Antimafia, Di Lello: "Ecco cosa abbiamo scoperto sulla Juve. Accuse di napoletanità? Ne sono orgoglioso"

16.03.2017
21:00
Redazione

L’onorevole Marco Di Lello, presidente comitato mafia e sport della commissione antimafia, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Linea Calcio, trasmissione in onda su Canale 8: “Nessuno può accusarmi di napoletanità anche perché posso esserne solo orgoglioso. Spero che la vicenda sia conclusa, non è colpa mia se la procura di Torino ha aperto un’inchiesta sulla Juventus e non sul Napoli. Ci occupiamo di mafia in tutte le sue sfaccettature, pare ci sia stata una sorta di patto tra la Juventus e la sua tifoseria e se così fosse per noi è inaccettabile. Questo vale per tutti i club. Il nostro obiettivo è liberare gli stadi dalla criminalità organizzata e dal tifo violento, io lavoro in questa direzione ma forse a qualcuno questo ha dato fastidio, ma di sicuro non mi farò intimidire.

L’Italia è un paese di curve, ci si divide su tutto ma quando si parla di queste cose serie non sono accettate insinuazioni ma, ripeto, essere napoletani è motivo d’orgoglio per me. Mi è stato chiesto scusa, la vicenda è chiusa ma ovviamente continueremo nell’indagine perché, settimana dopo settimana, purtroppo emerge la fondatezza delle nostre preoccupazioni. Presto sentiremo Tavecchio e i presidenti di Lega A, B e Lega Pro. Dev’esserci uno sforzo comune da parte di tutti. Inoltre vogliamo eliminare definitivamente il fenomeno bagarinaggio, l’inchiesta di Torino conferma che con i ricavi si finanzia la droga e si aiutano le famiglie dei carcerati”. 

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