Col 32% di sconfitte, la Conference League è il prossimo obiettivo: il progetto Napoli nel sottobosco UEFA

11.02.2021
11:00
Claudio Russo

Continuando così, il Napoli può arrivare ancora in Europa. Quella nuova della Conference League, la coppa meno importante

Da quando Gattuso è al Napoli, ha perso 19 partite sulle 61 che lo hanno visto in panchina: siamo oltre il 31% di sconfitte, e quest’anno sono dieci su trentuno partite, percentuale che sale al 32,2%. Non ci soffermeremo sulle assenze che hanno condizionato il rendimento del Napoli, così come gli errori tecnici dei singoli e di lettura delle partite da parte dell’allenatore, e nemmeno sulla società che sul mercato non riesce a colmare dei problemi che hanno vita propria da più anni - i limiti auto-imposti dal club evidentemente comportano pene immense in caso di idee contrastanti ma logiche.

La classifica del Napoli parla di una squadra tecnicamente ancora in corsa per un posto in Champions League, e pienamente in zona Europa. Al netto dell’importanza della Champions per le casse del Napoli - un’altra esclusione porterebbe alla cessione di alcuni di quei giocatori dall’ingaggio insostenibile, o quantomeno di quelli che avranno ancora mercato, con cifre condizionate dal Covid -, vogliamo essere ironici anche in un momento di difficoltà: partecipare alla nuova coppa europea, la UEFA Conference League, è un obiettivo prestigioso. Continuando così, su questa falsariga di prestazioni ricche di occasioni sprecate, poco cinismo sotto porta, errori grossolani, inquietudini che permeano l’atteggiamento di una squadra piena di leader tecnici, errori anche nella gestione da parte dell’allenatore…la Conference League può sempre diventare realtà.

Scherziamo ma non troppo, la Champions è fondamentale per De Laurentiis: in tempi di Covid, i soldi della UEFA - oltre ai diritti televisivi - sono nettare degli dèi per una società dedita a coltivare solo una parte delle possibili entrate (ormai è anche desolante scriverlo ogni volta). Ma vuoi mettere l’emozione di giocare la Conference League - dopo un turno di playoff -, dopo più di 20 anni ci sarà una terza competizione europea per club: le squadre che parteciperanno al torneo saranno 184, ed il Napoli potrebbe esserci e magari, chissà, sperare di arrivare fino alla finale di Tirana 2022. Vuoi mettere l’emozione, dopo i trofei inventati in questo ultimo quinquennio: a seguire il trofeo del bel gioco e quello dell’urlo Champions più forte, la prima italiana in Conference League. Assieme alle eliminate dagli spareggi Champions, e a quelle provenienti da campionati di secondo, terzo e quarto livello di tutta Europa. Il Napoli che potenzialmente giocherebbe - dopo quattro turni preliminari in totale - contro 31 squadre tratte dalle seguenti 183:

  • 1 spagnola, inglese, tedesca, francese, liechtensteinese
  • 2 portoghesi, russe, belghe, ucraine, olandesi, turche, austriache, danesi, scozzesi, estoni, kosovare, faroesi, andorrane, sammarinesi
  • 3 cipriote, svizzere, greche, serbe, croate, svedesi, norvegesi, israeliane, kazakistane, bielorusse, azere, bulgare, romene, polacche, slovacche, slovene, ungheresi, lussemburghesi, lituane, armene, lettoni, albanesi, macedoni, bosniache, moldave, irlandesi, finlandesi, georgiane, maltesi, islandesi, gallesi, nordirlandesi, gibilterrine, montenegrine

O si abbassa la percentuale di partite perse (anche perchè sommare quattro punti contro TorinoSpeziaVeronaParma e Genoa è drammatico), oppure diverrà un’ipotesi concreta nei prossimi mesi. Il progetto Napoli, tanto decantato, che crollerebbe miseramente nel sottobosco della UEFA. Con Gattuso o meno in panchina, il record di partecipazioni europee sarebbe salvo. Meno male, aggiungeremmo. Vuoi mettere la competizione europea: dal profumo della Champions League, passando per il respiro dell'Europa League, fino al naso turato della Conference League.

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