Higuain vivo per miracolo, l'incredibile storia del 'Pipita' che convince tutti a suon di gol

14.11.2013
16:15
Alessandro Marrazzo

Novembre 2006. Higuain è convocato nella nazionale francese per una amichevole. Raymond Domenech lo aveva scoperto un mese prima, in un River-Boca. Fu abbagliato da quel ragazzo che segnò due gol nella vittoria per 3-1. Il primo, pieno di improvvisazione, il secondo, dribblando il portiere Bobadilla e siglando a porta vuota. A soli 18 anni, si prese una settimana per rispondere alla chiamata del coach. Si è consultato con la sua famiglia e ha detto di no. Perché la Francia? Perché lui è nato a Brest, mentre suo padre Jorge giocava  in quella città del dipartimento di Finistère.  Il padre ottenne il trasferimento in Francia, dopo un' ottima stagione con il Boca del Flaco Menotti. Si trasferì con la moglie, Nancy, e i loro figli Nicolas e Federico. Lì, Gonzalo venne mondo, il 10 dicembre 1987. Mesi dopo Higuain tornò a casa perché il papà era tornato al River su richiesta di Menotti stesso. Installatosi in Argentina, il bambino di 10 mesi ebbe una febbre alta che non scendeva. Sua madre intuì qualcosa di serio. L'ambulanza non arrivò. Presero la macchina e corsero in ospedale. Fu ricoverato 20 giorni per meningite fulminante, diagnosticata appena in tempo. I medici lo salvarono, ma avvisarono che avrebbe potuto avere ricadute e seri problemi di coordinazione in futuro. Prese una pillola ogni giorno per diversi anni per bandire ogni traccia della malattia. Nessuno sa quanti di quelle lunghe notti di vita e di morte. Ma già da molto piccolo, Gonzalo Higuain sapeva che doveva lottare contro le avversità. Con un gene calcistico ben sviluppato, si unì alle giovanili del River. Nel 2005, Leonardo Astrada lo portò in prima squadra. Il 29 maggio, ha esordito con una sconfitta contro il Gimnasia La Plata al Monumental giocando dietro il colombiano Falcao e Almerares per poi recitare una parte da comprimario per il resto della stagione.  Nel 2006 tutto sarebbe cambiato con l'arrivo di Daniel Passarella. Il Gran Capitano conosceva Gonzalo da molto piccolo. Ha accompagnato Jorge in ospedale in quei drammatici giorni del 1988. Il River aveva buoni attaccanti, come Farias, Montenegro e Lucho Figueroa. Ma Pipita (e aveva ereditato il soprannome), subito segnò il suo primo gol in un 3-1 contro il Banfield nella quarta giornata di clausura. Ha chiuso il torneo con cinque reti ma, ha dato il meglio in Copa Libertadores contro il Corinthians di  Tevez agli ottavi di finale. Il River aveva vinto 3-2 al Monumental perdeva 0-1 al Pacaembu. Passarella lo mandò in campo per Gonzalo Aban a venti minuti dal termine. Quindici minuti più tardi, segnò la sua doppietta per il 3-1. Lottare è stato sempre il suo marchio di fabbrica. Poi è arrivata quella partita contro il Boca. Che non solo solo attirò l'attenzione di  Domenech, ma anche di Franco Baldini, direttore tecnico del Real Madrid durante la gestione di Fabio Capello come allenatore. Un vecchio amico aveva segnalato il ragazzo e inviato la registrazione del Clasico. Baldini non esitò a portarlo al Real. Gonzalo arrivò a Madrid nel gennaio 2007. Il suo passaporto francese gli ha dato l'opportunità di non occupare uno spazio per extracomunitari. La squadra giocava molto male ed era terza in campionato e lontana dal Barcellona. Con Raul, Van Nistelrooy, Cassano, Robinho Reyes in rosa, Capello non ha voglia di "bruciarlo" per la sua giovane età, ma ha dovuto utilizzarlo a causa della mancanza di risposte dai veterani. El Pipita risponde segnando il gol più importante per il titolo, il 4-3 contro l'Espanyol. Fa gol che determinano i risultati. Capello durò una sola stagione e fu sostituito da Bernd Schuster. Il tedesco non si fidava di lui come attaccante e lo spostò sulla fascia destra. Senza protestare, Higuain accettò.Non era affatto male. Segna otto golin sette partite. Nel febbraio 2008, ha debuttato per l'Argentina in amichevole contro Guatemala prima delle Olimpiadi. Fa una doppietta nel 5-0, ma non è abbastanza per andare a Pechino. Il suo rifiuto di andare in Canada per il Mondiale Under 21  nel 2007 aveva inaugurato una serie di disaccordi con l'Argentina che, per fortuna, si sono conclusi tempo fa. Raymond Domenech ha insistito esi è presentato ad un allenamento del Real Madrid per convincerlo a giocare per la Francia. "Ho vissuto in Argentina e amo il calcio argentino", ha detto Gonzalo, per chiudere il discorso. La stagione 2008-2009 è stata senza dubbio quella del consolidamento. "Non è il momento di Higuain", disse Maradona per giustificare le mancate convocazioni. A peggiorare le cose, il presidente Florentino Perez mise mano al suo libretto degli assegni per gli arrivi di Cristiano Ronaldo e Benzema al Real Madrid spaziale. Il cileno Manuel Pellegrini gli chiese di rimanere in rosa, ma non lo ritenne titolare. Real Madrid 2-Getafe 0, doppietta di Gonzalo.  Convincere gli allenatori ha fatto sempre parte della sua carriera. Divenne titolare nel Real e nella Nazionale Argentina. Adesso veste la maglia del Napoli e probabilmente Benitez non ha molto da essere convinto, l'attacco azzurro è totalmente sulle sue spalle. Nelle sue mani ha la chance per consacrarsi definitivamente. Brasile 2014 è alle porte...e Gonzalo lo sa.

Alessandro Marrazzo

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Fonte : Alessandro Marrazzo
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