Il messaggio chiaro di Ancelotti che fa gioire De Laurentiis...

24.09.2018
16:50
Pasquale Cacciola

In campo per merito, non per blasone. E senza stanchevoli tour de force a meno che non sia strettamente e davvero necessario. Sei giornate, già 20 giocatori

In campo per merito, non per blasone. E senza stanchevoli tour de force a meno che non sia strettamente e davvero necessario. Sei giornate, già 20 giocatori impiegati. Un dato chiaro, che traccia il percorso che Carlo Ancelotti ha deciso di intraprendere per raggiungere la meta finale. Un modo scientifico per arrivare al momento decisivo nel migliori dei modi, con tutti coinvolti e integrati così contare su più risorse. Parallelamente, però, proprio la stessa via gradita da Aurelio De Laurentiis: valorizzare l'intera rosa, conoscere il vero potenziale di ogni singolo elemento.

 Ancelotti senza preconcetti: dentro chiunque meriti

Ieri altre piacevoli novità in tal senso, seppur con non pochi rischi. Ma il bello è proprio qui: molti allenatori, in un momento così delicato, avrebbero puntato senza sosta sul famoso 'blocco', su un gruppi di titolarissimi per avere quante più certezze nel minor tempo possibile. Invece il tecnico emiliano cambia e sorprende anche all'Olimpico: ancora 4-4-2, dentro novità assolute come Sebastiano Luperto all'esordio dal primo minuto e Marko Rog al posto di un Allan in toria insostituibile ma chiaramente stanco. In altri tempi, in alternativa a Mario Rui, avremmo visto un direttato Elseid Hysaj sull'out mancino col brasiliano in campo anche trascinando la propria anima. Così come impensabile sarebbe stato il debutto in trasferta di un 22enne senza emergenza alcuna, soprattutto in un tale periodo di incertezza. Ma quel ragazzo, probabilmente, in questi giorni lo ha meritato e il mister lo ha premiato senza remore o pregiudizi. 

Una squadra, non una formazione

Col Torino solo l'ultima novità in ordine cronologico, ma la rotazione convinta è un must da inizio stagione. Basta riaffacciarsi velocemente a Napoli-Fiorentina per ripescare per esempio un inedito Orestis Karnezis tra i pali. Il greco, ormai in apparenza accantonato e destinato a una stagione praticamente conclusa in attesa anche di Alex Meret, si ritrova in campo dal primo minuto. Il motivo? Il viaggio transoceanico del più blasonato David Ospinaseppur comunque non brillante in quest'avvio. Così come la scelta di inizio campionato di partire senza insistere inutilmente su un totem come Dries Mertens reduce dalle fatiche del Mondiale, preferendo piuttosto la teorica freschezza di Arkadiusz Milik che la Coppa del Mondo l'ha salutata in modo prematuro. Il redivivo Nikola Maksimovic, prontamente inserito negli schemi dopo un anno in esilio in Russia, un'altra chiara dimostrazione di questo ragionamento. Il messaggio del mister quindi è chiaro, al di là di quale sarà il risultato finale: qui c'è una squadra, non una formazione.  

di Pasquale Edivaldo Cacciola - @PE_Bahia

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