GeVi Napoli, l'ad Dalla Salda: "Mercato? Aspettiamo, non facciamo tutto e subito. Se pensiamo da top 10 rischiamo di retrocedere, la Coppa Italia ha rotto equilibri economici. Su coppe europee e Supercoppa con Bologna..."

03.07.2024
18:30
Claudio Russo

Si è tenuta giovedì mattina nella sede del Napoli Basket la conferenza stampa di presentazione del nuovo Responsabile Area Marketing, Commerciale e Progetti Sociali della Generazione Vincente Napoli Basket, Andrea Di Nino. Nel corso della conferenza è intervenuto l’Amministratore Delegato Alessandro Dalla Salda, che ha fatto il punto della situazione su diverse questioni: la costruzione sul mercato della squadra per il prossimo campionato di Serie A, uno sguardo al prossimo torneo, la possibilità sfumata di poter partecipare ad una coppa europea, la Supercoppa Italiana da giocare il 21-22 settembre con semifinale contro la Virtus Bologna, il gruppo dello scorso anno sfaldato anche dopo la vittoria della coppa Italia.

GeVi Napoli Basket, conferenza Alessandro Dalla Salda

“Per quanto riguarda l'impianto ritengo che si debba sognare, vero, ma anche coi piedi ben saldi per terra e di piombo: da quelle che possono essere le mie informazioni io direi che ci dobbiamo limitare a quelli che sono i fatti ossia la presentazione della manifestazione di interesse, della progettualità in Project financing, della costruzione e gestione del nuovo impianto, della localizzazione dell'area e di tutto quello che anche la politica: lo stesso sindaco sta continuando a stimolare per riuscire ad arrivare, in concomitanza di Napoli capitale d'Europa 2026, a realizzare. Purtroppo sulla mia pelle ho visto tanti rendering, tanti progetti, nella mia Reggio in particolare, iniziare avere vento in poppa e poi purtroppo arenarsi. Dunque secondo me ci vuole un po' di pazienza, seppure ritengo che una città come Napoli abbia, molto più che il Napoli basket, oggi una grande esigenza di quello di un impianto indoor, dove potere collocare non tanto la nostra squadra, ne saremmo lieti e felici, bensì concerti, convention, eventi e, lasciatemelo dire dopo 14 mesi che sono qua, una città di questa bellezza, di questa dimensione, di questa espansione, questa dinamicità, non può non avere un palazzo: questa per me è un'esigenza che prima di tutto riguarda la città e l'area, dopo ci siamo anche noi che speriamo di poter vedere davvero e finalmente dopo quasi 30 anni un impianto degno della città e anche dell'attività che il Napoli basket ha portato avanti, in particolare in questi ultimi 5-6 anni ad altissimo livello.

Per quanto riguarda la squadra andrei, prima che sulla squadra, a fare un passaggio sullo staff: rispetto a un anno fa quando ci siamo incontrati, oggi abbiamo uno staff molto consolidato. Abbiamo la presenza di un direttore di area tecnica confermato, abbiamo un direttore sportivo esperto del territorio, abbiamo un allenatore che ci ha aiutato a vincere una Coppa Italia che sarà con noi, e abbiamo cambiato un solo elemento nello staff del tecnico, che è un vice allenatore. Abbiamo avuto la conferma di un preparatore emergente convocato in nazionale come Mattia Digno, che ritengo abbia avuto ruolo molto importante in questa bella stagione, e poi dopo capisci che già siamo un passo avanti rispetto al passato. La squadra: anche lì, seppure con pochi giocatori, abbiamo già una piccola ossatura che ci ha permesso di di iniziare a impostare la squadra che è formata da qualche giocatore della passata stagione, su tutti Giovanni De Nicolao che è anche il nostro capitano, ma non dimenticherei anche i giovani Dut Mabor, Stefano Saccoccia, gente che ha già un po' annusato la prima squadra e che nostra intenzione è inserirli in pianta stabile. C’è stato il colpo di ritorno come Leonardo Toté e poi Kaspar Treier, non dimentichiamolo giocherà in quota italiano, questa è una cosa importante anche se è un ragazzo estone. E poi l'idea Copeland come era stata l'anno scorso quella di Jaworski, ossia un giocatore un po' diciamo di poco nome, ma ritenuto dal nostro staff interessante, che può occupare più posizioni nel ruolo degli esterni: insomma una scommessa come abbiamo fatto anche lo scorso anno. Poi ci siamo fermati volutamente, perché oggi è il momento anche di ragionare su quelli che saranno i nostri livelli di spesa, su quello che potremmo permetterci di investire sulla prima squadra, sto parlando dei giocatori, e perché ipotizzando ancora una bella progettualità. Ma non nego che questa Coppa Italia ha un po' accelerato tutto e ci ha messo anche in grande crisi da un certo punto di vista: se vogliamo rimanere ad alto livello, con un livello di spesa diciamo medio medio-basso, devi anche sapere aspettare perché altrimenti le squadre forti non le fai, poi ognuno ha le sue strategie e ha le sue idee: ci sono squadre già finite e ci squadre che fanno tutto in una settimana a settembre. Io ritengo che una squadra come la nostra oggi debba fermarsi un attimo, capire più o meno dove può pensare di arrivare da un punto di vista del livello di investimento, tenendo conto che i giocatori presi fino ad oggi sia in una squadra di grande valore che in un'altra sarebbero stati comunque acquistati per posizionare la base, e poi piazzare tra uno o due colpi non dico all'ultim’ora ma molto più avanti, se vuoi essere una squadra di alto livello con pochi livelli di investimento. Questa è la mia esperienza, l'esempio di come è stato per Tyler Ennis, poi una volta puoi azzeccare Il giocatore una volta puoi sbagliare. Se invece vuoi essere sereno e tranquillo e partire subito diamo l'ok a Llompart la prossima settimana, e più o meno in una settimana chiudiamo l'organico, però direi che visti anche i precedenti fare una cosa a gradini può essere utile per avere anche qualche giocatore davvero bravo, perché poi per le coppe o certe partite non bastano i dirigenti e gli allenatori, ci vuole anche chi la mette dentro.

Dobbiamo ancora rifinire e definire alcune cose, ma sarà questione di pochi giorni: l'ambizione ci deve essere sempre, c'è in me, c'è nel mio staff, c’è soprattutto una società, ma non deve mai superare le capacità e anche le potenzialità di quello che ti puoi permettere. Dunque siccome oggi è il momento invece di una riflessione, di capire che quello che abbiamo fatto ce lo siamo meritati ma per rimanere a questo livello e addirittura fare meglio servono ancora tante cose che questo Napoli Basket deve ancora trovare, deve sistemare, deve organizzare e oggi è una di queste notizie: cioè, si parte prima di tutto dalla società, poi si va allo staff e poi si va alla squadra. Oggi è ancora il momento di rafforzare la società o di capire come vogliamo strutturarci per crescere lo staff. Per fortuna ce l'abbiamo già, e poi sulla squadra di conseguenza lavoreremo, e capisci come migliorare i risultati sportivi dello scorso anno. Insomma stiamo parlando di qualcosa di fantastico, di straordinario, ma per vincere una Coppa Italia ci abbiamo messo 20 anni: non so quanto ci voglia, spero molto meno, ma non è che ti puoi ripetere con certezza. Di sicuro noi proveremo a essere una squadra che possa stare lontano dalle zone basse della classifica, che ogni anno coinvolgono squadre di grandissima tradizione, molto più di noi, di grande nome, di grandi livelli di investimenti. Negli ultimi 3 anni sono scese Cantù che è la regina d'Europa, non d'Italia: ha vinto due coppe intercontinentali, ambiente clamoroso, società fortissima, grandi investimenti; è scesa la Fortitudo Bologna con tutte le difficoltà aziendali che ha avuto, ma stiamo parlando di una società con un seguito unico in Europa; quest'anno scende Pesaro, scudetti, tradizione, per salvarsi viaggiavano a 10.000 persone dentro il palazzetto. Cosa vuol dire questo: non è un mettere le mani avanti, è uno spiegarvi quanto sia difficile salvarsi in Serie A, dunque non è che perché hai vinto la Coppa Italia l'anno prima improvvisamente hai il diritto che parti nelle prime otto-dieci. Non è così, e se mentalmente non sei preparato a questo sei tra i più indiziati ad andar giù. Dunque oggi noi dobbiamo trovare un equilibrio, una mentalità, che abbiamo avuto per tanti mesi ma che poi in un attimo, avete visto, ci è sfuggita di mano perché rimanere ad alti livelli è la cosa più difficile. Dunque prepariamoci prima di tutto portare a casa la salvezza, e poi dopo in base a quello che saremo capaci di preparare in estate con la squadra, e con tutto quello che sta dietro a Napoli, perché qua quando le cose poi van bene ti permettono di arrivare dove non hai limiti dopo. State tranquilli che se in fondo ci sono i play-off o c'è qualcos'altro noi ci buttiamo, non è che abbiamo bisogno di non raggiungere un risultato più alto rispetto a quelle che sono le programmi iniziali, assolutamente, qua non manca il desiderio l'ambizione e anche un po' di soldi per cercare a tutti i costi di migliorarci. Però io penso che oggi questa Coppa Italia va ancora gestita bene, perché altrimenti si poi rischia di avere un effetto contrario: questo non ce lo dobbiamo permettere, dunque direi una salvezza garantita da portare a casa, con una finestra evidente su qualcosa di più importante.

Trieste e Trapani le neopromosse più ambiziose? Ogni anno ci sono le grandi delusioni, ci sono quelli che tu dici chissà quanto faranno, quanto spenderanno, e poi conta l'organizzazione, conta l'esperienza, conta la mentalità: la differenza tutti gli anni la fa chi avrà costruito una squadra con una buona chimica, chi avrà la mentalità giusta, chi non si fa prendere dopo tre sconfitte, chi non cambia all'imbecillità solo perché lo chiede il pubblico o lo chiedono i giornalisti. Cioè qua noi dobbiamo essere forti, e lo siamo stati quest'anno, qua dobbiamo continuare ad esserlo anche grazie al vostro aiuto. Poi chi entra e chi esce non è così semplice: Cremona e Pistoia erano a detta di tutti considerate squadre da retrocessione: Pistoia ha fatto addirittura i play-off ma non solo, ha dominato la stagione; Cremona è stata una delle squadre che ha espresso il gioco migliore la struttura migliore, con grande tranquillità arrivata alla fine serena e tranquilla. Retrocessa una Brindisi che era 11 anni che era in Serie A e viaggiava in Europa, anche quest'anno con la partecipazione, e la stessa Pesaro che ripeto è Pesaro. Dunque io non mi preoccupo di Trapani, dei loro livelli di budget, di Trieste che fa 10.000 persone: io mi preoccupo che noi continuiamo a crescere attraverso una mentalità, una forza, che va dentro un equilibrio che ancora non è stato trovato. Questo è quello di cui mi preoccupo.

Coppe europee? Ci abbiamo pensato perché era la classifica che ci imponeva di pensarlo. Finché il ranking ci vedeva tra le prime otto che era di fatto il vero limite per poter essere in una coppa che desse soddisfazione, che permettesse a me e ad Andrea di costruire qualcosa: purtroppo l'uscire dai play-off ci ha messo in una condizione tale che l'unica le due alternative che avevamo erano o proporci sui Qualification Round di Champions League che poteva essere una buona idea, con tante difficoltà, ma abbiamo scartato per forza di cose perché siamo partecipanti della Final Four di Supercoppa italiana. Dunque altra grande notizia: giocheremo contro la Virtus Bologna una semifinale fantastica, e dobbiamo solo aspettare dalla Lega la notizia di dove si svolgerà questa finale, però la realtà è che Milano, Venezia, Napoli e Bologna saranno le quattro squadre che il 21 e il 22 settembre si affronteranno. Abbiamo raggiunto un traguardo talmente bello che non potevamo, per regolamento e anche per ovvie ragioni, non partecipare per giocare la Qualification Round della BCL. L’altra coppa in cui avevamo la possibilità di iscriverci è la FIBA Europe Cup, che diciamo la coppa meno prestigiosa, ma pur sempre di una certa importanza. Fatte queste premesse, ho analizzato la situazione: io credo nelle coppe in un modo clamoroso, la mia carriera lo dimostra, la società dove ho lavorato lo dimostrano, ho avuto la fortuna grazie ai soci, alle società che mi hanno aiutato ad investire, di vincerne addirittura due, una Reggio e una Bologna, e ho perso una finale. Dunque se mi chiedi le coppe, van fatte sempre però van fatte o quando le conquisti sul campo o quando hai una struttura che ti dà la serenità di poterle affrontare. Oggi a malincuore con i soci ci siamo parlati, ho già affrontato l'argomento: abbiamo deciso che, anche qualora ci fossero altre scelte da poter fare, non è il momento giusto per tuffarci in Europa, un po' così senza delle certezze, dunque non parteciperemo alle coppe europee.

Finale di Supercoppa sarà in Italia, non ho un'ufficialità, c'è questa proposta dell'Asia. Aspettiamo, sarà il nostro presidente Umberto Gandini che ci informerà: di sicuro non sarà a Napoli come qualcuno aveva ventilato, perché non c'è purtroppo la struttura che ci permette di fare un evento così bello, così prestigioso, soprattutto con le facility e con le condizioni migliori per accogliere tante tifoserie. Dove sarà sarà, di sicuro sarà un grande evento.

Nei miei pensieri, in quelli dello staff tecnico, c’era di confermare diversi giocatori. Inutile negare che Sokolowski per noi era un perno fondamentale della costruzione della nuova squadra, dall'altro non ti nego che pur andando dentro una nuova strada, piena di rischi, nella quale non sarei voluto andare ma oggi ci vado volentieri, perché tutto questo è frutto di una vittoria della coppa Italia che ha completamente rotto tutti gli equilibri, e i primi equilibri a rompere sono stati quelli delle aspettative economiche dei giocatori, perché un giocatore, che ha una carriera relativamente breve, che vince la Coppa Italia con Napoli dopo che l'anno prima era o disoccupato o in A2 o in Kuwait o a Londra o fuori squadra, tu capisci che la prima cosa che fa, prende questo telefonino e dice al procuratore ‘ascolta trovami una squadra fammi guadagnare tanti soldi perché qua non è che mi abbiano riempito d’oro’. Dunque questa è la cosa che mi lascia ben sperare, se fossimo ripartiti da giocatori scontenti, da giocatori che pur di rimanere dovevi coprire di soldi, è meglio ripartire un'altra volta da zero”

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