... ma l'esatta dimensione del fallimento è chiara a tutti?

26.05.2024
22:40
Dino Viola

Nell'ultima deprimente partita della stagione fallimentare il Napoli è stato coerente con se stesso: ha deluso. Ha fallito quelle poche palle gol con una prestazione scialba, dissipando le ultime speranze di andare anche nell'Europa che conta poco o nulla. Come d'altronde ha fatto per tutto il campionato, dicendo addio di volta in volta ai vari obiettivi che restavano, abbassando sempre più l'asticella.

La colpa maggiore del gruppo calciatori è stata sì, quella di non aver onorato il tricolore sulla maglia, ma principalmente di non aver offerto uno spettacolo quanto meno dignitoso. Perchè questa piazza non ha mai chiesto altro se non quello di lottare in mezzo al campo, godere di un gioco apprezzabile e poi tentare di centrare un obiettivo senza grosse pretese. Nulla di tutto ciò, anzi tutto è stato disatteso in uno sfracello senza precedenti.

Ed era facile aspettarsi fischi sonori e contestazione, anche se ad alcuni (vedi Meret) non sono piaciuti: cosa si aspettavano? L'esatta dimensione del fallimento di quest'anno probabilmente non è ancora chiara ad una parte dei protagonisti: speriamo che lo sia a chi deve prendere decisioni sull'impostazione futura del club. Chissà.

I novanta minuti contro un Lecce demotivato sono incommentabili: la lentezza di pensiero e di esecuzione delle giocate di molti azzurri, hanno avvicinato il match più ad una partitella di pre campionato. Cose che non vorremmo mai più rivedere, al pari dei tre cambi di allenatori: chi per limiti caratteriali, chi per limiti tecnici hanno comunque offerto alibi al gruppo squadra.

Questo epilogo purtroppo darà modo di gonfiare il petto agli amanti del retropensiero o quasi: per quanto ci si possa immmaginare un malcontento interno fra la società e la squadra, quanto visto anche oggi in campo e per tutto l'anno supera il limite del rispetto.

Al di là delle colpe del quadro dirigenziale, è evidente che per alcuni calciatori l'avventura in azzurro sia finita o forse è giusta farla terminare poichè serve voltare pagina, con tanti nuovi interpreti su cui puntare. C'è bisogno di certezze a partire dalla panchina, altrimenti non è chiara a nessuno l'esatta dimensione del fallimento.

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