Obiettivo raggiunto ma c’è da storcere il naso
di Dino Viola
Tre punti in casa del Rijeka e prima posizione nel girone a pari punti con AZ e Sociedad. Obiettivo raggiunto ed era quello che contava. Gattuso ed i suoi raddrizzano così il cammino in Europa League che sembrava un po’ in salita dopo la sconfitta all’esordio. Fatte premesse e complimenti, la valutazione sugli interi novanta minuti fa un po’ storcere il naso: in particolare il primo tempo con il Rijeka che ha imposto ritmi e creato occasioni.
Un copione che ha sorpreso un po’ tutti, perché nonostante il turn over, il divario tecnico tra le due formazioni è abbastanza consistente almeno sulla carta. Eppure Meret corre diversi brividi prima e dopo il vantaggio di Muric mentre la manovra azzurra è apparsa lenta, priva di guizzi e conclusioni. In affanno l’out di destra con Di Lorenzo, Lobotka in ombra. Petagna troppo macchinoso nel trovare lo spazio per calciare. Mertens vivace ma poco incisivo.
Insomma segnali non proprio rassicuranti dopo la sconfitta col Sassuolo. Tanti errori nella misura dei passaggi, un invito a nozze per i contropiedi avversari che hanno il demerito di tenere ritmi alti per più di quaranta minuti: uno sforzo che pagheranno nella ripresa. Il primo tiro che impegna Nevistic è sul finire del primo tempo, con il pareggio di Demme: questo episodio sarà poi decisivo per dare una piega diversa al match.
L’ultimo brivido dalle parti di Meret ad inizio secondo tempo, lo regala Menalo che colpisce il palo, sull’ennesimo pasticcio della difesa. Al Rijeka si scaricano le batterie e il Napoli torna far girare palla ma ancora a ritmi lenti, concedendo così il tempo necessario alla difesa avversaria di schierarsi al meglio. Preoccupa questa manovra prevedibile. Un colpo di fortuna però arriva in soccorso di Gattuso con l’autogol di Braut. Le occasioni di Elmas e Zielinski, legittimano però la vittoria degli azzurri che hanno controllato in lungo e in largo i secondi quarantacinque minuti. Restano zone d'ombra sulle quali lavorare.
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