La rivoluzione di Carlo Paris: ecco come cambia lo sport Rai

23.10.2014
00:20
Redazione

Carlo Paris si è insediato il 20 settembre alla direzione di Rai Sport, il 20 novembre presenterà il piano editoriale. La rivoluzione per ora sarà morbida anche perché quando Paris è arrivato, il suo precedessore, Mauro Mazza, aveva già deciso (quasi) tutto, sia per quanto riguarda le trasmissioni-cult sia per lo staff della Nazionale. Poi, come noto, Mazza era stato mandato via dal dg Gubitosi. Ora Paris dovrà ridare spazio a due giornalisti, Paola Ferrari e Franco Lauro, ai quali Mazza aveva tolto La Domenica Sportiva e Novantesimo Minuto. In base ad un nuovo principio, squadra che vince... si cambia. Ma anche lo stesso Paris era stato emarginato da Mazza: niente Mondiali del Brasile, in più gli era stato cancellato il "botta e risposta" che veniva subito dopo il Tg1, quei 5 minuti efficaci, da servizio pubblico. La redazione di Rai Sport è un colosso, oltre 120 giornalisti in tutta Italia. Non è mai stato facile gestirla, per nessuno. La Rai non è più monopolista, non ha più tutto lo sport come un tempo: sulla Formula 1 deve convivere con Sky (con cali del 20% dopo il flop Ferrari), le Coppe europee sono di Sky e Mediaset, il Sei Nazioni di rugby di Dmax, eccetera. Ora la Rai avrà Rio 2016 tutto per sé, avendo la tv di Murdoch rinunciato (splendido prodotto ma che non faceva abbonati). C'è voglia di novità in Casa Rai: il curatore della Ds, Giacomo Losa, ad esempio, ha ridato spazio agli altri sport. Resta il problema di Rai Sport 1: il Processo del Lunedì fa ottimi ascolti soprattutto nella seconda parte. Ma è troppo lungo. Certo, avendo l'esclusiva dell'arbitro Rocchi, Enrico Varriale avrebbe fatto l'8-9 per cento su una rete generalista (Rai 2 o Rai 3). Ma il canale tematico va difeso, anche se non decolla: lo aveva voluto Eugenio De Paoli, ci ha provato Mazza. Ora Paris chiuderà alcune trasmissioni che fanno poco più dello 0,30-0,40% per cento. Troppo alti i costi, troppo bassi gli ascolti. Va bene invece Dribbling il sabato su Rai 2: ascolti intorno all'8% di share, con un milione e trecentomila spettatori.

Congresso dei medici sportivi a Catania, tema la sedentarietà

Si tiene da domani a sabato a Catania il 34° congresso nazionale della Fmsi (Federazione medico sportiva italiana), presieduta da Maurizio Casasco. I lavori saranno aperti da Giovanni Malagò. Venerdì si terrà un convegno dal titolo "Sedentarietà: una nuova patologia. Il ruolo sociale della Fmsi oggi". Un tema di grande attualità. "E' la prima volta-spiega Casasco-che viene posto il tema della sedentarietà come patologia, con l'obiettivo di evidenziare il valore sociale della medicina sportiva". Il nostro Paese d'altronde rientra nella top 20 delle Nazioni più pigre al mondo. Siamo 17esimi, con un indice di inattività del 54,7%. La media si ferma al 31,1%. Se rapportati all'Unione Europea, il quadro è ancora più desolante. Siamo quinti, superati soltanto da Malta, Cipro, Serbia e Regno Unito. L'Istat censiva, nel 2013, oltre 24 milioni di sedentari, pari a circa il 42% della popolazione.

Pesi: gli azzurri ad Almaty cercano un posto per Rio 2016

Primo appuntamento per le qualificazioni a Rio 2016 ai Mondiali di pesi che si terranno ad Almaty (Kazakistan) dal 4 al 16 novembre. Gli azzurri ci provano: ci sono a disposizione tre posti per i maschi e tre per le femmine. Le "punte" della Nazionale per ora sono Jenny Pagliaro, Scarantino e Pizzolato. Il Nord e il Sud, per uno sport che cerca spazi anche nella scuola e che è formativo per altre discipline. Antonio Urso, presidente della Federazione italiana oltre che di quella europea, ha fatto un ottimo lavoro in questi anni: ha ridato dignità ad una disciplina che era finita in ombra e ha combattuto il doping con tutte le forze. A livello europeo sono stati raggiunti ottimi risultati ma a livello mondiale il doping, purtroppo, c'è ancora e in alcune Nazioni è fortemente radicato. Non bastano le squalifiche per spaventare chi ha un solo obiettivo, le medaglie.

Fonte : repubblica.it
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