Caso Juve-'Ndrangheta, Dominello colpì tutti: aveva in mano i biglietti di Juve-Napoli finale di coppa Italia

16.05.2017
12:10
Redazione
«Era l’ultimo arrivato e non ci spiegavamo perché avesse tutti quei biglietti per la finale di Coppa Italia». Loris Grancini, leader dei Viking chiamato a testimoniare nell’udienza preliminare del processo Alto Piemonte, ricorda così l’esordio “in curva” di Rocco Dominello. Un esordio stupefacente e di cui, a distanza di 5 anni, non si è ancora spiegato le ragioni. Nel giorno della testimonianza del presidente della Juventus, Andrea Agnelli, sentito per 40 minuti sui suoi rapporti con Dominello l’ultrà, figlio di un appartenente alla ‘ndrangheta e considerato, dai pm Monica Abbatecola e Paolo Toso, l’anello di congiunzione tra criminalità e tifosi, i particolari più interessanti sulle infiltrazioni delle cosche nella curva arrivano dal leader dei tifosi juventini di Milano: «Era il 2012 e la Juventus doveva affrontare all’Olimpico il Napoli per la finale di Coppa Italia quando Dominello ha iniziato ad avere un peso in curva ricorda Grancini - Aveva la gestione di molti biglietti per la trasferta a Roma».

E Agnelli: «Nessuna pressione mafiosa da Dominello. L’ho incontrato in alcune occasioni con Fabio Germani e Alessandro D’Angelo per gli auguri di Natale, ma non ho mai avuto idea che fosse ‘ndranghetista. La Digos sapeva di questi incontri e non ha mai detto che facesse parte della criminalità organizzata». Parole, che soddisfano i legali di Dominello: «Abbiamo chiarito tutto. Rocco era stato scelto dai Drughi per i suoi modi garbati ed eleganti» dice Ivano Chiesa. A ricostruire il tutto è l'edizione torinese de La Repubblica.

 
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