"Mi aspetto delle risposte positive, se ci saranno ci sarà spazio anche per lui": tanto tuonò che piovve, ora c'è un invitante rischio che incombe

14.10.2015
16:00
Redazione

di Claudio Russo – twitter:@claudioruss

Tanto tuonò che piovve, alla fine. Con un po' di ritardo, o forse con la tempistica giusta fissata esattamente al termine della pausa dedicata alle partite delle nazionali. Ma era questione di tempo, in fin dei conti.

Il caso Strinic è diverso dal caso Zuniga, che siano chiare le cose: da una parte c'è un calciatore che si allena, sì, ma non gioca e non dipende dalla volontà di Maurizio Sarri che sull'argomento colombiano si è sempre tenuto vago; dall'altra c'è un calciatore che si allena, sì, ma non gioca perchè gli vengono preferiti almeno altri due giocatori nel ruolo: uno è Faouzi Ghoulam, l'altro è stato Elseid Hysaj adattato a sinistra. Può aver influito l'infortunio rimediato a Dimaro? In ritiro tanti azzurri furono fermati precauzionalmente dallo staff medico per evitare problemi, eppure Strinic fu l'unico, sfortunato, a rimediare qualcosa in più di un semplice indolenzimento. Il croato, in effetti, chiuse il ritiro poco prima del giro di boa. E da lì in poi non si è visto. Non si è mai più visto, nè in campionato nè in Europa League. Convocato, in panchina, ma mai in campo. 

"Ancora non è in linea con gli altri da un punto di vista tattico, mi aspetto delle risposte positive e se ci saranno ci sarà spazio anche per lui" diceva Sarri un paio di settimane fa. Se ci saranno risposte positive, se. Sono arrivate? Durante l'allenamento a porte aperte svolto la settimana scorsa a Castelvolturno, abbiamo potuto vedere diverse volte Sarri parlare con Strinic durante la partitella a campo ridotto, per spiegargli e mostrargli meglio i movimenti da fare in mezzo al campo. E Strinic lì ad ascoltare, e ad aspettare uno spazio che finora non è mai arrivato complice anche la poca dimestichezza di Sarri con il turnover.

Quando è troppo, è troppo, evidentemente. Quasi due mesi di inutilizzo han portato la StarFactory ed i suoi agenti a cambiare pensiero nel giro di un mese: dapprima era stato Franco Iovino a dichiarare "Strinic? Queste sono le scelte dell'allenatore, lui è contento di essere lì e continua a lavorare: aspetta la scelta di Sarri", ma tra ieri ed oggi è stato Tonci Martic a far traboccare il vaso: "Ho parlato con il ragazzo e non siamo contenti per la sua situazione. Penso che non lo meriti, ora ha perso spazio nel club e di conseguenza anche in Nazionale. E' in piene forze e si sente pronto per giocare". 

La tocca piano, Martic. Che però non le manda a dire alla SSC Napoli ("Non c'è nessun problema con la società. All’inizio della stagione il Napoli ha rifiutato offerte importanti per Strinic che si aggiravano attorno agli otto milioni di euro perché la società aveva la necessità di avere il calciatore in rosa e ha deciso di non volerlo vendere. Questo vuol dire che il club crede nel giocatore. I rapporti sono buoni e continua ad allenarsi al 100%, sperando che cambi qualcosa") prima di aprire anche all'ipotesi di un addio ("Se si continua così, dovremo trovare un accordo e cercare un'altra soluzione, anche per il bene del Napoli. Non siamo contenti della sua situazione personale, anche perché non arriva dopo cinque partite giocate male, ma dopo alcune buone prestazioni fatte lo scorso anno. Tra un mesetto incontrerò nuovamente Giuntoli per decidere il futuro di Strinic e se non avrà trovato spazio, credo sia meglio lasciarlo andare").

Lo sfogo dell'agente di Ivan Strinic, arrivato a parametro zero dal Dnipro a gennaio (e dunque passibile di una invitante plusvalenza netta in caso di cessione), fa il paio con le dichiarazioni, ormai risalenti a due mesi fa ad inizio agosto, rilasciate dal procuratore di Manolo Gabbiadini: "Non vorrei che quando si fa una scelta è sempre lui a sedersi in panchina, se così stanno le cose è meglio dirlo subito, visto che il mercato è lungo, possiamo anche togliere il disturbo. Dopo sei mesi a Napoli, nei quali ha dimostrato il suo valore, non può essere messo in discussione. Sono rimasto basito nel vederlo in panchina, forse sono di parte, non so se per voi è tutto normale, per me non è per nulla normale". 

De Laurentiis si arrabbiò allora ("I procuratori lo sanno che devono stare zitti e con la bocca cucita. E' stata un'entrata a gamba tesa") e forse si arrabbierà anche adesso. Oppure lascerà fare al direttore sportivo Giuntoli, nel caso volesse muoversi sul mercato. Oppure, più semplicemente, toccherà a Maurizio Sarri (il cui agente ha liquidato il tutto definendole "polemiche sterili") dirimere la questione. In fondo tutto si collega: il poco amore per il turnover, scelte di formazione che lasciano fuori sempre gli stessi, i procuratori degli esclusi che fanno 'rumore'. Prima Gabbiadini e poi Strinic. Gli esclusi che reclamano spazio.

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