ESCLUSIVA - Skuhravy: "Al San Paolo per i primi 15' restai a guardare...solo Maradona! Miura al Genoa per business. Avrei detto sì alla Samp. Ho un messaggio per gli azzurri, vi prego..."

08.02.2017
18:00
Fabio Cannavo

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Era la punta di diamante di quel Genoa che arrivò addirittura in semifinale di Coppa Uefa, nel lontano 1991. Tomas Skuhravy, ex attaccante della Repubblica Ceca e del Genoa, è l'ospite della settimana di CalcioNapoli24.it che l'ha raggiunto in esclusiva in vista del prossimo match di campionato tra Napoli e Genoa. Dal rapporto con Gennaro Ruotolo alla prima volta in cui vide Maradona dal vivo, passando per il gemellaggio tra Genoa e Liverpool. Tantissimi i temi affrontati con Skuhravy, buona lettura.

Pronti, via. Al primo anno in Italia, al Genoa, Skhuravy segna 15 goal. E 15 li fa Aguilera. Che coppia eravate? "Grande, in quegli anni non era facile. C'erano grandi campioni in Italia dopo i Mondiali. Van Basten, Maradona, Vialli e Mancini. Insomma, facemmo un gran lavoro".

In quel Genoa c'era un certo Gennaro Ruotolo. Ci ha mai pensato ad insegnarti qualche termine in napoletano? "No, non parlava tanto in dialetto. Solo quando s'arrabiava partiva col napoletano e nessuno lo capiva. "

Che persona era Franco Scoglio? "L'ho vissuto poco, neanche sei mesi. Una persona particolare, quando parlava usava dei termini ben diversi da quelli che usano tutti. Amatissimo dalla tifoseria genoana". 

Stefano Tacconi tra i pali, era davvero così folle? "Dopo che giochi nella Juve non è facile ambientarti in una squadra media come il Genoa. Arrivò un grande campione a fine carriera. Tanta gente si aspettava di più da lui. Bravo ragazzo, eravamo amici".

Raccontaci l'anno della vostra retrocessione in Serie B. "A Firenze facemmo lo spareggio col Padova. Certi giocatori dovevano essere convinti di calciare i rigori e non lo furono. Panucci non era molto convinto di batterlo, dovevano essere i più esperti a farlo, ma il tecnico Maselli decise così". 

Come facevate a parlare con  Kazuyoshi Miura, il primo giapponese della storia genoana? "Aveva suo padre che faceva business con Spinelli, perciò arrivò in Italia e venne al Genoa. Era bravo tecnicamente, se fosse arrivato oggi sarebbe uscito un grande calciatore".

Come mai decidesti di restare a Genova anche in B? Non arrivarono offerte da club di A? "Ero attaccato alla gente di Genova, ai tifosi e alla società. Per cambiare ce ne vuole, anche la famiglia mi convinse a restare. Non sono uno a cui piace cambiare troppo spesso maglia". 

Quel giovanissimo Vincenzo Montella ai tempi di Genoa."Un fenomeno, bravo tecnicamente, ci sta che sia diventato un bravo allenatore. Faceva grandi goal col mancino".

Che ricordi hai dello stadio San Paolo? "Come dimenticarlo? Giocai contro Maradona la mia prima volta. Non riuscivo a giocare per i primi venti munuti e guardavo solo lui. Era un grande campione, ma anche la tifoseria napoletana era fantastica come la città".

Il difensore che ti metteva più timore? "Non avevo mai paura di nessuno, ero io a mettergli paura. Pasquale Bruno del Torino era molto cattivo in campo". 

Qualche anno fa dichiarasti: "Se mi avesse chiamato la Samp ci sarei andato". Quindi per te Higuain non ha tradito Napoli andando alla Juve... "La gente non si sarebbe dovuta incazzare se fossi andato alla Samp, i tifosi avrebbero dovuto capire. Si tratta di lavoro. Higuain non è un traditore, se l'accordo è stato trovato vuol dire che c'era voglia di andar via. La gente deve rendersi conto che si tratta di un lavoro e non un gioco". 

Hamsik leggenda slovacca. Hai mai avuto modo di conoscerlo? "Non l'ho mai conosciuto personalmente, ma è fortissimo. Anche lui ha avuto la possibilità di andare altrove ma ha scelto Napoli. E' napoletano ormai". 

Ai tuoi tempi, in Italia, la Juve già la faceva da padrona? "La Juve è la Juve, a me piaceva giocarci contro anche perchè siamo stati i primi a buttarli fuori dalla Coppa Uefa".

Schick, nuovo talento della Samp. Davvero forte vero? "Può diventare un grande giocatore, se gli allenatori lo capiscono e lui capisce il calcio italiano. Facendo la riserva di un titolare a Napoli...ci starebbe tutto".

Arrivasti in Coppa Uefa in semifinale battendo il Livepool. Un' impresa storica. "Una serata indimenticabile, abbiamo finito la gara a Liverpool e vedere tutti gli inglesi che ci applaudivano non lo dimenticherò più. Da quella gara c'è stato il gemellaggio tra Genoa e Liverpool". 

Mai stato vicino al Napoli? "No, mai arrivate offerte. Magari arrivavano, ma non l'ho mai saputo".

Poi termina e conclude così: "Il Napoli ha vinto 7 a 1 col Bologna, chiedo agli azzurri di non ripetersi col Genoa perchè abbiamo bisogno di punti per salvarci (ride ndr.)". 

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