ESCLUSIVA - C. Zanetti: "Quello 'scambio' con Blasi non era vero! Vi racconto le lacrime di Ronaldo e la 'beffa' in Corea con Byron Moreno! Su Capello, Gattuso e Tacchinardi..."

12.10.2015
11:50
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Fiorentina, Inter, Roma, Juve e di nuovo alla Fiorentina. La carriera di Cristiano Zanetti è stata impreziosita da stagioni di altissimo livello. Cresce calcisticamente nella Viola, lui ch'è di Carrara, poi le esperienze col Venezia, la Reggiana, il Cagliari e infine il salto nel calcio che conta. E' lui l'ospite di giornata di CalcioNapoli24 che l'ha raggiunto, in esclusiva, in vista di Napoli-Fiorentina, prossimo match di campionato. Dalla delusione del 5 maggio a quella di Byron Moreno in Corea. Tutto sull'attuale allenatore del Pietrasanta, in Eccellenza:

Nel 2011 si parlò insistentemente di uno scambio tra Fiorentina e Napoli: Blasi in viola e Zanetti in azzurro. Vero? "Non c'è mai stato niente di concreto col Napoli. Ricordo che quella fu la stagione in cui mi 'trasferirono' in tantissime squadre, ma alla fine poche erano le verità. No, col Napoli non c'è mai stato un contatto, la storia dello scambio con Blasi non è vera, eppure avrei accettato di buon grado".

Dall'Inter alla Roma, passando per Cagliari. Fu Fabio Capello a volerti in giallorosso, mica roba da poco. "Sì, fu lui a volermi alla Roma. Facemmo benissimo, vincemmo lo scudetto. Dirò sempre grazie al mister".

All'Inter fu un po' meno facile per te. All'inizio godevi della stima di Cuper, poi con l'arrivo di Mancini perdesti il posto da titolare. "Ero reduce da uno scudetto vinto da protagonista con la Roma. All'inizio a Milano andava tutto benissimo con mister Cuper, poi sapete tutti la storia del 5 maggio e dello scudetto perso a Roma, contro la Lazio, nell'ultima giornata di campionato. Il problema che ebbi a Milano è che andai in scadenza di contratto, mi aspettavo che la società mi desse fiducia, ma mi proposero il rinnovo quando ormai era troppo tardi. Decisi di seguire di nuovo Fabio Capello alla Juventus".

Era la Juve fresca fresca di Calciopoli. "Sì, il tempo di farmi firmare e scoppiò il caso". 

Torniamo al 5 maggio. Ronaldo in lacrime. Una scena che resterà impressa nella testa dei tifosi dell'Inter. "Non piangeva solo Ronaldo, piangevamo un po' tutti quel giorno. Fu un'annata strana quella. Avevamo Vieri e Ronaldo in attacco, si infortunarono e li sostituirono con Ventola e Kallon. I due giovani fecero benissimo, poi tornarono i due 'mostri' e fecero sfracelli. Meritavamo lo scudetto, ma sapevamo che andare a giocare all'Olimpico contro la Lazio non sarebbe stato facile. Ed ecco la frittata". 

Italia-Sud Corea, estate del 2002. Trapattoni in panchina. Byron Moreno in campo. Raccontaci quella maledetta serata ai Mondiali. "La cosa brutta fu quella di sentirsi derubati di qualcosa che meritavamo. Moreno annullò il goal a Tommasi, buttò fuori Totti più altre tante situazioni a nostro svantaggio. Quella nazionale avrebbe potuto fare ben altro al Mondiale, ma invece..."

Invece nel 2008 rifiutasti la convocazione in nazionale di Donadoni. Come mai? "Ormai ero logorato dagli infortuni. Per me giocare tre volte a settimana era tanto e non me la sentivo di dare il mio aiuto anche alla nazionale. Ero alla Juve, ma decisi di dedicarmi esclusivamente alle squadre di club". 

Un giudizio su Giovanni Trapattoni. "La cosa che l'ha contraddistinto dagli altri è che riusciva a rallegrare il gruppo. Un allenatore ironico, faceva spesso delle battute per tenere alto il morale della squadra. Al di là delle idee tattiche, ha vinto tanto soprattutto per questo aspetto". 

Il tuo amico di sempre nel mondo del calcio. "Ne ho tanti. Chiellini, Marchionni, Lupatelli. Loro li sento spessissimo".

E invece coloro coi quali non riuscivi ad andare d'accordo. In campo..."Gattuso e Tacchinardi (sorride ndr.). In campo erano quelli con cui mi scontravo di più. Poi fuori era tutt'altra cosa. Saluto sempre Rino quando lo vedo, non ho nulla contro di loro".

Ferrara allenatore della Juve. In fondo l'hai vissuto poco, no? "In effetti sì, quell'anno a Torino svolsi solo la preparazione, poi andai alla Fiorentina con Prandelli a giocarmi la Champions. Sapevo che con la Juve avrei giocato poco. Arrivarono Melo, Poulsen, Tiago e Diego. Tra l'altro la società non voleva rinnovarmi il contratto e mi accordai con la Fiorentina".

Napoli-Fiorentina, sono loro le regine del campionato italiano ad oggi? "Sarà una sfida molto interessante. Il Napoli dovrà stare molto attento a Paulo Sousa. E' un allenatore che prepara al meglio ogni partita e tra l'altro sa leggerle alla perfezione. Ha la capacità di cambiare modulo in maniera repentina e può mettere in difficoltà il Napoli, anche al San Paolo". 

Jorginho e Valdifiori. Uno è corteggiato da Conte, l'altro ha perso la titolarità con mister Sarri. "Jorginho farà bene in nazionale, è un giocatore di qualità e in nazionale devono andarci calciatori di qualità. Valdifiori sta solo pagando lo scotto di esser passato in una grande squadra, il pubblico deve lasciargli l'occasione di sbagliare e vedrete presto il vero Valdifiori".

Ad oggi alleni il Pietrasanta in Eccellenza, ma avrai un sogno nel cassetto. "Sì, è ovvio. Il mio sogno è quello di allenare la nazionale italiana, oppure una delle squadre che lottano per la Champions come Fiorentina, Inter, Napoli, Milan o Juve".

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