"Sarri fa le fortune degli attaccanti", ma a Pavoletti rimangono le briciole: una partita al mese...

17.04.2017
13:45
Claudio Russo

I tifosi del Napoli devono ringraziare Giovanni Simeone. Esatto, il Cholito. Perchè? Perchè se non fosse esploso il figlio dell'allenatore dell'Atletico Madrid, Aurelio De Laurentiis non avrebbe mai potuto mettere le mani su Leonardo Pavoletti. Pagando un prezzo alto, ma a gennaio è difficile fare affari.

Sarri fa la fortuna degli attaccanti, come raccontava l'entourage di Pavoletti nei mesi scorsi: "Alla base della sua scelta c'è stata la possibilità di lavorare con Sarri che fa le fortune di vari attaccanti. Il suo inserimento può avvenire coi tempi giusti anche perchè davanti il Napoli è ben attrezzato". Il Napoli doveva disfarsi del corpo estraneo Gabbiadini che, salutando, segnava tre gol consecutivi: arrivare, adattarsi e sostituirlo non era certo la situazione migliore per Pavoletti.

In ritardo di condizione, causa infortunio, e vittima di un equivoco tattico ed atletico: da una parte Sarri affermava "affinchè possa giocare deve trovare la migliore condizione fisica, ma per farlo deve giocare di più", dall'altra Dries Mertens imperversava da prima punta e divorava il minutaggio. Difficile fare la differenza, figuriamoci inserirsi nel modo migliore. 

"E' nel posto giusto con l'allenatore giusto, deve solo aspettare il suo momentoraccontava Carlo Pallavicino, che lo assiste. 279 minuti in tre mesi, poco più di una partita al mese. Un po' poco per un calciatore che, d'altro canto, non si può crocifiggere: il tempo trascorso in campo è minuscolo, ma le esigenze di classifica sono più importanti. Nel frattempo di Leonardo Pavoletti rimane il suo sorriso e la sua voglia di mettersi in mostra. Ma con Mertens e Milik davanti, gli rimangono solo le briciole. Verrà buono più avanti.

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