FOCUS - Trequartista o ala? Insigne conferma il suo amore per una zona del campo: le statistiche parlano chiaro

10.10.2015
12:00
Redazione

di Claudio Russo – twitter:@claudioruss

Il numero di Lorenzo Insigne, a dire il vero, potrebbe essere sostituito da qualche altre cifra. Basta con il 24 che porta da quando è tornato a Napoli dopo il prestito al Pescara. Basta con i discorsi sul dargli o meno la maglia numero 10 appartenuta (peraltro sarebbe una responsabilità fin troppo grande). Diamogli il 419, oppure il 528. 

419 è il numero dei palloni toccati da Lorenzo Insigne in tutta la stagione, 528 è il numero dei minuti totalizzati dal ragazzo di Frattamaggiore tra Serie A (sette presenze, 512 minuti) ed Europa League (una presenza, 16 minuti). A completare il tutto, ovviamente, ci sono i cinque gol realizzati, i tre assist confezionati, i quasi cinque tiri di media a partita (4,6: precisamente 5,1 in campionato ed uno solo in Europa League), nonchè l'ottima percentuale di passaggi completati (78,9% in campionato, 86,4% in Europa: 79,9% totale; 43,4 passaggi di media in campionato, 22 in Europa).

Uno dei cambiamenti maggiori di Lorenzo Insigne, apparso decisamente più maturo fin dal ritiro di Dimaro e voglioso, maledettamente, di prendersi responsabilità e trascinare la squadra della sua città, può essere stata la posizione in campo? In Trentino Sarri raccontò che lo stesso calciatore gli chiese di poter giocare da trequartista, un ruolo che, come lo intende l'ex Empoli, comporta anche grossi compiti difensivi. Qualche prova di ottimo livello, poi con il Bruges si è passati al 4-3-3 e la squadra, nonchè lo stesso Insigne, ha oliato ancora meglio i meccanismi andando a segnare diciotto gol in sei partite.

Dicevamo, comunque: la posizione in campo ha 'cambiato' il modo di giocare di Lorenzo Insigne? No, sostanzialmente. Se già in campo abbiamo visto in più di una occasione, nei match contro Sassuolo-Sampdoria-Empoli in cui si è adoperato il 4-3-1-2, il numero 24 azzurro allargare il suo raggio d'azione dal cerchio di centrocampo fino alla fascia esterna a sinistra, a confermare il tutto vengono in aiuto le heatmaps di WhoScored (una heatmap è un rappresentazione grafica dei dati dove i singoli valori sono rappresentati da colori).

Dando uno sguardo alle heatmaps, che trovate in allegato, delle prime tre partite (Sassuolo, 46 tocchi e sostituzione al 73'; Sampdoria, 86 tocchi; Empoli, 51 tocchi e sostituzione al 72'), Insigne gioca sì un po' più indietro di Higuain, ma allargando il suo raggio d'azione sempre più sulla fascia sinistra dalla quale può facilmente rientrare sul destro per fornire assist ai compagni che si inseriscono. Trequartista sì, ma di quelli atipici e non puramente centrali. Soltanto contro la Samp ha agito un po' di più da "1" classico.

Anche perchè confrontando i primi tre match con le heatmaps delle successive cinque (Bruges, 24 tocchi subentrando al 75'; Lazio, 63 tocchi e sostituzione al 74'; Carpi, 62 tocchi; Juventus, 33 tocchi e sostituzione al 40'; Milan, 54 tocchi e sostituzione al 73'), la posizione non cambia di molto. Anzi: la zona di campo è praticamente la stessa. Sempre un passo indietro, oppure spostato di una ventina di metri sul lato sinistro, rispetto alla punta centrale (ovvero ad Higuain). 

Insomma, che sia 4-3-1-2 oppure 4-3-3 i dati non mentono: Insigne trequartista centrale atipico sì, ma con delle caratteristiche che lo portano, a prescindere, su quella fascia dove con Zeman aveva imparato ad attaccare e con Benitez aveva imparato a difendere (ed infatti in Nazionale li ha menzionati entrambi). Con Sarri ha imparato a divertirsi ancora di più? Certamente a segnare di più, ma non ditegli che è un trequartista centrale: i dati parlano chiaro.

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