La qualità del Napoli è imbarazzante e fa arrabbiare, così come lo è la sua classifica

07.04.2024
19:30
Claudio Russo

Una delle cose positive di Monza-Napoli è che accorcia il numero delle partite da qui al termine della stagione. Calzona dopo il crollo con l’Atalanta aveva parlato di orgoglio, l’impressione del primo tempo è che la squadra di voglia non ne avesse moltissima, sebbene manchi un rigore su Ngonge. Il belga, come Kvaratskhelia, in qualche frangente sembra voler arrivare in porta, ma senza che i compagni concedano sponde ed appoggi, come se si giocasse uno contro tutti. Così si perde la faccia e si finisce per esser contestati. Poi avviene il cambiamento.

Per fortuna c’è il secondo tempo, c’è la verve di Matteo Politano: totalmente senza alcun senso logico il quarto d’ora tra gol di una bellezza ed estemporaneità rara. Tutto questo, messo assieme, non fa altro che aumentare i rimpianti: la qualità dei singoli del Napoli è imbarazzante, come lo sono la classifica e l’andamento stagionale. Ma al 7 aprile forse è anche inutile scervellarsi, bisogna mettersi l’anima in pace e sperare che nelle ultime sette partite si veda il Napoli che fa pace con il proprio animo, e non quello auto-distruttivo. Il Napoli è squadra che ha guadagnato più punti in rimonta in questo torneo, 19. E non ha mai vinto tre partite di seguito. Bastano questi due dati a capire che annata sia stata.

Il Napoli dovrà ripensare la propria difesa in estate, esattamente il reparto in cui è stato ceduto Kim e non è stato sostituito, promuovendo al suo posto quel Juan Jesus arrivato da svincolato per completare il quartetto. L’aspetto umano è indiscutibile, ma che il brasiliano nell’ultimo periodo sia diventato un problema nel reparto difensivo lo confermano gli errori commessi: anche oggi con Djuric, che gli ruba il tempo, lo spazio e lo spunto nonostante non sia un fulmine, colpendo per l’1-0. Ed un pizzico di spazio concesso a Colpani sul 2-3.

La domanda è: Ostigard, che non gioca da un mese, e Natan, 73 minuti nel 2024, sono in una condizione tale da non meritarsi un briciolo di minutaggio e fiducia? La risposta nel post-partita è stata: "Scelgo in base alle caratteristiche degli avversari. La linea difensiva non è come la linea di centrocampo, i cambi devono essere ragionati bene. Abbiamo giocatori con caratteristiche diverse ed è più difficile adattarli. Puoi cambiare spesso gli esterni come facciamo noi, ma col centrale la cosa è delicata. Ma sono molto contento di Ostigard, di Natan e di Rrahmani e Juan Jesus". Calzona ha fatto bene inizialmente ad affidarsi ad uno zoccolo duro per dare qualche certezza, ma ad oggi di queste ne sono rimaste poche: l’unica nota positiva è che mancano solo sette partite alla fine di questa stagione straziante per la mente e per il cuore.

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