"Sarò con te" sa di promessa Spalletti-Napoli

03.05.2024
07:00
Manuel Guardasole

La recensione di "Sarò con te", un film quello del terzo scudetto che sa di una duplice promessa, Spalletti-Napoli

110 minuti, quattro applausi della sala e un bel po' di emozioni. Con la pelle d'oca che diventa inevitabile quando da Udine a Napoli, da Londra a New York, il minimo comun denominatore era l'azzurro Napoli che riempiva le strade, colorava le città e raccontava l'immensità e l'unicità di un popolo. Questa è stata l'anteprima di "Sarò con Te", il film che racconta le gesta del terzo scudetto del Napoli. Che abbiamo visto e che proviamo a raccontarvi senza troppi spoiler.

Sarò Con Te: film scudetto SSC Napoli

Recensione Sarò Con Te: film scudetto Napoli

Diciamocelo subito, senza mezzi termini: è il film di Napoli, ma è soprattutto il film di Luciano Spalletti. Assoluto protagonista della pellicola, e non solo. Perché è anche da essa, semmai ce ne fosse bisogno, che evince chiaramente la centralità del tecnico toscano nella stagione che ha portato al trionfo in Serie A del club di De Laurentiis.

"Sarò con te" lo vedi tutto d'un fiato perché seppure sai già questa storia come va a finire, vuoi sapere come l'han vissuta i protagonisti. Le emozioni, i ricordi, i discorsi negli spogliatoi, le interviste e i piccoli gesti di calciatori, Spalletti e non solo, in un'annata di cui il tifoso napoletano non dimentica nulla. Anzi, con questo film aggiunge nuovi tasselli.

E ricostruisce il puzzle, si fa tutto più chiaro, tutto ciò che la stampa ti aveva raccontato, adesso lo confermano i protagonisti: le difficoltà estive e perplessità quando vanno via i big (da MertensInsigne, da Fabian a Koulibaly) e ad esser titubanti sono tutti, da GiuntoliSpalletti ai calciatori stessi; la reazione di Spalletti all'annuncio di volere lo scudetto da parte di ADL; il crollo in Champions League col Milan (la squadra prima festeggia per averli pescati al sorteggio, poi prepara male la gara di Serie A e dà fiducia ai rossoneri, poi "torna a sentirsi umana" come dirà Giuntoli, perde autostima e crolla ai quarti di Champions. Questi solo alcuni passaggi.

E non mancano gli aneddoti: la lite Maldini-Spalletti, col dirigente rossonero di cui è finalmente svelata la frase esatta rivolta a Spalletti: "Sei nervoso perché hai vinto troppo in campionato, mister? Cos’è sta roba". Oppure lo spogliatoio prima di Napoli-Salernitana che guarda Inter-Lazio ed esulta ai gol nerazzurri. Oppure il rito, il motto prima di entrare in campo, con lo spogliatoio guidato da Di Lorenzo che prima di entrare in campo recita: "Facce di cazzo. Sempre! Noi non si molla. Mai! Perché siamo. Napoli, Napoli, Napoli!". E tanti altri aneddoti e retroscena tutti da scoprire.

Ma il filo conduttore della pellicola ha un nome e cognome, Luciano Spalletti: dalla conferenza pre-ritiro e la contestazione a Dimaro fino a Udinese-Napoli, è lui l'indiscusso protagonista. Le sue frasi, le sue emozioni, i suoi discorsi nello spogliatoio. Gli appigli cui aggrapparsi per caricare la squadra, come la vittoria dell'Argentina festeggiata a Napoli, la voglia di arrivare in fondo anche in Champions League"perché forse mai più arriverò a questi livelli e quindi diamo tutto".

Le facce incredule di Elmas-Osimhen al divano letto che ha ospitato per mesi e mesi SpallettiCastel Volturno rendono epica la narrazione di uno scudetto dove il "Sarò con te" sembra la frase promessa da ogni singolo calciatore e componente della società alle volontà di mister Luciano, dal giorno 0 fino al fischio finale di Udinese-Napoli. Oltre che il coro dei tifosi, che fanno da sfondo e riempiono di emozioni, ilarità e colore il film. "Sarò con te" sa di promessa, che fa NapoliSpalletti. Che fa SpallettiNapoli, fino all'obiettivo.

I primi applausi della sala se li prende Kvaratskhelia per il gol all'Atalanta. E se li gode tutti, di tutta la sala, anche Zielinski, che raccontando l'esultanza in Juve-Napoli al gol di Raspadori diventa cittadino partenopeo a tutti gli effetti: "È stata una liberazione, là ho capito che lo scudetto era ad un passo. Un sogno di tutti noi napoletani che si realizzava". E poi, al fischio finale di Udine e quando Simeone che mostra la maglia di Maradona contro la Sampdoria.

Zielinski in Juve-Napoli

De Laurentiis c'è nel film come nella storia di questo scudetto, ma per una volta è più un osservatore interessato che un protagonista: si fida talmente tanto della scelta fatta con Spalletti che gli dà pieni poteri, autonomia. Ed è lì quasi a godersi una cavalcata da tifoso, ma ci terrà a sottolineare: "Sono contento all’ennesima potenza. Contento di aver appagato l'ambizione dei tifosi del Napoli di essere competitivi. Contro tutto e contro tutti".

De Laurentiis osserva la conferenza di Spalletti

Una vittoria che neanche Osimhen riesce a minimizzare: "Non la dimenticherò mai, qualunque cosa accada nella mia vita: è un ricordo incancellabile. Abbiamo vinto in un modo storico in una città dove amano il calcio così tanto, non ci siamo resi conto della grandezza della cosa".

Gli unici nei? Sicuramente a far da contesto, oltre attori e musicisti napoletani, avrebbe fatto piacere il coinvolgimento di giornalisti campani che hanno seguito ovunque e tutta la stagione la squadra, a raccontarne a posteriori le gesta di un'annata storica. Così come forse è eccessivo lo spazio temporale dedicato ai tre Napoli vs Milan fra campionato e Champions League. Il terzo e ultimo, è il poco spazio concesso alla notte post-Juventus-Napoli: è quella forse la notte col punto di contatto più istintivo, vero e irrazionale fra squadra e tifoseria. Le immagini c'erano, si poteva fare di più per raccontare l'amore viscerale.

La pettorina di Spalletti

Ma è Spalletti a raccontarci quest'amore viscerale, è lui a trasmetterlo alla squadra, è lui a crederci talmente tanto da farlo credere a tutti. Davvero tutti. È evidente guardando le immagini più esclusive della pellicola, delle riunioni, dei discorsi pre-partita, dello spogliatoio. Avete mai visto Space Jam col discorso di Michael Jordan e la sua bevanda segreta/magica? Beh, Spalletti ha reso una squadra umana per tanti mesi "inumana", come ripete Giuntoli. Si sentiva invincibile e capace di andare oltre le aspettative. E ce lo raccontano e fanno vivere in questi 110 minuti di proiezione cinematografica, dove l'allenatore è sempre centrale ad ogni sfumatura della narrazione.

Ci sono immagini che lo mitizzano e immagini che ne colgono la parte più vera, come il lavoro di campo alla sua La Rimessa. Ma anche immagini che sorprendono: il Napoli vince a Udine, la squadra festeggia negli spogliatoi e il mister è tutto solo nel suo stanzino di fianco lo spogliatoio"Mister, ma abbiamo vinto", gli fanno notare provando a coinvolgerlo nei festeggiamenti. La solitudine, lo scarico d'adrenalina dopo mesi e mesi, probabilmente la malinconia di chi sa che saluterà tutto ciò che sta vivendo in quegli istanti.

Ma la "felicità è fugace", sostiene il tecnico di Certaldo autore di un capolavoro: "Quella vittoria lì mi completa, mi rende in pace con tutto e con tutti. Ce l’ho sulla pelle ancora, una cosa così bella e sentita da parte mia, che non so se sono all’altezza di meritare tutto questo amore ed affetto qui". Amen.

di Manuel Guardasole

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