ESCLUSIVA - Negro: "Roberto Insigne mi sta aiutando molto, ora...condividiamo il condominio! E' stata dura lasciare fidanzata. Mi ispiro ad Higuain, Sarri mi ripeteva sempre..."
Passa in prestito al Latina, Antonio Negro, attaccante fino a qualche giorno fa a disposizione di Giampaolo Saurini, tecnico della Primavera. Si parlava già da un po' del suo ipotetico trasferimento, ma mai nulla di concreto è venuto fuori. La nostra redazione l'ha contattato in esclusiva appena un giorno dopo l'approdo nel suo nuovo club.
Quando hai saputo del passaggio al Latina?
"In realtà si vociferava, il mio agente mi aveva appena accennato qualcosa un paio di giorni prima della notizia ufficiale. Poi, mi ha chiamato il Dr. Pompilio la sera del 31 gennaio, verso le 20, per avvisarmi che il passaggio al nuovo club era stato completato. Qualche ora dopo arrivò l'ufficialità e adesso sono qui".
Come hai vissuto quelle ore d'attesa?
"Non bene. Da un po' mi sono fidanzato e il pensiero di lasciare la mia ragazza a Napoli mi spaventava. Ci siamo fatti compagnia su Whatsapp, aspettando una chiamata che poteva arrivare o meno da un momento all'altro. Insomma, cambiare città è un passo impegnativo che ad un ragazzo come me può anche mettere un po' di timore".
Ci parli della tua ragazza?
"Mi imbarazzo un po' quando devo parlarne. Sono molto riservato e anche lei lo è. Eravamo amici da diverso tempo, ma ci piacevamo. E' stata proprio quella nostra riservatezza che ci ha fatto tenere tutto nascosto. Infatti, solo dopo mesi che ci siamo frequentati è successo quello che tanto aspettavamo. Eravamo a Napoli, ai baretti, lì ci siamo dati il nostro primo bacio. Ci amiamo tanto. La lontananza non ci fa paura. Lei sta terminando gli studi all'università, verrà a trovarmi spesso qui a Latina. Anzi, spero di ritrovarmela qui il prima possibile".
Come ha reagito la tua famiglia alla notizia?
"I miei genitori mi hanno tranquillizzato, mi hanno ripetuto di stare calmo e che sarebbe andato tutto bene. La mia sorellina, Anna, l'ha saputo la mattina seguente e prima di andare a scuola è venuta ad abbracciarmi mentre io ancora dormivo. E' stato un momento tenerissimo. Poi sono andato a salutare mio nonno Antonio, quello che mi ha seguito nell'avventura del calcio sin da quando ero un bambino. Ci siamo emozionati e ci è scesa anche una lacrimuccia. Mi sono preso un attimo, uno soltanto per salutarlo e poi mi sono allontanato. Altrimenti non avremmo retto l'emozione del momento. Amo la mia famiglia. Mi sono stati sempre vicino, in ogni momento. E' a loro che devo tutto".
Hai già incontrato Roberto Insigne?
"Certo. Prima che mi trasferissi qui l'ho sentito spesso, mi ha sempre parlato bene di questo club e devo dire che aveva ragione. Mi trovo bene qui, sono tutti molto disponibili. Adesso ho preso casa nel suo stesso condominio. Mi invita spesso a cena da lui e andiamo insieme al campo per l'allenamento. Mi sta dando tanti consigli, così come sta facendo Pietro De Giorgio che è arrivato al Latina insieme a me ma con qualche anno d'esperienza in più che fa la differenza".
Cosa ti è rimasto dell'avventura in azzurro?
"I compagni di squadra sicuramente. Ho ricevuto tanti messaggi che quasi mi hanno fatto commuovere. Ho vissuto tanti momenti belli anche tra i più grandi quando mi allenavo in prima squadra. Sarri chiama spesso i ragazzi della Primavera e pretende molto. E' uno preciso, tosto. Ci sa fare. Mi diceva sempre 'sbaglia forte, non sbagliare mai piano': nel senso che voleva determinazione. Voleva che noi tirassimo fuori il carattere. Voleva farci crescere soprattutto dal punto di vista caratteriale. Nella Primavera del Napoli sono stato capocannoniere l'anno scorso. Tutti mi stavano vicino, mi inviavano messaggi d'affetto. Poi quando il mio rendimento è un po' calato sono spariti. Questa cosa mi ha fatto molto male, mi sono sentito solo. Tuttavia, sono sempre sicuro delle mie capacità. Ogni volta che entro in campo lo faccio solo per far gol e nient'altro".
Con chi hai legato di più in prima squadra?
"Con Lorenzo Insigne e Sepe mi divertivo tantissimo, mi hanno anche regalato le loro scarpette e le ho conservate a casa come un trofeo. Siamo buoni amici. Scherzavo spesso anche con Tonelli ed Allan. Higuain mi ha sempre ispirato tantissimo. Guardavo lui e vedevo quello che volevo diventare da grande. Un grandissimo attaccante, davvero".
A chi dedicherai il primo gol?
"Alla mia famiglia e a Teresa, la mia ragazza".