Toledo si sfoga su Ventura: "Mise in dubbio il mio valore umano, pensava fossi infortunato per finta. Quando ci sedemmo a tavolino io, lui e Marino..."
Toledo si sfoga su Ventura della sua avventura da calciatore
Notizie calcio Napoli - Robson Toledo Machado, ex calciatore di Udinese e Napoli, ha rilasciato un'intervista a CalcioNapoli24.it. Eccone uno stralcio:
Prima Ventura e poi Reja. Come andò la stagione coi due allenatori? “Il mio rammarico della carriera è essere andato via da Napoli. Lì ero felice, fu una città che mi accolse benissimo e mi ha protetto sin da subito. A Napoli volevano vincere subito i tifosi, non avevamo tempo e dovevamo essere al massimo della concentrazione. Volevamo vincere e questa cosa mi gasava, vedevo quanto la gente ci teneva. Però lì ci fu un episodio tra me e Ventura, ci furono delle incomprensioni e l'unico che fu penalizzato fui io. Per qualsiasi tipo di problematica nello spogliatoio Marino veniva sempre a chiedere a me. Mi feci male durante un allenamento, sentì un fastidio al ginocchio e per questo motivo andai dalle persone di fiducia per farmi dare un'occhiata. Sembrava non fosse grave, ma sentivo spesso fastidio. Ma da lì Ventura iniziò a dubitare di me, pensava che il mio problema non esistesse. Ci trovammo davanti io, Ventura e Marino per un chiarimento e decisi di andarmene. Ventura fece di tutto per farmi andar via, ma Marino mi disse 'non sei costretto ad andar via, puoi restare fin quando vuoi. Io decisi di andar via da Napoli per colpa di Ventura che mise in dubbio il mio valore umano. A me questa cosa mi ha deluso tantissimo e dentro di me pensavo 'come faccio a restare se lui dubita di me e del mio impegno?'”.
L'hai mai più rivisto? “L'ho incontrato parecchie volte tra B e C, quando lui era a Pisa ed io a Ravenna ed Ascoli. Non ho mai avuto nulla contro di lui, come allenatore lo stimavo perchè mi ha dato tanto. Nel mio trascorso ho sempre giocato con lui. In quel periodo era una squadra competitiva il Napoli. Dalle mie parti c'era Abate, poi facevo il quinto a centrocampo e per me non era semplice, viste le mie doti. Fu proprio Ventura ad insegnarmi quel ruolo”.
“L'Ascoli mi seguiva già così come mi seguiva il Mantova ed erano le squadre più forti della B, lottavano per andare in A. Lì la cosa la gestì il procuratore, non l'Udinese. Andai via da Napoli di fretta perchè quella situazione mi stava facendo male. I miei compagni di squadra non volevano andassi via. Ricordo che eravamo in ritiro a Castel Volturno e Montervino e Corrent vennero in camera mia a chiedermi se me la sentissi di giocare, se ero con loro e dalla loro parte. Mi salì una fortissima arrabbiatura, mi dispiaceva sentirli parlare così. Io gli dissi 'ragazzi, io sono con voi dal primo giorno, ma dovete sapere come sono andate le cose e c'è qualcuno che non mi crede'. In quel confronto a sei occhi tra me Marino e Ventura dissi 'lei mi sta facendo andar via. Io ho consultato diversi medici, tra cui Mariani, e mi hanno detto che ho una lieve lesione. Devo solo tenere alto il livello di muscolatura della gamba sinistra ed è a posto'. Non appena gli dissi questo Ventura si arrabbiò ancora di più e mi disse 'lo sapevo che non avevi niente', etc etc”.