"Al numero 3, da Dnipropetrovsk con amore": può un terzino del Napoli essere allo stesso tempo una 'spia'?

24.04.2015
14:00
Redazione

di Claudio Russo – twitter:@claudioruss

"A 007, dalla Russia con amore", data 1963. C'era ancora l'Unione Sovietica, che comprendeva anche l'Ucraina. Prima di 29 anni, nel 1990, anno in cui il nuovo Parlamento ucraino adottò la Dichiarazione di sovranità del proprio paese. Tempo due anni ed il Dnipro Dnipropetrovsk avrebbe cambiato definitivamente nome, adottando quello attuale con cui lo conosciamo tutti.

Lo conosce il Napoli, da due anni: il turnover isterico di Walter Mazzarri costò un pesante 3-1 in terra ucraina, alla Dnipro Arena volarono fischi ed i tifosi rifiutarono le magliette che i calciatori azzurri volevano dare al termine di una partita orrenda. Andò meglio al ritorno, con il poker del mostruoso Cavani che tramutò i fischi dell'1-2 all'ovazione totale sul 4-2 a tempo praticamente scaduto.

Lo conoscono i tifosi azzurri, che lo conosceranno meglio nei prossimi giorni quando inizieranno ad informarsi sull'unica squadra, tra le quattro rimaste in Europa League, che non ha ancora vinto un trofeo internazionale. Conoscono Konoplyanka, conoscono Fedetskiy che peraltro segnò al San Paolo. Conoscono Nikola Kalinic che fu seguito dal Napoli. Ma c'è di più.

Forse era destino che Napoli e Dnipro si incrociassero. Un destino scritto da circa cinque mesi, quando iniziò la trattativa per portare in azzurro Ivan Strinic. Contratto in scadenza a dicembre 2014, la volontà di non continuare e conseguenza di ciò, il croato finisce fuori rosa alla Dnipro non prima di aver giocato un paio di partite in Europa League che lo han costretto a rimanere fuori dalla lista UEFA del Napoli.

Dalla fredda Ucraina alla calda Napoli, un impatto forte con l'allenamento al San Paolo il 2 gennaio davanti a 25mila tifosi. Un capello biondo fluente e le prime parole spiccicate in italiano. Rendimento buono, buonissimo considerando le difficoltà difensive di Ghoulam e l'infortunio cronico di Zuniga. Eppure Ivan Strinic può anche smettere i panni del calciatore ed indossare lo smoking tanto caro a James Bond.

Può un terzino essere allo stesso tempo una spia? Certo che può, anzi deve. Magari in cuor suo Ivan Strinic non se l'aspettava di ritrovarsi davanti amici ed ex-compagni che fino a pochi mesi fa erano al suo fianco. Però forse se l'aspettavano i suoi nuovi compagni al Napoli, e lo stesso Rafa Benitez. D'altronde chi se non lui può illustrare al meglio i punti deboli dell'unico avversario che c'è tra il Napoli e la finale di Varsavia?

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