Dal sogno dei Mondiali...all'oro nero saudita: il sorriso non basta, ma che spreco...
Si presentò a Castel Volturno con un sorriso grande così, disponibilissimo a parlare con i giornalisti anche dopo la conferenza stampa che lo vide protagonista assieme ad Omar El Kaddouri e Giandomenico Mesto: "Mondiali in Brasile? Se mi affermo a Napoli allorà avrò la possibilità di giocarmi le mie carte per i prossimi campionati mondiali" diceva il 12 settembre 2012. Col senno di poi, facile sorridere di fronte ad una affermazione rivelatasi lontanissima dalla realtà.
L'esperienza di Bruno Uvini al Napoli è stata fallimentare, bisogna esser chiari: due presenze in tutto (una contro il Catania: Mesto si fece male, Benitez lo lanciò al posto di Cannavaro: "Ho preferito Uvini poiché in allenamento spesso abbiamo lavorato in quella posizione"; l'altra contro il PSV Eindhoven in un 1-3 di Europa League con Mazzarri) più qualche altra manciata di partite con la Primavera. Walter non lo vedeva, Rafa non lo vedeva...e nemmeno il campo lo ha visto, in tre anni. Per circa tre milioni di euro in tutto. Bell'investimento, no? Ogni partita giocata (in totale due col Napoli, ndr) costata 1,5 mln.
"Questa è una grande opportunità. Sto lavorando molto, spero di essere pronto quando verrò chiamato in causa" raccontava col sorriso sulle labbra in sala stampa. Opportunità mai avuta, perchè evidentemente non pronto tecnicamente per gli standard - alti - della Serie A. Nè al Napoli, né al Siena che lo accolse da gennaio a giugno nel 2013. "Lo manderemo a giocare in Primavera, deve receperire le regole del calcio italiano e imparare la lingua italiana. Non deve marcire fino a gennaio in panchina, poi a gennaio si vedrà" annunciava De Laurentiis, mentre faceva firmare l'ultimo contratto azzurro ad Edinson Cavani.
Non ha trovato pace, Bruno. Un incidente automobilistico nel 2013 in Brasile, un impiego da...guida e traduttore per Rafael Cabral al suo arrivo a Dimaro, un trasferimento al Santos saltato nel gennaio 2014 per via degli sconti richiesti al Napoli...e concretizzatosi soltanto qualche mese dopo. 14 partite in nove mesi, sempre meglio di niente. Con un occhio sempre al Napoli: "Un ritorno per avere più possibilitá è tra i miei pensieri, sarei felice se tornassi a vestire l'azzurro" raccontò a CalcioNapoli24 nell'aprile 2014.
Era disposto anche a cambiare ruolo, a trasformarsi a pieno ritmo in terzino destro ("Se il club avesse bisogno di un'opzione in più per quella zona del campo, ci sarebbe la mia disponibilità. Benitez già mi conosce" a CalcioNapoli24 l'1 dicembre 2014). Ma niente, di opportunità in azzurro Uvini ne ha avute soltanto...per trasferirsi: saltò anche un prestito allo Sporting Lisbona, per dire.
Altri sei mesi di panchina e tribuna in azzurro, un travaglio che sembrava non avere fine. In estate, finalmente, l'opportunità di poter giocare. Non con continuità - come poi effettivamente è accaduto - ma quantomeno di giocare. Il Twente in Eredivisie prova a credere in lui, e Uvini mette assieme 34 presenze nella stagione appena conclusa. Mai una gioia, però: la squadra, a fine campionato, è retrocessa ed i due gol segnati valgono poco.
"A Napoli sono stato troppo tempo senza giocare, questo ha interrotto bruscamente la mia crescita" l'ultima confessione del giovane Bruno, risalente a qualche mese fa. Stavolta però gli orizzonti del ragazzo virano verso il Medio Oriente, verso Riyadh: l'aeroporto della capitale saudita lo ha accolto nelle scorse ore, tra supporters festanti e bandiere dell'Al Nassr, la sua nuova squadra. Proverà a trovare spazio nella Saudi Professional League, proverà a riabilitare una carriera che lo ha portato dal Tottenham al Napoli, e da lì verso un tortuoso percorso costellato di panchine. Sempre col sorriso però, perchè alla fine il calcio è - in teoria dovrebbe, nella realtà no - un gioco.
"Sapeva che sarebbe stato difficile affermarsi in uno dei migliori club d'Italia noto a livello mondiale, non ha rimpianti" disse il padre Tuca a CalcioNapoli24 nel febbraio 2015. Ma una carriera sprecata, ma col tempo di poter essere ricostruita, quella forse sì. Dall'argento olimpico - preceduto dalle vittorie nel Mondiale e nel Sudamericano Under 20 - all'Arabia Saudita: dall'oro della medaglia sfuggita all'oro...nero, quello del petrolio di cui l'Arabia è decisamente ricca. Alla ricerca di un posto da titolare, girovagando per il Medio Oriente...
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