Agostini sull'arrivo a Napoli: "In azzurro perchè il Parma prese Branca! Quel goal su rigore all'ultima di campionato e quel San Paolo che aspettava..."

26.04.2020
00:30
Fabio Cannavo

Agostini racconta a CalcioNapoli24 del suo arrivo a Napoli

Notizie calcio Napoli - Massimo Agostini, ex attaccante di Cesena e Napoli, ha rilasciato una lunga intervista esclusiva a CalcioNapoli24.it. Eccone uno stralcio:

Due anni all’Ancona. Tanti reti in maglia rossa per poi approdare al Napoli. Era un Napoli reduce dall’epoca maradoniana. Le aspettative erano tante su di te? “Sì, due stagioni ad Ancona che mi acquistò in comproprietà e pagò subito la prima rata. Retrocedemmo subito in B e ci bloccarono il mercato per uno scandalo così la società non potette rinforzare la squadra. Accadde che l'Ancona non aveva i soldi per pagare l'altra mia rata al Parma e tornai in Emilia. Poco prima di ripartire mi chiamarono da Parma dicendomi che avrebbero fatto un regalo all'Ancona e mi cedettero in prestito, sempre a loro, ma in B. Ma io in B non volevo assolutamente starci, pensa che al ritiro mi presentai con una settimana di ritardo. Feci tutta la stagione con l'Ancona e l'anno successivo si ripropose lo stesso fatto. Non ebbero i soldi per pagare la seconda rata del mio acquisto ed il Parma mi rinnovò il contratto di due anni, ma mi dissero che stavano per prendere un attaccante. Se questo attaccante avesse detto sì al Parma io avrei potuto scegliere tra la permanenza in Emilia Romagna oppure andare al Napoli. Nell'ultimo giorno di mercato il Parma ufficializzò Branca dalla Roma, il Napoli chiamò Pastorello dicendo che mi volevano. Mi fecero firmare un biennale con opzione per il terzo anno, il presidente era Moxedano. Arrivai a Napoli di corsa anche se i miei agenti mi sconsigliarono di firmare visto che cambiò la società e la squadra non era più quella di un tempo. Altre persone mi dicevano fosse difficile vivere a Napoli, ma io sono uno che deve provare le cose per dare un giudizio, per cui dissi subito di sì”

Arrivasti con Guerini che fu il tuo allenatore ad Ancona, fu lui che ti consigliò al Napoli? “Non credo fossi nella lista di Guerini, mi volle la società. Mi ha preso Moxedano. Ci andai anche perchè la Serie A è sempre una vetrina importante”. 

Ci fu un’indimenticabile cavalcata che vi portò a sfiorare la qualificazione in UEFA. Quel goal di Del Vecchio a Padova cosa vi fece provare? Io ero allo stadio, al San Paolo c’era Napoli-Parma. Ci racconti quegli attimi di illusione? “Che ricordi! Era l'ultima di campionato e ci giocavamo la qualificazione in UEFA. Napoli-Parma, fu una partita molto difficile, dovevamo vincere per forza e sperare che il Padova, intanto, fermasse l'Inter. Non riuscivamo a fare goal, poi ad otto minuti dal termine ci fu la 'parata' di Brolin che di mano in area toccò la palla. Io, senza guardare nessuno, presi il pallone ed andai sul dischetto e nessuno disse nulla. Tutti mi diedero fiducia perchè mi videro convinto. Io sapevo di far goal e non avevo paura di sbagliare. Segnai, che esultanza che ci fu al San Paolo. L'Inter, a San Siro, stava ancora 0 a 0 col Padova, in quel momento eravamo in Coppa UEFA. Al triplice fischio finale eravamo ancora in UEFA, a Milano sarebbe finita due minuti più tardi di noi e i tifosi del Napoli restarono allo stadio aspettando il verdetto positivo. Ricordo che il San Paolo si ammutolì, aveva segnato Del Vecchio dell'Inter. Sugli sviluppi di un corner fece goal di testa, lui che in stagione fece solo tre goal e tutti di piede (scherza ndr.). Credo sia stata la sensazione più brutta passata in due anni di Napoli. L'Inter andò in UEFA e noi no”.

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