Il potere della tuta…
di Marco Lombardi - twitter: @marcolombardi24
Chi l’avrebbe mai detto solo un anno e mezzo fa? Dopo l’inizio quasi disastroso in campionato col Napoli, c’era chi addirittura si spingeva a parlare di esonero per Maurizio Sarri. “Ma dove crede di stare con quella tuta? Qui siamo in Serie A”: i commenti di questo tipo abbondavano in quel settembre del 2015 che tanto amaro ha fatto masticare al tecnico partenopeo, ma che gli ha regalato anche la chiave di volta della sua avventura in azzurro col cambio modulo e il 4-3-3 delle meraviglie.
Proprio con il nuovo assetto di gioco infatti, oggi Sarri si è aggiudicato per la prima volta la Panchina d’Oro, il massimo riconoscimento per gli allenatori italiani: "Non sempre mi piacciono i premi, li ritengo tempo sottratto al nostro lavoro. Ma qui faccio un'eccezione, perché a votare sono stati i miei colleghi quando io cinque anni fa, lavoravo ancora a livello dilettantistico. Voglio ringraziare soprattutto due persone: Marcello Carli e Cristiano Giuntoli, senza loro non sarei diventato l'allenatore che sono". Con gli occhi colmi di emozione e una vena di commozione appena accennata, è stato questo il suo commento una volta ricevuto l'ambito trofeo.
L’ex Empoli è arrivato al primo posto staccando sul podio Max Allegri, classificatosi sul secondo gradino, ed Eusebio Di Francesco al terzo. Venticinque voti per l'allenatore del Napoli, mentre il tecnico della Juve ne ha ricevuti solo ventidue. Una soddisfazione enorme per Sarri che apre come meglio non poteva la settimana che porterà alla doppia sfida tra campionato e Coppa Italia proprio contro la Juve, che si spera porterà ad altri due grandi risultati che certifichino ancor di più la bontà dell'assegnazione di questo premio.