Prof. Clemente: "Ecco le regole che non valgono per la Juventus, la sensazione è che Valeri abbiamo voluto compensare il rigore dato alla Sampdoria"

30.12.2018
19:15
Redazione

Di seguito vi proponiamo il focus del Prof. Guido Clemente di San Luca dopo le polemiche relative a Juventus-Sampdoria:  La regola 12 prescrive che

Di seguito vi proponiamo il focus del Prof. Guido Clemente di San Luca dopo le polemiche relative a Juventus-Sampdoria: 

La regola 12 prescrive che «Il fallo di mano implica un atto intenzionale di un calciatore che con la mano o il braccio viene a contatto con il pallone». Al fine di stabilire la sussistenza della ‘intenzionalità’, la disposizione prevede che debbano «essere presi in considerazione» i seguenti criteri: a) «il movimento della mano verso il pallone (non del pallone verso la mano)»; b) «la distanza tra l’avversario e il pallone (pallone inaspettato)»; c) «la posizione della mano non significa necessariamente che ci sia un’infrazione». A questi tre la Guida Pratica Aia (il cui disposto integra la disposizione normativa) aggiunge un quarto criterio: d) l’arbitro «Deve valutare se il contatto tra il pallone e la mano o il braccio è voluto dal calciatore o se questi allarga, alza, muove o, comunque, tiene le mani o le braccia con l’intenzione di costituire maggior ostacolo alla traiettoria del pallone».

Valeri non vede il tocco di mano di Emre Can. Correttamente il VAR gli suggerisce di rivedere l’azione. Alla revisione non può non riconoscere che ricorrono gli elementi previsti dai criteri. Il braccio dello juventino è largo e la palla viene da lontano, dunque obiettivamente costituisce maggior ostacolo. Valeri decreta il rigore. Poi, stranamente, vede con prontezza il tocco di mano di Ferrari, con ogni probabilità anche per la immediata, consueta, protesta di Chiellini. Ancora una volta correttamente il VAR gli suggerisce di rivedere l’azione. Incredibilmente, però, alla revisione Valeri non riconosce che in questo caso non ricorrono gli elementi previsti dai criteri. La palla viene da lontano, ma il braccio del sampdoriano è attaccato al corpo. La sensazione netta è che dovesse in qualche modo compensare il rigore legittimamente concesso alla Samp. Non si possono fare sgarbi alla Signora.

Il massimo del riguardo, peraltro, si ha con l’annullamento del gol di Saponara. Caprari prova a giocare la palla all’indietro, non gli riesce perché Alex Sandro lo contrasta in maniera scomposta e maldestra, ma evidentemente intenzionale. La palla dopo il tocco dello juventino finisce nel possesso di Saponara che sta rientrando partendo da posizione di fuorigioco. Segna e, dopo richiamo del VAR, Valeri annulla il gol. La Regola 11 stabilisce che non è da considerare in posizione di fuorigioco il giocatore che, pur stando oltre la linea dei difensori, riceve però il pallone da un avversario che lo gioca in maniera «intenzionale». La disposizione testualmente prevede che il «calciatore in posizione di fuorigioco» non «trae vantaggio», e dunque non è punibile, laddove sia «stato effettuato intenzionalmente un “salvataggio” da un avversario». L’annullamento del gol è illegittimo.

Di fronte a decisioni evidentemente contrarie alle norme, i corifei che occupano quasi militarmente i salotti televisivi nazionali si prodigano a giustificare goffamente l’operato dell’arbitro. E, disinvolti, richiamano gli allenatori che protestano al senso di responsabilità. Viene da chiedersi se nel loro lessico il termine significhi obbligo di assuefazione alla sistematica violazione delle regole.

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