Se Callejon è ancora fondamentale (e lo è), qualcosa è andato storto

15.10.2019
16:00
Pasquale Cacciola

L'importanza di José Maria Callejon in questo Napoli di Carlo Ancelotti ed il punto sul suo rinnovo di contratto

La necessità di andare, ma anche l'obbligo di restare indietro. Partiamo da una domanda: questo Napoli è ancora Callejon-dipendente? La risposta è duplice. In senso assoluto verrebbe di dire no, soprattutto considerando anche livello e qualità dell'attuale rosa. Ma dall'altra parte, osservando l'aspetto pratico, la risposta non può che essere necessariente sì. Sì, sei anni dopo, il Napoli ha ancora bisogno diJosé Callejon. Qualunque siano modulo e varianti (troppe) di Carlo Ancelotti. Sia chiaro: parliamo di un giocatore unico e in certi aspetti irripetibile, di un equilibratore tattico di rara efficacia e capace di leggere il fuorigioco meglio dello stesso guardalinee.

Ma c'è comunque un paradosso di fondo. Perché è proprio quando il contratto è in bilico, a un passo dalla scadenza, che lo scenario cambia. L'ambiente, ora più che mai, comprende che ha ancora maledettamente bisogno del 34enne di Motril. Una situazione paradossale appunto. Perché il club era pronto a voltare pagina, ad andare avanti. Nient'altro che un doveroso, e giusto, cambio generazionale. Inevitabile considerando una lunga corsa che parte dall'era Benitez a oggi. 

Callejon Napoli

Poi però c'è l'imprevisto. E questo corrisponde all'attuale situazione caotica che vige in casa azzurra. Quel cantiere quasi chiuso e definito, il quale avrebbe dovuto portare un vantaggio quanto meno iniziale rispetto a Juventus e Inter, si rivela in realtà più aperto che mai. Non solo nella sua totalità, ma anche in alcuni settori singoli. Tipo quello a destra. Falliti i tentativi con Manolo Gabbiadini, Omar El Kaddouri e Adam Ounas, i vice Callejon di questi anni, anche Hirving Lozano non è partito benissimo

E' chiaro: tutt'altre caratteristiche e funzionalità differenti, ma è lui l'erede di Callejon (?). E' stato lui il prescelto per il futuro, il ponte in quel processo di ringiovanimento che a oggi fatica a compiersi. A Lozano non si può certo chiedere il lavoro totale di Callejon, ma sì di eccellere in ciò per cui è sempre stato uno specialista. E allora ecco che l'intoppo sorge anche qui: se il prescelto non fa bene e non convince, il maestro non può andare in pensione. Non potrebbe. La conferma è arrivata a Torino: con Lozano titolare, Ancelotti è stato costretto a inserire Callejon. E a tutto questo si aggiunge poi lo sconfortante scenario attuale, dove l'equilibrio manca maledettamente e con una formazione che necessita dei suoi veterani. Morale: se ci ritrova a tornare indietro su Callejon, qualcosa non è andato. Sia nella programmazione degli ultimi anni, ma anche nei risultati tecnici e tattici odierni. 

José Callejon

Quindi restano due mesi e mezzo per blindarlo. O quanto meno provarci. Sarà troppo tardi? Probabile. Anche perché Callejon, volendo, a gennaio potrebbe già firmare per un nuovo club. E' il gioco delle parti: se il contratto scade nell'estate in essere della stagione, il giocatore in questione può già firmare un pre contratto sei mesi prima. Ed è questo il rischio che la SSC Napoli ora corre in questo breve arco di tempo. Difficile ora prevederne gli scenari.

Molto dipenderebbe dal finale di stagione per farne un'analisi più lucida, così da capirne sviluppi e situazioni. Ma di tempo non ce n'è. E allora servirebbe quasi un atto di fede da parte di Aurelio De Laurentiis, un all-in. Il rischio è nullo, perché non porterebbe altro che la riconferma di un campione. Il problema, come al solito, è un discorso di natura economica. "Se vogliono rinnovare, io sono sono pronto. Ma senza fare follie...", ha dichiarato di recente in merito anche a Dries Mertens. Il presidente sarebbe anche pronto a firmare, ma alle proprie condizioni, le quali però non coincidono con quelli dei diretti protagonisti. "Aspettiamo una chiamata", ha riferito l'agente dello spagnolo. 

Oggi Callejon è ancora centrale in questo Napoli. Non si lascerebbe dietro né degli equilibri consolidati, né un erede (al momento) all'altezza. 

di Pasquale Edivaldo Cacciola 

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