Reina tra miracoli e black out, l'annata altalenante del centrocampista coi guanti

26.12.2016
10:00
Alessandro Marrazzo

Forse il più altalenante tra gli azzurri in questo scorcio di stagione. Pepe Reina ha alternato partite strepitose ad altre da rivedere. In alcuni match si aveva la sensazione di avere tra i pali un leader, un difensore aggiunto e un portiere impenetrabile, altre volte, purtroppo è sembrato quasi scansarsi.
L'ambiente passa dall'osannarlo al condannarlo nel giro di una settimana, fino alla creazione di due opposte fazioni tra chi lo idolatra e chi prega che il Napoli torni presto sul mercato per cercarne un sostituto, o che almeno, lo metta un paio di partite in panchina per dargli una svegliata.

Che la piazza napoletana sia passionale e di conseguenza poco equilibrata, ormai è un concetto proverbiale, che lo spagnolo abbia dei black out preoccupanti per poi parare qualsiasi cosa passi dalle sue parti nella partita successiva è altrettanto palese.
Fortunatamente, poche volte, le sue defaiances non sono costati molti punti, almeno non particolarmente pesanti, ma in proiezione Bernabeu tutto ciò non tranquillizza.

Contro il Real c'è da parare l'imparabile e Pepe lo sa fare, figuriamo sbagliare le cose semplici e Pepe sa fare anche questo.
Resta il fatto che Reina sappia fare anche il centrocampista indossando i guanti, sfornarti un assist di 70 metri, far cominciare l'azione nonostante il pressing avversario, giocare almeno 15 metri più avanti di tutti gli altri portieri sventando azioni pericolose ancor prima della loro nascita.

Che le sue prestazioni siano, al momento altalenanti, è sotto gli occhi di tutti. Ma non dimentichiamo che il suo modo di interpretare il ruolo del portiere è più unico che raro, che è sempre stato un portiere che ha dato ampie garanzie, ma soprattutto un professionista che ha sempre dato tutto nel suo lavoro, che è capace di capire dove, quando e come ha sbagliato e farsi scivolare addosso le critiche.

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