Insigne, il Napoli: possono permettersi di perdersi?

31.05.2021
11:00
Claudio Russo

Lorenzo Insigne ha il contratto in scadenza nel 2022: può il Napoli permettersi di perderlo? E può permetterselo lo stesso Insigne?

di Claudio Russo (@claudioruss)

Il Napoli può permettersi di perdere Lorenzo Insigne? Il capitano del Napoli può permettersi di perdere la 'sua' squadra? Domande dalle risposte scontate, ma se le dobbiamo porre a poco più di un anno dalla scadenza del contratto, è perchè qualcosa non è andato per il verso giusto.

Di norma, nei rinnovi contrattuali, si inizia a trattare un paio d’anni prima della scadenza: i primi colloqui, le prime bozze sulle cifre, discorsi che proseguono fino ad arrivare, nel momento opportuno, alla firma e alle foto di rito, tutti felici e contenti. Arrivare ad un anno dalla scadenza, Donnarumma docet, espone al rischio di rottura e alla conseguenza di un’annata con un giocatore destinato a partire a zero - Hysaj e Maksimovic dicono qualcosa? Può il Napoli, pur con la crisi economica Covid e la conseguente decisione di abbassare il monte ingaggi, permettersi di fare lo stesso con Insigne?

Il Napoli può permettersi di perdere Lorenzo Insigne?

La risposta è no, e se il Napoli si ritrova in questa situazione è responsabile in prima persona: va bene la scelta - idealistica, mai concretizzata finora - di pensare ad un contratto sì lungo, ma con l’ingaggio attuale (4 milioni di euro circa) spalmato su più stagioni. È una idea ragionevole, ma che va a cozzare con la realtà dei fatti: un anno fa, in piena pandemia, il Napoli ha deciso di rinnovare il contratto di Dries Mertens - di quattro anni più vecchio, rispetto ad Insigne - fino al 2022 a cifre che, in questo momento, non collimerebbero con le idee societarie, e forse nemmeno con le speranze di Insigne, reduce da una delle migliori stagioni della sua carriera e alle porte di un Europeo che potrebbe vederlo protagonista con la maglia dell’Italia.

Il capitano del Napoli può permettersi di perdere la 'sua' squadra?

Il Napoli non può permettersi di perdere Lorenzo Insigne, probabilmente il ragionamento vale anche al contrario e non è un reato scriverlo: sul valore tecnico del calciatore non si discute, sulla sua età sì. Alle soglie dei trent’anni, e con il calcio europeo pesantemente condizionato nelle cifre dai rossi di bilancio dovuti al covid, non sarebbe altrettanto semplice trovare società ben disposte ad allungare cifre del genere - e potrebbero permetterselo, per carità - ad un giocatore non certo ad inizio carriera.

Varrebbe la pena correre certi rischi?

Il prezzo del cartellino sarebbe sicuramente appetibile (25? 30 milioni? Un altro in scadenza nel 2022, Andrea Belotti che di anni ne ha 27, viene valutato 35 da Transfermarkt), ma l’idea che possa risolversi tutto nel modo peggiore, senza aver nemmeno provato ad imbastire una trattativa - all’interno della quale ambo le parti mostrerebbero le proprie carte: offerte economiche ridotte l’uno, eventuali interessamenti dall’altra -, risulta faticosa da immaginare, figuriamoci da concretizzare.

Rimaniamo sui dati oggettivi e sui fatti:

  • un contratto in scadenza nel 2022
  • la volontà del Napoli di calare gli ingaggi
  • il contratto di Mertens che può essere fissato come termine di paragone, vista l'importanza alla pari con Insigne (anzi, nel 2020-21 il calo di Mertens si inizia ad intravedere eccome)

Felice di stare insieme ancora a lungo. Evviva Dries!”. Lo scriveva De Laurentiis il 17 giugno del 2020: se la felicità è reale solo se condivisa, vale anche per Insigne?

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