona. Perchè questa squadra e questa città hanno bisogno di idoli e bandiere. Nessuno sarà come Lui, ma almeno Marek diventerà una bandiera. E se lo merita.

Stefano Napolitano

RIPRODUZIONE RISERVATA

Notizie Calcio Napoli