Parole, parole, parole...

28.05.2015
20:30
Salvio Passante

"La conferenza stampa di oggi l’ho richiesta per ringraziare voi e tutti coloro che mi hanno voluto bene. Spalla a spalla dovremo concentrarsi insieme per battere la Lazio, se facciamo uno sforzo sono certo che lasceremo il Napoli dove merita di stare”. Salutare e ringraziare una persona che ha amato la nostra città, l'ha difesa e sponsorizzata nel mondo era il minimo che si potesse fare, un atto dovuto. Se da una parte la decisione potrebbe sembrare inopportuna per tempistica (cade alla vigilia di uno spareggio Champions), dall'altra è servita per stroncare un tormentone e far assumere ai giocatori le proprie responsabilità. Domenica non si può sbagliare, è in gioco il futuro del club. Meglio togliersi un peso dalla coscienza, essere onesti con la gente piuttosto che rimandare la questione. 

"E’ sempre triste lasciare un posto dove la gente ti tratta molto bene. La prima cosa che ho detto ad Aurelio è che stare lontano dalla mia famiglia mi ha fatto pensare tanto. Ho parlato con mia moglie, l’ho provata a convincere, ma la famiglia è la prima cosa. Aurelio già lo sapeva". Questa è una mezza verità. La famiglia ha inciso sulla decisione di Benitez, come stava incidendo sul'avventura al West Ham e come inciderà sull'approdo al Real Madrid, ma è inutile girarci attorno: è andato via perchè tutte le promesse sono state disattese. Dalla campagna rafforzamento, al progetto settore giovanile e restyling San Paolo. Insomma al business plan tanto decantato dal coach iberico.

Proprio a tal proprosito è opportuno analizzare in maniera costruttiva punto per punto quanto dichiarato dal numero De Laurentiis oggi in mondovisione


 - “Rifondare è un verbo che non ci riguarda". Allenatore, direttore sportivo, l'intera area scouting abbandonano il club per offerte o scelte personali. Come mai tutti vanno via dal Napoli e da De Laurentiis? Qualcosa ci sfugge...

 - “Bigon avrà voglia di cambiare aria, è un uomo del nord. Vuole ravvicinarsi alla famiglia, dopo anni a Reggio Calabria e sei di Napoli. Gli auguro un futuro radiosissimo”. Bigon, che sicuramente avrà commesso errori durante la sua gestione oltre ad occuparsi a tempo pieno del rafforzamento della rosa è stato un collante fondamentale tra squadra e società. Sempre in panchina e accanto all'allenatore di turno (fu lui a riuscire nell'impresa di trattenere Mazzarri con Gasperini in viaggio verso la Campania, ndr) ha deciso di voltare pagina perchè non c'erano più i presupposti per poter lavorare alle condizioni attuali. A Verona lo attende un ricco ingaggio, raddoppiato e adeguato agli standard della serie A. Se un ds in azzurro precepisce un terzo di quello del Torino e la metà di quello del Verona qualcosa evidentemente non funziona. E' noto che nel calcio non esiste riconoscenza, ma sminuire l'operato di chi negli anni ha lavorato alacremente portando Cavani e convincerlo a firmare il contratto con la clausola (parole dell'agente), Gabbiadini, Mertens e tanti altri giocatori che hanno consentito ai tifosi di poter sognare, suona veramente male. 

- "Ho fatto un grande errore quest’anno, facendo il tifoso, mi sono sbilanciato e ho parlato di scudetto, disattendendo le promesse fatte da società e presidente. Per il sesto anno consecutivo siamo l’unica squadra italiana in Europa, è importante. Il concetto di giocare con due mediani anziché con tre o cinque è andato avanti. Il Napoli fattura un terzo del Borussia, della Juve e del Milan. Non possiamo permetterci 8 mln l’anno per un giocatore". I risultati sono sotto gli occhi di tutti, sarebbe ingeneroso dimenticare gli sforzi fatti dalla proprietà per riportare il Napoli al 46esimo posto del ranking Uefa, 20esimo stagionale e settimo club migliore del mondo per il 2014 secondo la classifica redatta dall'Iffhs, l'istituto di storia e statistica del calcio. Ma citare Tevez e Pogba, che alla Juve guadagnano fior di milioni oltre a quelli sborsati di commissione agli agenti dalla Vecchia Signora, è inutile. Si rischia di sfociare nell'incoerenza. Non ci vogliono le palle, tantomeno una piccata conoscenza del mercato, per comprare un campione come l'Apache, ci vogliono i mezzi e la volontà. A volte nemmeno quest'ultima basta, serve il prestigio. Emblematico in tal senso il caso di Vidal. Bigon arrivò sul giocatore prima di tutti, trovò l'accordo con l'entourage del cileno salvo poi essere beffato da Marotta, a cui gli Agnelli avevano dato maggiore budget. 

"Sono stati dieci anni di verifica generale, non mi trovo su un territorio facile. Ci troviamo con la monnezza, la terra dei fuochi e egli amministratori politici che non ci hanno aiutato". Vero, verissimo. L'immagine non proprio candida della città in alcuni casi ha fatto saltare affari praticamente conclusi. E' storia recente. Gonalons e Kramer. La compagna del francese, in dolce attesa, non si sentiva del tutto sicura di vivere a Napoli dopo aver appreso dai tg delle rapine alle mogli dei calciatori, mentre il disciplinatissimo tedesco fresco campione del Mondo per motivi 'ambientali' declinò l'offerta dopo che i suoi agenti erano stati in città per visionare alcuni appartamenti. Tutto ciò però non può e deve essere un'alibi. Gonalons poteva essere preso a gennaio quando De Laurentiis non chiuse la trattativa per soli due mln. Un club che intende fare calcio ad alti livelli deve avere la forza di ripartire dopo una trattativa saltata. Bisognerebbe chiedersi piuttosto il senso del blitz di Bigon a Bruxelles in aeroporto con Fellaini. Anche in quel caso era questione di personalità-capacità? Imbastire una trattativa con la consapevolezza che l'investimento non rientra nei rigidi parametri del club equivale ad una perdita di tempo. Provarci per Fellaini, rivelatosi miglior centrocampista del Man Utd in questa stagione, che guadagna tuttora quasi il doppio rispetto ai giocatori in rosa del Napoli, sette volte rispetto a David Lopez, che senso ha?

Definire vecchio Mascherano e poi corteggiare il non giovanissimo Valdifiori, quale prospettico piano può nascondere? Trattare e non prendere in ordine; Mascherano, Kramer, Gonalons, Sandro, Oriol Romeu, Camacho, Capoue, Javi Garcia, Mario Suarez, Fellaini, Javi Martinez, Ralf, Iturraspe, Obiang, Schneirderlin e poi virare su David Lopez, quindicesimo nella lista di preferenze di Rafa, rientra sempre in una strategia predefinita? Non sembra poi così normale. Anzi è allarmante, se poi la stessa società si definisce ambiziosa di grandi palcoscenici. 

- "Voglio incrementare l’italianità del club, creando una cantera vera, sto cercando una ventina di ettari solo per i giovani, sulla base di quello che hanno i più grossi club europei. Il Barcellona per anni non ha vinto, poi dalla Cantera ha tirato fuori gente come Messi ed ha cominciato a vincere, vincere e vincere". Queste parole le stiamo sentendo da 10 anni ormai. Prima la Coverciano del Sud, poi Bagnoli, Marianella etc etc. Lo scorso marzo abbiamo voluto vederci chiaro sulla disponiblità del comune di Castelvolturno. Al di là di alcuni vincoli paesaggistici, superabili se realmente interessati, c'era la massima disponibilità ad offrire per 30 anni decine di ettari GRATIS. Perchè si è perso altro tempo? Annunciare investimenti sul settore giovanile e poi tagliare ad inizio anno il budget da 1,2 mln (il più basso in serie A) a circa 800 mila fa sempre parte di una strategia?

- "Bigon? Voglio verificare se un direttore sportivo è sufficiente per gestire ciò che io voglio. Son sempre stato un visionario, guardo sempre avanti e indovino. Devo capire chi c’è nei campi dei giovani che possa seguirmi. Avete delle qualifiche che hanno fatto il loro tempo, il diesse, il d.g, e lo scouter”. Oltre a verificare quanto sopra il Presidente dovrebbe strutturare con ruoli ben precisi l'organigramma societario in questo momento a carattere familiare.
Direttore generale, direttore sportivo, team manager che conosca le dinamiche della città. Serve organizzazione e non improvvisazione.

- "Io perderò, per la prima volta, una ventina di milioni. Se io decido di investire i miei soldi nella ristrutturazione dello stadio e il 31 maggio presenterò in Comune il mio progetto, vuol dire che c’è un’impostazione importante" Vedere per credere CIT.

- "Dal 9 giugno in poi ci vediamo due volte a settimana e vi faccio la telecronaca del nuovo allenatore". Anche tre se necessario, quattro o mille volte se ciò serve a migliorare le condizioni attuali del club a cui tutti teniamo molto. Imparare dagli errori del passato per crescere in futuro. 

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