Genoa, il napoletano Mandragora: "Entrare al San Paolo da giocatore è un dono del cielo e un sogno che si avvera"

25.01.2015
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Redazione

Dal tifo in curva A, al terreno di gioco. La prima volta non si scorda mai. Se non è una favola questa, per Rolando Mandragora, chissà cos’è. E va bene, è solo l’inizio. “Andavo allo stadio con papà, in curva A o nei distinti. Entrare al San Paolo da giocatore, sebbene abbia tutto da dimostrare, è un dono del cielo e un sogno che si avvera” racconta il centrocampista 17enne, da tre in forza al Genoa. Emozioni che spuntano all’alba di un nuovo giorno, non tramontano come per l’esordio in Serie A. Vittoria con la Juve, in campo dal primo minuto. “Ho vissuto a Cercola, poi a Scampia: le mie culle”. E’ cresciuto in fretta. Una maturità sbalorditiva per uno della sua età. “I miei amici abitano a Volla e Scampia. Con loro mi ritrovo per le vacanze in Calabria, al Villaggio Arcomagno, a San Nicola Arcella. Tutte le estati”. Non è poi così facile provocargli un tuffo al cuore. “Il Napoli è forte e ha tanti campioni, il Genoa può giocarsela e fare risultato”. Napoli per lui. “Il Maschio Angioino, Castel del Novo, Marechiaro. Sono i nonni a Ponticelli, le delizie della Gelateria Del Gallo. No, il caffè non fa per me”. Si è commosso un paio di settimane fa, nel vedere tutto il San Paolo cantare Napul’è. Nell’omaggio a Pino Daniele, sopra quel prato, che fiorire di sentimenti. La struggente bellezza di una città che si fa amare alla follia, con i suoi pregi e le mille contraddizioni. “Quante volte mi è capitato di cantarla. Pino era un ambasciatore di Napoli nel mondo, credo che i napoletani gli volessero bene per questo. Napoli ha più di mille colori e di mille facce. Impensabile catturarle tutte”. L’azzurro che lo faceva palpitare da bambino, sui gradoni di Fuorigrotta, ha lasciato posto a quello delle nazionali giovanili. “Con umiltà sto vivendo una fantastica esperienza in Under 19. A marzo andremo a giocarci l’Europeo per la Fase Elite”.

Fonte : Genoafc
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