Josè Maria Callejon in Frosinone-Napoli
Josè Maria Callejon in Frosinone-Napoli

Una voce fuori dal coro: scusali Josè

28.04.2019
18:16
Leonardo Vivard

Ma siamo seri? Rigettare la maglia in campo per un secondo posto, un quarto di Europa League e un’uscita dalla Coppa Italia?

Forse a Napoli, o meglio in parte di essa, si sta perdendo un pizzico il lume della ragione. Perché è vero che questa squadra ha avuto un’involuzione, che si è arrivati agli appuntamenti decisivi della stagione nel peggior modo possibile (vedi Arsenal). C’è un gap di personalità da colmare, fondamentalmente sul mercato. Ma se a Napoli contestano i tifosi di altre squadre devono andare in terapia.

Ci può essere delusione per un distacco più ampio del previsto dalla Juventus. Ma questa non è delusione. E' rabbia repressa, da anni forse. E’ una squadra che, per quanti margini di miglioramento possa ancora avere, ha fatto un percorso di altissimo livello fino a qui. Saltellano per i social le classifiche totali degli ultimi otto anni, e da lì è facile intuire come il rendimento medio del Napoli sia stato secondo solo alla Juventus. I vari multimiliardari di Roma, Inter e Milan ad oggi hanno dovuto sottostare alle squadre dei vari Mazzarri, Benitez, Sarri e Ancelotti. Sì, anche lui. 

O qualcuno vede la classifica al contrario, oppure non si spiega. Proprio su questo sito è stato sottolineato come la società si debba interrogare sulle cause di un disinnamoramento di parte della tifoseria nonostante Ancelotti e il secondo posto. Ma che si sappia: gli Ultras non sono i portavoce della tifoseria napoletana. I 10-15 elementi che nel settore Ospiti dello Stirpe hanno ridato la maglia a Callejon fanno parte della tifoseria organizzata. Senza entrare nel dettaglio del gesto (putrido), gli Ultras non sono gli avvocati dei tifosi. Che la cosa si stampi al meglio nella testa di chi misura il termometro del popolo. Quello che pensa una parte della curva del San Paolo non è detto che sia comune a tutto lo stadio, anzi. 

Farlo a Callejon, la scelta peggiore che si potesse intraprendere. Uno di quelli che in campo può sbagliare mille gol, ma proprio quella maglia (delle 300 presenze) la spugna partita dopo partita. 

E’ concepibile un calo delle presenze allo stadio, per mille ragioni: le scorie dell’anno scorso, un’emotività che sembra difficile ritrovare, la Juve con un distacco enorme… Ma tappezzare la città di striscioni enormi, rigettare il ringraziamento della squadra dopo una vittoria per 2-0 ed un secondo posto meritato, forse si sta un po’ andando oltre.

Come spesso accade, della parola equilibrio non se ne conosce nemmeno l’indirizzo. 

Twitter: @LeonardoVivard

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