Rocchi: "'Ahò tu sei forte' così Lotito mi accolse alla Lazio. Napoli da scudetto ma campionato da grandi incognite. Sono stato vicino all'azzurro e vi spiego l'esonero di Reja" | ESCLUSIVA

27.01.2023
20:00
Ciro Novellino

Ultime calcio Napoli Tommaso Rocchi in esclusiva a CalcioNapoli24 parla della lotta scudetto e della sua carriera

Il Napoli prosegue la propria corsa in campionato, aiutato anche dalla Lazio che ha battuto il Milan all'Olimpico col punteggio di 4-0. Domenica gli azzurri affronteranno la Roma che per Tommaso Rocchi vuol dire un derby. La redazione di CalcioNapoli24 l'ha raggiunto in esclusiva e queste sono le sue dichiarazioni:

Tommaso Rocchi

Rocchi sulla sua carriera

Al Venezia, nel settore giovanile, i primi gol. Però hai rinunciato un quadriennale offerto da Zamparini per la Juventus

“Non è andata proprio così. Giocavo a Venezia e l'ho fatto fino ai 14 anni, l'anno limite prima del vincolo a 18 anni. C'era la possibilità di continuare a rimanere o di andare alla Juventus. E' stata una scelta, per quanto faticosa e impegnativa. All'inizio piangevo sempre, volevo tornare a casa ed è stato un periodo difficile. Sono andato, però, in un settore giovanile di livello per crescere e diventare un calciatore, cosa che non è facile”.

Da ragazzo eri tifosi del Milan e di Van Basten, poi hai ammirato Vialli, Baggio e Del Piero, che ricordi hai?

“Grandissimi giocatori, arrivare in una realtà come Venezia e poi andare alla Juventus era un qualcosa di incredibile. Vederli al campo, allenarsi, era un sogno. In primavera, poi, ci ho fatto allenamenti e amichevoli insieme, entrando in contatto ed era fantastico. Una crescita che è diventata una realtà. Affrontarli, poi, in carriera, era quasi un motivo di sfida e confronto. Misurarsi contro campioni del genere era motivo d'orgoglio, vuol dire essere di un livello tale da potersi confrontare. Ho fatto la gavetta dalla C alla serie A ed ho sempre cercato di trovare una squadra che credesse in me per farmi esprimere e mostrare il mio valore. L'ascesa è stata bella e sono arrivato in A con l'Empoli”.

Al Como trovi Preziosi. Da Zamparini a Preziosi, due presidenti con la fama del 'mangia allenatori'

“Mi sono trovato bene in tutti i casi, anche perchè come persona e uomo, cercavo sempre di mettermi a disposizione dell'allenatore e della società che credeva in me. Davo il massimo e ho vissuto con Preziosi anni importanti. E' stato anche quello un passaggio di livello, da Saronno andammo a Como, mi volle a tutti i costi. Ha sempre puntato in alto e il mio obiettivo era ripagare la fiducia”.

A Como eri con De Zerbi, ti aspettavi avesse questo tipo di carriera da allenatore?

“Ci ho giocato insieme ma solo i primi mesi perchè aveva poco spazio e decise di andare via. Non me lo aspettavo potesse diventare un allenatore del genere con un caratterino frizzante ma con un mancino incredibile. A quei tempi, 25 anni fa, non ci pensavo. Quando l'ho visto allenare e come giocavano le sue squadre, sono diventato suo estimatore. Ho preso il master Uefa Pro a settembre e lui ci fece una lezione: abbiamo parlato del periodo a Como e del calcio in generale. Crede nelle sue convinzioni e le porta avanti anche se può andare contro e scontrarsi con qualcuno”.

Ad Empoli comincia la grande svolta della tua carriera

“Una tappa fondamentale che dalla B mi ha concesso di salire in A e misurarmi in un palcoscenico importante. Empoli valorizza da sempre i giovani. Punta sui giovani e li aspetta. Non c'era l'apprensione di dover dimostrare tutto e subito”.

Che coppia con Di Natale...

“Con Antonio ho vissuto tanti momenti belli, compreso quello della Nazionale con Donadoni. Il primo anno mi sono dovuto adattare. C'era Maccarone centravanti con mister Baldini che ci faceva giocare con il 4-2-3-1. Su una delle fasce c'era Marchionni. Baldini mi disse che ero bravo e voleva farmi giocare sull'altra fascia. Quell'anno mi sono adattato e ho fatto 12 gol, salendo in serie A. Poi Maccarone andò via e mi sono spostato al centro”.

Ahò tu sei forte, fai gol, sei bravo, vieni da noi hai capito?” ecco, Lotito ti accolse così...

“La prima frase che mi ha detto dopo che per tutto il giorno, a Milano, ultimo giorno di mercato, era impossibile sedersi e parlare perchè c'erano tanti cambiamenti, in quel momento. Lotito arrivò a giugno e decise di cambiare tutto. In quel giorno siamo stati presi in 9: io, Siviglia, i due Filippini e 5 argentini. Per sedersi e firmare abbiamo girato un po' l'hotel”.

Mi spieghi il soprannome 'ghepardo'?

“Ad Empoli mi ero fatto i capelli biondi, i colpi di sole e mi hanno soprannominato così. A Milano, l'Inter ha perso 1-0, nell'ultimo turno di campionato con l'Empoli, e ho rivisto le immagini dell'ultimo successo empolese con questo punteggio proprio a San Siro: era il 2004, vincemmo con gol mio su assist di Tavano. L'Empoli non vinceva da quel momento, con quel punteggio, e riguardandolo con i miei figli ho notato che non mi riconoscevano, avevo i capelli e i colpi di sole”.

Con Pandev una grande coppia, il macedone ha lasciato un bel ricordo anche a Napoli. Hai qualche aneddoto che vi riguarda?

“Siamo stati una delle coppie più prolifiche con la maglia della Lazio: abbiamo fatto quasi 160 gol in due, e siamo arrivati a poco da Casiraghi e Signori. Ci trovavamo bene, lui veniva incontro e si girava e ci cercavamo sulla mia profondità. Sembrava sempre col muso agli occhi di tutti ma era uno divertente, molto alla mano. Fuori potevi vederlo silenzioso, faceva fatica a parlare in italiano ma con lui era uno spasso”.

Perchè dopo tanto tempo non sei rimasto nella Lazio?

“Ho fatto il settore giovanile per 6 anni, ho preso il master e valuterò le ipotesi nella prossima stagione”.

Eri alla Lazio e contro il Napoli ha fatto esonerare Reja

“L'ho avuto anche come allenatore alla Lazio, mi sono trovato bene anche con lui. Mi ricordo quella partita, il problema per il Napoli fu che io pensavo di giocare dall'inizio e, invece, Delio Rossi fece un'altra scelta. Entrai e feci due gol, nell'esultanza si vede che ero arrabbiato. Avevo voglia di dimostrare che aveva sbagliato la sua scelta”.

Sei mai stato vicino al Napoli?

“Si, c'è stato un periodo ma è stata una scelta mia, non in riferimento al Napoli ma in generale. Al primo anno di Lazio ero in comproprietà con Empoli, ma nel secondo firmai 3 anni di contratto con la Lazio. Avevo fatto gol sempre ed ero un punto di riferimento. Da 27 anni a 30, era nel momento più alto ma mi stava scadendo il contratto. E' lì che c'è stata la possibilità Napoli, come per altre squadre. Da parte mia c'era la felicità di chi era seguito ma non c'è mai stata trattativa perchè Lotito mi dichiarava incedibile. Mi sono conquistato l'affetto della gente, messo a segno 100 gol e indossato la fascia da capitano, avevo il desiderio di continuare con la Lazio”.

Rocchi sulla corsa scudetto

Questo Napoli lo vincerà lo scudetto?

“Ha un bel vantaggio e ha buone possibilità. Credo sia giusto, l'ha dimostrato sul campo. L'unica, diciamo così, incognita, è il fatto che questo sia un campionato anomalo, dopo la sosta per il Mondiale. Mentalmente e fisicamente è diverso, più complicato. Il campionato è ripreso, a breve lo faranno anche le coppe ma questo sembra quasi un altro campionato, che riparte con un vantaggio ampio. Il Milan, per esempio, è in difficoltà visti gli ultimi risultati, l'incognita può essere questa”.

Spalletti grande allenatore, l'ha sempre dimostrato. Quanto di suo c'è in questa stagione?

“Molto. Lo conosco, ha sempre avuto stima di me anche da giocatore. E' un allenatore bravo e preparato e il suo modo di vedere lo rende unico. E' cambiato nel tempo, è un allenatore che ad oggi, forse a differenza di prima, si è evoluto. Nel calcio di prima si era decisi ad utilizzare un'idea e la si portava avanti, oggi è cambiato e lui si esprime al meglio, in questo cambiamento. Farlo durante la gara, nelle due fasi, è un'arma in più. Un allenatore moderno deve saper leggere le partite e fare cambiamenti. Queste letture lui le sa fare alla grande, si è evoluto perchè il calcio si è evoluto”.

La Lazio ha fatto un regalo al Napoli, un 4-0 al Milan che allontana i sogni scudetto di Pioli

“La Lazio sta facendo un grande campionato. È  cresciuta molto rispetto lo scorso anno. Sarri crede nel lavoro e si vede il modo di interpretare le gare con la sua filosofia. Oggi ci sono 5 squadre in 3 punti, c'è quasi più una lotta per arrivare nei primi posti che pensare di andare a raggiungere il Napoli. Tutti diranno di voler raggiungere il Napoli ma per guadagnarsi un posto in Europa”.

Domenica il Napoli ospita la Roma di Mourinho per..?

“Per vincere ed allungare il passo ancora di più. Il Napoli parte favorito. Sarà una bella partita, sono gare di livello e sentite. Mi immagino che la squadra di Spalletti farà la partita, spinta dall'entusiasmo dalla gente. Partirà favorito, però la Roma gioca in maniera compatta e cercherà di sfruttare le giocate individuali e di ripartenza. Il Napoli deve avere pazienza ed essere bravo ad attirarli per andare a colpire”.

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