Quando Napoli scomodò Shakespeare, la storia di uno sfottò diventato leggenda

13.03.2015
20:30
Alessandro Marrazzo

di Alessandro Marrazzo - Twitter: AleMarrazzo1981

Era il 16 settembre del 1984, il Napoli affrontava il Verona in trasferta, l'Hellas dei miracoli guidato da Osvaldo Bagnoli che porterà a casa il tricolore. Sugli spalti uno dei primi striscioni razzisti rivolti ai napoletani, un "Benvenuti in Italia" simbolo di un ignoranza senza tempo, la cui attualità è paradossalmente testimone di una triste arretratezza. Uno striscione che sbeffeggiava un popolo che in campo aveva chi, di li a poco, avrebbe dato alla loro città un'identità, non solo nazionale, ma planetaria. 

"Una volta siamo andati a giocare a Verona e c'era uno striscione con scritto: 'Lavati, sudicio napoletano'". Queste le parole di Diego Armando Maradona, che proprio quel 16 settembre fece il suo esordio in maglia azzurra. Diego, in più di un occasione ha denunciato episodi di intolleranza nei confronti di questa città ed ha lottato in prima linea contro coloro che infangavano la sua Napoli. La sua arma principale è stata proprio indossare con fierezza l'azzurro rifiutando la corte spietata e le offerte stratosferiche proprio di quelle squadre del nord, i cui stadi, erano e sono tuttora palcoscenico di striscioni e cori beceri nei confronti dei napoletani.

Qusta rivalità ormai storica aquisì i crismi dell'ufficialità solo nel ferbbraio del 1986, quando fu la Rai a testimoniare tramite filmati, i cori razzisti dei tifosi veneti nei confronti dei partenopei. La tv nazionale, addirittura, sottotitola i cori per renderli più chiari ed è una vera e propria bomba mediatica. Una vera e propria provocazione che gli ultras napoletani non esitano a cogliere. Quel "Quanto puzzate, terroni quanto puzzate" fu un pugno nello stomaco e il problema dei cori razzisti cominciò, all'improvviso, fu all'ordine del giorno.

Nel settembre del 1989 i tifosi del Napoli in trasferta al bentegodi, decidono di 'profanare' il terreno di gioco alla fine della partita. Non lo fanno alla ricerca dei propri beniamini che possono tornare senza problemi negli spogliatoi, ma attraverano a grandi falcate tutto il campo presentandosi sotto la curva dei veronesi lasciandosi andare ad ogni tipo di gestaccio, chiaramente corrisposto dagli scaligeri.

L'apoteosi, però, risale al dicembre 1996, quando al San Paolo venne esposto lo storico striscione "La storia ha deciso: Giulietta zoccola e Romeo cornuto". ​Una citazione shakespeariana che ha fatto il giro del mondo. Un vero colpo da KO per i tifosi veronesi la cui sconfitta sul campo per 1-0 ad opera del Napoli di Gigi Simoni passa ovviamente in secondo piano.

Gioco, partita, incontro!

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