Le tre 'scimmiette' di Bergamo, la bottiglia invisibile e quello Yogurt che costò caro al San Paolo

23.01.2018
21:00
Redazione

Nella domenica che ha confermato nuovamente il primo posto in classifica del Napoli in Serie A, alcuni brutti episodi hanno macchiato la giornata di sport vissuta

Nella domenica che ha confermato nuovamente il primo posto in classifica del Napoli in Serie A, alcuni brutti episodi hanno macchiato la giornata di sport vissuta a Bergamo sin dalle prime luci dell'alba fino a dopo pranzo. Grazie al gol di Dries Mertens a metà del secondo tempo, gli azzurri hanno portato a casa la partita contro l'Atalanta. Prima, ma soprattutto dopo il gol, i civilissimi tifosi bergamaschi presenti nella curva dell'Atalanta hanno insultato in maniera razzista Kalidou Koulibaly, definendolo più volte una "scimmia". Episodio che ha portato il giudice sportivo a trarre queste conclusioni: 

"Il Giudice sportivo, letta la relazione dei collaboratori della Procura federale nella quale, tra l’altro, si riferisce che i sostenitori della società Atalanta, assiepati nel settore “Curva Nord Pisani” si rendevano responsabili, al 20° minuto del secondo tempo, nel numero di circa 4.000 (rispetto ai 8.068 occupanti), ed al termine della gara, nel numero dei circa 300 ancora presenti, di cori espressione di discriminazione razziale nei confronti del calciatore del Napoli Koulibaly;

  • considerato che i cori venivano percepiti da tutti e tre i collaboratori della Procura, posizionati anche in parti dell’impianto distanti dal Settore sopradetto;
  • considerato che in base alla relazione suddetta emergono comportamenti rilevanti per dimensione e percezione reale, a norma dell’art. 11, n. 3, CGS, ai fini della punibilità degli stessi; considerato che sussistono le condizioni per la concessione del beneficio di cui all’art. 16, n. 2bis, CGS;

P.Q.M.

  • delibera di sanzionare la Soc. Atalanta con l’obbligo di disputare una gara con il settore denominato “Curva Nord Pisani” privo di spettatori, disponendo che l’esecuzione di tale sanzione sia sospesa per un periodo di un anno con l’avvertenza che, se durante tale periodo sarà commessa analoga violazione, la sospensione sarà revocata e la sanzione sarà aggiunta a quella inflitta per la nuova violazione".  

Riassumendo, curva squalificata per l'Atalanta ma pena sospesa per un anno. In soldoni quindi, nessuna punizione per il club nerazzurro e i suoi sostenitori. 

Oltre a questo episodio ai limiti del vergognoso, pochi minuti dopo c'è stato un altro caso sottolineato da tutti i media che però non è stato preso in considerazione dal giudice sportivo poiché non presente nel referto arbitrale. Stiamo parlando della bottiglia lanciata sempre verso Koulibaly volata dal settore dei tifosi dell'Atalanta. Tutti gli azzurri vicini al centrale senegalese se ne sono accorti, soprattutto Allan (clicca su play per vedere le immagini in allegato). Il centrocampista brasiliano ha attirato più volte l'attenzione del guardalinee prendendo anche la bottiglia in mano, urlando più volte: "Hai visto, tu l'hai visto!". Eppure sia il guardalinee, che l'arbitro e i vari assistenti hanno emulato le tre scimmiette con un non vedo, non sento, non parlo. Motivo per cui, episodio non riportato nei referti e quindi non punibile dal giudice sportivo. Anche perché inoltre il Napoli non ha presentato all'attenzione del giudice le immagini televisive incriminate (il limite era fissato per le ore 14:00 del giorno feriale successivo alla gara, quindi lunedi ndr.). Morale della favola, in un'epoca in cui ricostruzioni 3D, telecamere posizionate in ogni angolo del campo e VAR la fanno da padrone, un gesto del genere resta clamorosamente impunito.

Il tutto assume tinte ancor più assurde se lo si paragona ad un precedente che fece scalpore e che costò caro proprio al Napoli. Stiamo parlando della gara tra Napoli e Livorno del settembre 2007, quando per un sicuramente più innocuo vasetto di yogurt che volò dalla curva dei tifosi azzurri, lo stadio San Paolo venne squalificato per un turno, con Napoli-Genoa che si giocò poi a porte chiuse. Non gridiamo al complotto dunque, ma l'incredibile discrepanza c'è ed è evidente a tutti. 

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