
Accardi: "Gutierrez scelta strategica, il Napoli prenderà anche l'esterno alto! Chiesa? Ha un solo problema"
A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Beppe Accardi, agente FIFA. Di seguito, un estratto dell’intervista.
Presidente, quello che stiamo osservando nel calciomercato in Serie A evidenzia un divario sempre più marcato con la Premier League. Penso, ad esempio, al caso Ndoye: il Napoli lo ha seguito per mesi, poi arriva il Nottingham con un’offerta fuori da qualsiasi logica di mercato, sia per il calciatore che per la squadra, e lo porta via. Quanto è profondo questo divario?
“È già da diversi anni che c’è una differenza abissale tra noi e il calcio inglese. Il problema è che non si tratta più solo di un confronto tra noi e la Premier League, ma anche altri campionati iniziano a metterci in difficoltà. Se non ristrutturiamo il nostro campionato in modo serio, diventerà sempre più complicato competere. L’altro giorno ho sentito Bobo Vieri dire una cosa giustissima: una volta, i calciatori più forti al mondo venivano in Italia, volevano giocare nel nostro campionato. Oggi quell’appeal è svanito. O siamo bravi a ristrutturare tutto, a dare un nuovo senso di bellezza e romanticismo alla Serie A, o rischiamo di finire sotto persino alla Ligue 1 francese.”
Passando alle vicende di casa Napoli: mercato molto attivo con sei acquisti già ufficiali, e adesso si parla di Gutierrez dal Girona. Secondo lei è il profilo giusto per rinforzare la fascia, considerando che si cercavano caratteristiche differenti?
“Gutierrez è un giocatore di corsa, ma non è propriamente un esterno offensivo. È una scelta strategica, ad oggi servirebbe trattenere Raspadori, però torniamo sempre allo stesso punto: l’aspetto economico. Se ti fanno un’offerta irrinunciabile, è difficile dire di no. Nel calcio capita spesso che rifiuti un’offerta oggi, poi l’anno dopo il giocatore ha problemi o rende meno del previsto, e te ne penti. Gutierrez è un giocatore diverso come caratteristiche, ma in un’ottica di calcio come quello di Conte, fatto di duttilità e forza fisica, può diventare fondamentale.”
Con l’eventuale arrivo di Gutierrez, non crede che il Napoli rischi di restare scoperto nel reparto offensivo esterno? Al momento ci sono solo tre esterni di ruolo.
“Secondo me, prima della fine del mercato, il Napoli interverrà per completare la rosa. Non mi preoccuperei troppo. Il mercato è lungo, complicato, e le strategie sono fondamentali. Credo che il Napoli abbia le idee chiare: magari oggi non c’è ancora il nome dell’esterno pronto, ma negli ultimi giorni qualcosa farà.”
Questo nome potrebbe essere Federico Chiesa?
“Federico Chiesa è un giocatore con qualità incredibili, ha una forza devastante. Però il suo problema, a mio avviso, è che è un calciatore con caratteristiche molto individuali. Se lo metti al centro di un progetto e costruisci la squadra attorno a lui, può fare la differenza. Ma se lo inserisci in un contesto dove deve essere uno dei tanti, rischia di cozzare con la logica di squadra. È egoista inconsapevolmente, perché è proprio il suo modo di giocare: prende palla, abbassa la testa e parte verso la porta. Se riesce a fare quel salto in avanti, a dare qualcosa di sé alla squadra, allora diventa devastante. Ecco, potrebbe essere un calciatore da Napoli, ma dovrebbe essere meno egoista.”
Guardiamo un attimo in casa Inter: come andrà a finire la vicenda Lookman?
“Secondo me questa è una storia che andrà avanti ancora per un po’. Il problema vero non è quanto costi Lookman, ma se l’Inter possa permettersi di spendere quei soldi. Tutti parlano dei conti dell’Inter, ma quando si entra nei dettagli, arrivano i soliti esperti a dirti che le regole lo permettono, che non ci sono problemi, e così via. Però poi, se fosse stato il Napoli a muoversi su certe cifre, ci sarebbe stata un’altra narrazione. Forse sarebbe il caso di sistemare i conti prima di fare mercato. In Italia abbiamo bisogno di una riorganizzazione profonda, a partire dalla politica e a seguire tutto il resto. Io l’ho sempre detto: se si vuole sistemare il calcio italiano, bisogna che chi sbaglia, paghi. Basta vedere quello che è successo ancora quest’anno: il caso Brescia, le situazioni grottesche in Serie C e D, dove a oggi non sappiamo ancora chi parteciperà o meno ai campionati. È assurdo. In Francia, il Lione è stato escluso dal calcio professionistico. In Italia, invece, ci complichiamo la vita. Servono poche regole, ma chiare, e soprattutto devono essere fatte rispettare nei tempi giusti. A maggio deve essere tutto chiuso, e il primo luglio bisogna iniziare la stagione sapendo chi c’è, chi ha i conti in ordine e chi no. De Laurentiis, ad esempio, può stare antipatico, ma bisognerebbe fargli una statua. È riuscito a tenere in ordine i conti, rispettando le regole, e oggi si può permettere di fare mercato. Questo dev’essere il punto di partenza per rilanciare il nostro calcio.”