Maggio: "La verità su quell'Inter-Juve vista in albergo: Higuain andò via senza salutare. Ancelotti? L'anno scorso capitava che non giocavi tre mesi, mi ricorda Benitez"

06.10.2018
15:30
Redazione

Christian Maggio ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di ottochannel dove ha parlato anche dei suoi trascorsi al napoli. Ecco alcuni passaggi evidenziati

Christian Maggio ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di ottochannel dove ha parlato anche dei suoi trascorsi al napoli. Ecco alcuni passaggi evidenziati da CalcioNapoli24:

"La gara che ricordo con maggiore piacere è la finale di Coppa Italia vinta a Roma con la Juve con Mazzarri, è stata una gioia incredibile perché mancava da tempo una vittoria così. La partenza di Higuain è stata una cessione dolorosa e rabbiosa. Noi ci siamo rimasti male per il modo in cui era andato via, non ci ha salutato magari aveva buoni motivi. Lui ha le sue ambizioni, al di là che sia andato alla Juve ho rispetto la sua decisione perché voleva vincere. Si è voltato subito pagina".


"Scudetto perso nell’albergo a Firenze? Non so cosa sia successo, è chiaro che inconsciamente qualcosa possa essere cambiato nella testa di qualcuno dopo Inter-Juve. Stavamo guardando in una stanza il match, c’è stata delusione e rabbia. Credo che sia nata e poi finita lì, non voglio pensare che quella gara abbia condizionato la nostra prestazione. Ero in panchina e vedevo i miei compagni non erano convinti in quella gara, li vedevo strani. Era evidentemente destino, purtroppo è andata così".

"Il giocatore migliore con cui ho giocato al Napoli è Cavani. È arrivato che aveva fame e voglia di sfondare, si allenava tutti i giorni e non voleva mai mollare. Lui si arrabbiava quando non segnava anche da un metro. Poi ci sono Lavezzi che è un grande amico, mentre Higuain era arrivato a Napoli che era già un campione".

"Cosa ho pensato quando non sono entrato in Napoli-Crotone? Penso che la mia faccia dicesse tutto, ne ho già parlato e non mi sembra giusto continuare. Ho un bellissimo ricordo in ogni caso di quel giorno, non mi è mai successo in dieci anni di fare un giro di campo così e questo mi ha reso orgoglioso. Ci tenevo a chiudere giocando anche cinque minuti, purtroppo non è successo e non l’ho presa benissimo. Sono state decisioni del mister e ho dovuto accettarlo a malincuore"

"Ancelotti ha una mentalità diversa nelle rotazioni. Anche con Benitez accadeva lo stesso, un giocatore sapeva che poteva essere chiamato in causa in qualsiasi momento. Lo scorso anno capitava che un giocatore non giocasse per due-tre mesi, poi si ritrovava magari a giocare una gara fondamentale per lo scudetto e forse in quel momento veniva a mancare"

"Napoli-Liverpool? L’ho vista da casa. A Napoli ho avuto la possibilità di giocare su grandi livelli e grandi palcoscenici. Rivedere quella gara mi ha fatto venire bei ricordi, la Champions è una cosa fantastica!"

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