Gravina, FIGC
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Abolire il Decreto Crescita: troppi stranieri nel calcio italiano, la FIGC valuta tre alternative

29.04.2022
10:30
Redazione

La FIGC e Gravina al lavoro per l'abolizione del Decreto Crescita nel calcio italiano: ecco le alternative proposte al governo

Abolire il Decreto Crescita: ultime notizie calcio Italia, è questo l'obiettivo del presidente Gravina e della FIGC, con l'obiettivo di ovviare ai danni creati dalla legge entrata in vigore nell'aprile del 2019. Quando è diventato operativo, l'obiettivo del Decreto era quello di attirare nel calcio italiano grandi campioni dall'ingaggio esoso, aiutando i club di Serie A a sostenere le spese fiscali necessarie al pagamento di ingaggi molto alti. 

Grazie al Decreto Crescita, infatti, dal 2019 chi è residente all'estero da almeno due anni e si trasferisce in Italia paga il 50% in meno di tasse per i successivi cinque anni

Il Decreto Crescita non funziona

In verità il Decreto Crescita non era pensato per il calcio, ma alla fine i club ne hanno fatto ampiamente uso. A cosa è servito però? La norma ha fatto sì che i club italiani trovassero sempre più conveniente acquistare calciatori stranieri, con la conseguenza che le squadre giovanili della Primavera si sono riempite di giovani calciatori stranieri, influendo negativamente sulla crescita dei vivai italiani. 

Come scrive La Repubblica oggi in edicola, "nell’ultima stagione prima dell’entrata in vigore del Decreto gli stranieri erano circa il 59% del totale dei giocatori di Serie A. Oggi sono quasi i due terzi. Una crescita intorno al 6% che non ha eguali in Europa, dove la tendenza è opposta".

Da questo punto di vita, il presidente FIGC Gabriele Gravina non ha dubbi: "Il decreto per me è da abolire". Le idee sul piatto sono due. La prima: un'età minima per accedere agli sgravi, o un numero minimo di contratti alle spalle. La seconda: ragionare sulla soglia di partenza, più bassa dei 2 milioni, ma comunque alta a sufficienza per tagliare fuori i baby stranieri (500 mila euro). C'è anche una terza via: chiedere al governo un intervento che permetta di premiare, con un beneficio identico a quello del Decreto crescita, i contratti professionistici a giovani formati nei vivai. La palla ora passa al Governo italiano.

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