Intervista all'ex Napoli Vasco Regini
Intervista all'ex Napoli Vasco Regini

Regini: "Napoli? Un rimpianto bellissimo! Ma non mi infastidisce il famoso 'Grassi&Regini'. Vidi Quagliarella soffrire in lacrime, su Sarri e lo scudetto..." | ESCLUSIVA

19.10.2024
13:00
Redazione

Vasco Regini racconta da doppio ex di Empoli-Napoli la sua carriera e il suo periodo in azzurro: l'intervista video di CalcioNapoli24

Il Napoli in quel momento agì intelligentemente: non condannerei quella scelta, prese due non titolari con me e Grassi”. Le parole sono quelle di Vasco Regini, ex calciatore azzurro che Napoli ormai la vede ogni mattina, con gli occhi che attraversano il golfo. Lasciato il calcio giocato la scorsa stagione, l’ex Empoli fa parte dello staff di Enrico Barilari, ed il Sorrento prepara la sfida al Benevento nel girone C di Serie C. Forse è un record, ma nello stesso weekend Vasco Regini è un quadruplo ex: oltre Empoli-Napoli, in Serie B si giocherà Cesena-Sampdoria, altre due squadre che hanno avuto un ruolo importante nella sua carriera. Superato il corso ‘Speciale Combinato Licenze C e D per l’abilitazione ad Allenatore UEFA B’, Vasco Regini ci accoglie sulla tribuna dello stadio Italia, in attesa che la squadra arrivi per l’allenamento pomeridiano.

Empoli-Napoli: intervista a Vasco Regini di CalcioNapoli24

Chi è Vasco Regini? Come ci si auto-definisce? E, soprattutto, il primo ricordo legato al calcio.

“Il Vasco Regini calciatore parte a 4 anni, muove i primi passi con la passione del proprio papà ex calciatore. Ho sempre avuto la passione del calcio, ho fatto un grande settore giovanile come quello del Cesena. Ricordo bene il debutto da professionista con i bianconeri, partii titolare in un derby con il Bologna: mamma conserva ancora tutti gli articoli”

1 marzo 2008, debutto da professionista in Bologna-Cesena 2-1. 9 maggio 2009, Sampdoria-Reggina 5-0: debutto in Serie A. Cosa rappresentarono?

“La prima data fu inaspettata: ogni tanto mi allenavo con la prima squadra ma non pensavo al debutto. Fabrizio Castori non mi diede segnali di poter giocare, lui tornò dopo un esonero e mi ritrovai a fare il titolare: pensai, cavolo ho esordito in Serie B a 17 anni. Ricordo l’incredulità, sicuramente. In Serie A invece ero già abbastanza dentro il calcio professionistico, ma fu una emozione incredibile”

Cosa sono stati la Sampdoria e l’Empoli?

“La Samp è al primo posto per me, con loro ho fatto undici o dodici ritiri, sono stato capitano: è stata la squadra con cui ho giocato di più in Serie A, indubbiamente mi ha dato tantissimo e sono riconoscente. L’Empoli mi ha lanciato nel calcio importante, soprattutto al secondo anno con Sarri in panchina: fu un exploit, fui tra i migliori difensori di B e arrivai a giocare l’Europeo Under 21”

Ci sono cinque compagni a Empoli che hanno condiviso esperienze a Napoli: Valdifiori, Hysaj, Tonelli, Dumitru e Spinazzola. Dodici anni fa si vedeva che quest’ultimo sarebbe potuto essere quello attuale?

“Leonardo era un ragazzo giovanissimo allora, ma si vedeva avesse una grande gamba: ad Empoli però c’era Sarri ad allenava, molto metodico nei movimenti. Leo andava forte, era uno spirito libero, ma non era tanto disciplinato e per questo giocò poco. Ma il suo potenziale si intravedeva eccome”

Vasco Regini a CalcioNapoli24

Il Napoli, invece, cosa è stato?

“Un po’ di rimpianto, sicuramente: arrivo con la squadra prima in classifica, con la speranza di rimanere l’anno dopo. Io arrivo con il Napoli in corsa su tre fronti, ma nel giro di poco tempo si esce con l’Inter di Mancini in coppa Italia e con il Villarreal in Europa League. Quindi si resta con una sola competizione: Sarri è uno molto metodico, che non cambia tanto le rotazioni. Lo sapevo già dai tempi di Empoli, però, e a causa di tutte queste cose qui giocai solo venti minuti all’ultima giornata col Frosinone. Riuscii a vedere il gol di Higuain, quello sì. Ma il rammarico era di rimanere lì, mi venne detto che Ghoulam e Koulibaly sarebbero andati via per la Coppa d’Africa ed avrei potuto avere spazio. Però tornai alla Samp e non se ne fece nulla: è un rimpianto, sì, ma non posso farci nulla. Ho avuto l’opportunità di vivere cinque mesi in uno spogliatoio fortissimo: mia moglie mi seguì e venne con me, se lo chiedete a lei vi dirà che Napoli è stata una delle città migliori, che ti offre tante cose, che è splendida, e da calciatore del Napoli è ancora più bella. Devi riuscire a evitare un po’ il clamore, ma è una città che offre tantissimo. Ci dispiacque venir via”

Maurizio Sarri all’arrivo disse ‘deve tornare a fare il centrale e ha sempre fatto il terzino’: cosa ti disse all’arrivo? Era dura allenarsi sapendo di non giocare?

“Io venivo dalla stagione con lui ad Empoli, per esigenza mi ritrovai da terzino a centrale: lì avvenne l’exploit. Tornai a fare il terzino in Serie A, io però avevo fatto bene da centrale e forse per quello disse così. Probabilmente facevo bene con il suo modo di difendere, ed è qualcosa che mi sto portando dietro in carriera. Per questo parlò così. Io sapevo di essere indietro nelle rotazioni, ma quel gruppo mi stimolava: sono migliorato tanto, dall’esperienza questo mi porto dietro”

Che spogliatoio era quello? Come ti accolsero?

“Quel gruppo lì mi accolse benissimo, tutt’ora quelli che incontro mi salutano. Si lavorava benissimo all’interno, non c’è uno che possa dire di essere fuori dai ranghi. Purtroppo in alcuni momenti la gestione non fu ottimale e non arrivò lo scudetto, ma si poteva fare”

Quel mercato di gennaio è sempre ricordato come il mercato dei Grassi e dei Regini: è qualcosa che dà fastidio?

No, non è bellissimo ma non dà fastidio. Il Napoli in quel momento agì intelligentemente: il gruppo funzionava, avranno pensato di prendere due pedine che potevano tappare alcune falle. Io arrivai al posto di Henrique, da quarto centrale, e potevo fare il terzino dietro Ghoulam e Strinic. Fu una scelta condivisibile, non da criticare. Poi è chiaro che i risultati non diedero ragione ma col senno di poi è facile. Non condannerei quella scelta, prese due non titolari con me e Grassi”

"Grassi e Regini", il ricordo di Vasco

Non fa sorridere, col senno di poi, che l’unica presenza sia arrivata nella partita del record dei 36 gol di Higuain? Come viveste quel momento?

“Speravo di entrare, di fare almeno una partita. La situazione del punteggio era larga, per fortuna riuscii ad esordire. Fu una partita storica, i 36 gol di Higuain al termine di un campionato strepitoso. Un attaccante incredibile”

Fu emozionante l’esordio.

“Certo, tengo ancora le magliette di tutte le squadre. Sicuramente fu una bella emozione, l’allora San Paolo è uno stadio che ti dà tanto a livello emozionale. Fu bello, un motivo d’orgoglio perchè il Napoli è una big del calcio italiano”

L’attaccante più forte mai marcato, il compagno di squadra più forte mai avuto, il talento più lucido che ha avuto meno dalla carriera.

“Se prendiamo il trofeo Gamper, dico Messi. Togliendo quell’amichevole, giocando da terzino prendevo gli esterni allora ti dico Mohamed Salah. A memoria, ci ho giocato sia con la Fiorentina sia con la Roma. Il compagno più forte sicuramente Antonio Cassano, perchè un talento del genere non l’ho mai più rivisto se non in Messi. Il talento era smisurato, riusciva a vincere le partite quasi da solo. Fece una stagione straordinaria. Penso poi a Higuain a Napoli, tra i difensori Koulibaly. Ma resto su Cassano, per il talento che aveva poteva essere uno dei più forti al mondo”

Ora ci racconti di Leo Messi e la sensazione di affrontarlo.

“Parliamo di uno dei più grandi di tutti i tempi: al trofeo Gamper ebbi la fortuna di affrontare il Barcellona una settimana prima della Supercoppa Europea, schierarono i titolari ed avevo davanti a me Messi, Suarez e Arda Turan in attacco. Fu una esperienza straordinaria, giocai terzino e centrale ed avevo Messi dal mio lato: mi impressionò il fatto che lui e Suarez fossero tranquillissimi, scendevano in campo bevendo il mate, li vedevi come se andassero al cinema, sereni fino al fischio d’inizio. Questa è una cosa che ti spaventa, perchè non ha bisogno di riscaldarsi, come se attivassero la mente ad inizio partita: è una abilità da campioni, mentre gli altri giocatori si preparano. Poi uno fa doppietta e l’altro segna un gol. La maglia di Messi forse la prese Quagliarella, io ne volevo una ma la scambiai con Aleix Vidal”

Che attaccante è stato Quagliarella?

“Uno tra i primi con cui ho giocato, subito dietro Cassano e Higuain. Sono stato cinque anni con lui, siamo amici fuori dal campo e siamo molto legati anche tramite le nostre compagne. Fabio è straordinario, la sua storia l’ha dimostrato ancora di più. Andò via in quella maniera dal Napoli, lui soffrì tantissimo e quando venne fuori si sciolse in un pianto liberatorio. Si liberò e poi l’anno dopo diventò capocannoniere a 34 anni”

Come se avesse avuto un peso.

“Sì, che non lo faceva esprimere al massimo. Fabio è stato un giocatore completo, nei cinque anni assieme ci ha dato tantissimo”

Torno un attimo su Sarri, un episodio che lo caratterizzava?

“Lui sicuramente è molto scaramantico, posso dire che a volte faceva i cambi allo stesso minuto se vinceva, e faceva gli stessi cambi successivamente. Era una cosa particolare, ma lui è tanto scaramantico”

Ora Sorrento, collaboratore tecnico, e corso a Coverciano UEFA B. Futuro da allenatore?

“Adesso che sono più maturo, rispondo che non guardo tanto avanti ma penso al presente: non so cosa sarà dopo, l’ambizione è l’aver intrapreso un cammino per fare le cose al massimo. Poi si vede”

E qual è l’idea che inizia a svilupparsi nella mente di Regini? In che direzione va il suo calcio?

“Guardando le partite del Napoli di Sarri, del Barcellona di Guardiola: quando le vedo, ho i brividi e la pelle d’oca. Forse il Napoli di Sarri era quello più incredibile, perchè giocava bene, era una squadra pazzesca. Io vado alla ricerca di un calcio che possa emozionare, penso sia la bellezza del nostro sport”

Quale dote ammiri in Conte e quale in D’Aversa, per il quale ha giocato 50 minuti della sua carriera.

“Il secondo l’ho avuto e posso dire la determinazione e la voglia di non mollare, lui è uno molto tosto ed è anche bravo nel lavoro in campo: ti dà tante soluzione, lavora molto bene in campo e si vede ciò che sta facendo ad Empoli. Conte l’ho incontrato sempre da avversario, è una certezza: ovunque va riesce a tirare fuori il massimo o anche di più”

Kvaratskhelia sarebbe stato difficile da marcare quanto Salah?

“Probabilmente sì, per fortuna mia gioca a sinistra e non l’avrei incrociato. Sicuramente lui come Osimhen sarebbero stati tra i più forti: Victor l’ho visto dalla panchina, però”

Qual è il segreto della piazza di Empoli?

“La programmazione innanzitutto, la passione che hanno in ciò che fanno i vari dirigenti, a partire dal presidente Corsi. Hanno una passione incredibile, una voglia di far crescere i ragazzi. Loro spendono tanto tempo, impegno e soldi nel costruire un ambiente ideale dal punto di vista tecnico per far crescere i ragazzi, i risultati si vedono e questa è la ricetta vincente per un settore giovanile”

C’è un allenatore in carriera a cui dici grazie, guardandosi indietro?

"Per quello che è successo, Sinisa Mihajlovic"

Cosa ha dato il calcio a Vasco Regini? Più dato o più ricevuto?

"Sicuramente il calcio a me, io continuo ad essere in questo mondo e ciò testimonia il fatto che il calcio mi abbia dato di tutto: emozioni, educazione, rispetto, tutte le componenti che ritrovi nella vita di tutti i giorni. Io le ho imparate nel mondo del calcio"

Empoli-Napoli: parla Vasco Regini a CalcioNapoli24

Chi vince lo scudetto?

“Quest’anno è difficile, Napoli ed Inter se la giocano: il Napoli con Conte e senza coppe lo vedo bello competitivo. L’Inter come rosa è la squadra più forte, anche se non sempre vince il più forte. Poi magari vince una terza, chissà”

Cosa dici ai tifosi del Napoli?

“Una città meravigliosa, un popolo straordinario, sono fortunati a tifare Napoli”

È passata mezz'ora, i ragazzi del Sorrento stanno arrivando al Campo Italia: per Regini è tempo di andarsi a cambiare, di infilare il completino e scendere in campo. Stavolta, però, è lui a dare indicazioni ai calciatori.

RIPRODUZIONE RISERVATA, previa citazione della fonte: CalcioNapoli24

Fonte : di Claudio Russo e Manuel Guardasole
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