“Sì, lo voglio!”: da Imbituba fino a Udine passando per Napoli, il sogno è realtà!

23.03.2016
20:10
Marco Lombardi

Da quando il giovane Jorginho ha iniziato a muovere i primi passi sui campi da calcio al centro d’allenamento del Verona, a soli 16 anni, ne è passato di tempo. Probabilmente nemmeno lui si auspicava di arrivare a questi livelli in Serie A, fino a realizzare uno dei suoi sogni: essere convocato in nazionale. Sì, quella italiana però. Il centrocampista azzurro  è nato a Imbituba in Brasile, ma sin da piccolo si era trasferito in Italia con i genitori e grazie ad alcuni suoi lontani parenti italiani, ha avuto la possibilità di acquisire il passaporto del nostro paese.

“Sì, vorrei giocare con l’Italia. I miei parenti vengono da Vicenza. Mi sento italiano. Il sogno di ogni bambino è giocare in Nazionale. E il mio desiderio più grande è vincere il Mondiale”. Queste le sue parole rilasciate ad ottobre 2013, quando ancora vestiva la maglia del Verona insieme a Toni e Iturbe, nell’annata meravigliosa alla guida di Mandorlini. Non così meravigliosi invece sono stati i suoi primi tempi dell’esperienza a Napoli, dove con Benitez non è mai riuscito ad esprimersi al meglio riscontrando notevoli difficoltà soprattutto nella seconda stagione, dove era stato relegato a panchinaro fisso.

Poi l’arrivo di Sarri ha cambiato tutto, con il mister toscano che si è imposto per non farlo vendere così come la società voleva. Dalla sfida contro il Bruges in poi in quel 17 settembre, nonostante l’arrivo di Valdifiori in sede di mercato ad agosto, Jorginho si è imposto titolare spodestando l’ex empolese e diventando il miglior regista del campionato italiano. A dirlo sono i numeri, che parlano chiaro. Miglior media di passaggi realizzati in tutta la Serie A con numeri altissimi che sfiorano la perfezione. Fino ad arrivare al 19 marzo, quando il suo primo sogno si è realizzato: Antonio Conte lo ha convocato con la nazionale maggiore dell’Italia per le sfide amichevoli contro Germania e Spagna, con quest’ultima che si giocherà a Udine domani sera. Ora, caro Jorge, il sogno è realtà!.

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