Albertini: "Esonero Ancelotti è il fallimento di un progetto, non si faccia di Carlo il capro espiatorio! Altrimenti Napoli non risalirà, Gattuso merita questa chance"

12.12.2019
10:10
Redazione

Albertini sull'esonero di Ancelotti

Notizie Calcio NapoliDemetrio Albertini ha rilasciato un'interessante intervista alle colonne del Corriere del Mezzogiorno sull'avvicendamento in panchina a Napoli di Carlo Ancelotti e Gennaro Gattuso.

Ha condiviso gli spogliatoi di Milanello da compagno di squadra di entrambi e da allievo di Ancelotti per tredici mesi, prima che Carlo gli preferisse Pirlo e Demetrio a quel punto si decise a partire in prestito all’Atletico Madrid. Le storie dei tre protagonisti si intrecciano fra ricordi, malinconia e affetto.

Albertini che effetto le fa rivedere Gattuso sulla panchina di una grande squadra?

«Sono felice che gli sia stata offerta una possibilità importante, meritatamente dico io visto che aveva fatto bene alla guida del Milan. Lo aveva lasciato con un gesto eclatante, cioè le dimissioni, ma come si suol dire quello che dai poi ti viene restituito».

Passare dalla comfort zone del club di una vita all’ambiente passionale del Sud è un azzardo?

«Premesso che allenare nella società dove si è stato un grande campione non necessariamente è la scelta migliore visto che si alzano le aspettative, penso che con De Laurentiis abbia parlato degli obiettivi da raggiungere. Non solo di classifica, ma pure di comportamenti e di modalità di rigenerazione dell’ambiente».

Riuscirà a riportare il Napoli in Europa?

«Un esonero in generale è una sconfitta per tutti. Spero che di questo a Napoli prendano consapevolezza e non si consideri Carlo il capro espiatorio della situazione altrimenti non vedo i presupposti per una risalita. Mi pare che in queste settimane si siano evidenziati problemi di comunicazione e rendimento altrimenti non sarebbe stato allontanato un tecnico esperto come Carlo. Il momento di rottura per il Napoli è stato il mancato ritiro dopo il Salisburgo: un fattore di gestione, non tecnico. Detto questo, non voglio giudicare le scelte non conoscendo i particolari del caso».

Considera romantico l’avvicendamento fra il maestro e il discepolo?

«Lo è solo per i titolisti dei giornali. Un esonero non ha nulla di romantico. È il fallimento di un progetto. Ci sarà una scossa, ma il Napoli ha più bisogno di continuità che di una scarica elettrica».

Ingeneroso allontanare il tecnico della Decima al Real e dei quattro scudetti conquistati in quattro campionati diversi?

«Eh, qualcosa si è rotto nella notte dell’ammutinamento al ritiro di novembre. Poi sappiamo che il presidente De Laurentiis cambia idea velocemente. Sbaglio o fu lui a dire che lo avrebbe tenuto a vita e casomai sarebbe stato Ancelotti a decidere quando andarsene?».

Per un tecnico così esperto come Ancelotti essere avvicendato con un quarantenne con un curriculum più scarno è frustrante?

«Ma no, entrambi hanno una caratteristica in comune: sono generosi. Magari in un momento di delusione qualche riflessione Carlo l’avrà fatta ma poi avrà pensato “meglio Rino di un altro”. Anzi credo che prima del passaggio di consegne gli abbia offerto la sua chiave di lettura sulla situazione nello spogliatoio. Del resto chi svolge quella professione sa che la precarietà impera».

Notizie Calcio Napoli