Auriemma: "Ecco chi sacrificherei tra Cavani e Mazzarri"

18.04.2013
13:20
Redazione CalcioNapoli24

Chissà fino a quando saremo tormentati dall’annoso dubbio: Cavani resterà o andrà via? Ci sarà una società che potrà soddisfare il Napoli della clausola rescissoria da 63 milioni di euro? Il quiz ce lo porteremo avanti ancora a lungo, ma non oltre il 10 agosto, cioè il termine ultimo di validità di questa opzione unilaterale: sarà soltanto il Matador a decidere se accettare l’eventuale proposta e non De Laurentiis, costretto suo malgrado a cedere il calciatore al cospetto di un versamento cash. Senza sconti, né dilazioni. Nel caso fosse, si tratterebbe comunque di una ricca consolazione per i tifosi del Napoli, ma l’episodio andrebbe comunque catalogato alla voce “consolazione”. Perché difficilmente il club azzurro riuscirebbe a cancellare nell’immediato il ricordo del miglior attaccante del post-Maradona, pur disponendo di una somma adeguata all’acquisto di un bomber analogo. Ammesso che in giro ce ne siano e pure disponibili ad accettare il corteggiamento del Napoli: il nodo, anzi l’ostacolo, prende sempre le sembianze dell’ingaggio. A torto oppure a ragione, il patron vuole assolutamente mantenere la sua società nell’alveo di quelle virtuose, che mai si indebiterebbero (e nemmeno potrebbero alla luce del fair play finanziario) solo per garantire il ricco bonifico ad un loro tesserato. Il nodo vero è questo, spendere al meglio il denaro che arriverà tra emolumenti per la partecipazione in Champions (trenta milioni in diritti) e la (probabile) cessione di Cavani. Se poi non arrivasse per l’attaccante uruguagio una società col necessario carico di denaro, continuerà a giocare con il Napoli (ha un contratto fino al 2017) e De Laurentiis dovrà adeguargli l’ingaggio, da 5 a 7 milioni a stagione. Ma la storia dei giorni nostri racconta che una tra Real Madrid, Bayern Monaco o Manchester City, alla fine decideranno di investire la somma da capogiro e che il Napoli dovrà saper investire un po’ meglio di quanto non sia stato fatto nel passato recente. Cioè, calciatori pagati troppo per la loro condizione di “scommesse” da giocare con pochi o nessun riscontro all’interno del nostro continente. Senza voler fare i fenomeni, basterebbe seguire le indicazioni di Mazzarri, desideroso di avere per sé calibri grossi come Dzeko o Mario Gomez, eppure disponibile a sottoscrivere qualche scommessa, ma purché sia la sua. Il tecnico toscano sarebbe ben felice pure se De Laurentiis gli recapitasse nomi del calibro di Pazzini oppure Osvaldo, gente ancora giovane e disponibile ad essere rilanciata. Tutte queste valutazioni vanno fatte nell’ottica di un ragionamento che costringe a vivere necessariamente un sacrificio. Quale addio accettare tra Mazzarri o Cavani? La sensazione popolare tende a bloccare il Matador, perché incarna l’uomo capace di segnare tanto, anche nelle partite che non si riesce a sbloccare. Però, il vero uomo in più è sempre Mazzarri. E’ stato lui il “creatore” del nuovo Cavani venuto a galla nelle ultime tre stagioni da attaccante cinico, con il fiuto del gol sempre spiccato. Come non era quando vestiva la maglia del Palermo. Ecco perché per il progetto Napoli è più utile Mazzarri, nell’auspicio che per Cavani non arrivi la tanto temuta offerta irrinunciabile. L’allenatore azzurro accetterebbe suo malgrado di non avere più Cavani nella sua disponibilità, ma non si fascerebbe il capo se De Laurentiis gli consegnerà un altro attaccante alla portata delle casse del club azzurro e talmente bravo da plasmarlo così tanto per trasformarlo in nuovo Cavani. Ecco perché De Laurentiis è consapevole, e la tifoseria ben presto lo diventerà, che tra i due soggetti in ballo, comporterebbe maggiori benefici sul breve periodo la permanenza di Mazzarri in panchina, piuttosto che Cavani ancora in campo con la maglia azzurra.

Fonte : Raffaele Auriemma - Sportmediaset.it
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