La rivoluzione di Montella: centrocampo nuovo e staff all'avanguardia, con lui a Napoli cambierebbe tutto
di Lorenzo Sorianiello
Dopo l'addio di Benitez, in casa Napoli c'è urgenza di definire i dettagli che caratterizzeranno il prossimo ciclo tecnico del club. Con Mihajlovic diretto al Milan e dopo il 'no' incassato da Emery, il cerchio si restringe: restano ancora in lizza gli italiani Spalletti, Prandelli e, soprattutto, Vincenzo Montella.
L'allenatore della Fiorentina è il profilo più intrigante, anche se ad oggi non è ancora chiaro se resterà o meno alla guida dei toscani. In ogni caso, il suo arrivo a Napoli non può che essere condizionato dalle intenzioni di De Laurentiis in campagna acquisti: ingaggiare Montella, infatti, significherebbe dover necessariamente rivoluzionare il reparto di centrocampo per plasmarlo ad uso e consumo del tecnico di Pomigliano d'Arco, che, si sa, in mezzo al campo predilige calciatori molto tecnici, in grado di imporre la manovra anche partendo da dietro. Per attuare una modifica così drastica della rosa, è ovvio, De Laurentiis non potrà fare a meno di un direttore sportivo. E Montella è uno che ci tiene. Tempo fa dichiarò "Le squadre che vincono sono quelle dove il tecnico è affiancato dai dirigenti che lo aiutano. La fortuna per un allenatore è trovare quello bravo". Non si sbagliava ed il presidente del Napoli dovrà assolutamente tenerne conto se si vuole rimediare agli errori del passato.
Dovesse arrivare Montella, però, il centrocampo non sarà l'unica cosa a cambiare. Dopo le esperienze con Roma e Catania, gli anni alla Fiorentina hanno permesso al tecnico di assemblare un gruppo numeroso di collaboratori con il quale si confronta costantemente e il cui lavoro è complementare a quello del mister. Un aspetto non certamente secondario, visto che con Benitez è partito per Madrid anche tutto il suo staff tecnico.
LA SQUADRA - Prima di tutto c'è il suo vice, Daniele Russo: oltre ad assistere Montella in tutto e per tutto e ad affiancarlo in panchina, Russo è quello che segue e prepara dal punto di vista tattico i difensori, mentre Montella sviluppa la fase offensiva. Ma non solo: al suo vice spetta anche il compito di stare più vicino ai giocatori, di capirli caratterialmente, perché Montella, per sua scelta, è solito rimanere in un certo senso 'distaccato', o, se volete, professionale. E se Montella lavora benissimo con i giovani è anche merito proprio di Daniele Russo, che in questo compito è affiancato dal collaboratore tecnico Nicola Caccia, che si occupa del perfezionamento tecnico individuale dei giocatori, specie dei più giovani. Poi ci sono i preparatori Emanuele Marra e Cristian Savoia, che seguono la squadra durante la settimana e programmano gli allenamenti tenendo conto di un sofisticato sistema di monitoraggio al computer che potrebbe essere facilmente adottato a Napoli. Tra i collaboratori c'è anche Gianni Vio, l'esperto di palle inattive: con lui la Fiorentina organizza uno schema diverso per ogni gara per calci d'angolo e punizioni. Il quadro si chiude con Simone Montanaro, il tattico che studia l'avversario e con Montella organizza le contro-misure da adottare anche a gara in corso.
Insomma, con Vincenzo Montella a Napoli potrebbe aprirsi per davvero un nuovo ciclo, solo apparentemente tinto di viola. E' un predestinato e il calcio italiano se n'è accorto da tempo. In più è napoletano e questo, a Napoli, non è certo un aspetto di secondo piano. Qualche anno fa, Walter Mazzarri rivelò di nutrire grande stima nei suoi confronti, a tal punto da aver provato a portarlo con sè a Napoli, nel ruolo di vice. Sarà un caso? Ora che tutto è nelle mani di De Laurentiis, non resta che attendere i prossimi sviluppi.