
Rolando Bianchi: "Toro, prendi Verdi. Grassi sarebbe la scommessa giusta!"
L'ex Torino Rolando Bianchi è stato intervistato dall'edizione di Tuttosport.
Bianchi, che stagione è stata quella appena conclusa per il Torino?
«Sicuramente positiva. La squadra ha ottenuto risultati importanti, e ha siglato il record di punti in campionato (63, da quando la vittoria vale 3 punti, ndr). Il merito è anche di Mazzarri, che punta sempre sul risultato finale. L'ho sempre detto che lui è l'allenatore perfetto per questo Toro».
Il rammarico è sicuramente la mancata qualificazione in Europa, non trova?
«Se il Toro si fosse qualificato in Europa League l'avrebbe meritato. Alcune partite e qualche risultato negativo hanno finito per essere la chiave della mancata qualificazione. La squadra, in generale, ha giocato un buon calcio. Questa è una società con una grande solidità e le strutture idonee per crescere ulteriormente».
Per l'Europa, adesso, si attende la sentenza della Uefa che potrebbe estromettere il Milan e ripescare il Torino...
«Aspettiamo il responso dell'Uefa. Per il Torino sarebbe ottimo ritornare in Europa League. Lo merita anche la tifoseria, che è incredibile nell'incitare i giocatori in campo».
Si aspettava la grande alchimia fra la squadra e Mazzarri?
«Lui è uno degli allenatori a cui mi ispiro insieme con Conte, Gasperini, Guardiola e Simone Inzaghi. Al mister sono mancati due o tre elementi importanti che avrebbero permesso alla squadra di fase il salto decisivo, soprattutto sugli esterni. Sia De Silvestri che Ansaldi hanno disputato una stagione eccezionale, ma storicamente le squadre di Mazzarri creano molto sulle corsie, e lì è mancata qualche alternativa».
Lei, che al Toro è stato attaccante e capitano, vede in Belotti il suo erede come bomber e guida per squadra e tifosi?
«Belotti è un giocatore importante. Noi due siamo diversi, sia nel modo di giocare che nel carattere. Io sono un po' romantico, e mi piacciono le bandiere, anche se adesso ce ne sono sempre meno, soprattutto per questioni economiche. Rappresentare il Torino significa rappresentare una fra le realtà più belle e passionali nel panorama italiano. Se entri nel cuore dei tifosi, poi non ne esci più. La gente si identifica in te, è un aspetto molto bello del calcio. Penso che Belotti possa essere il simbolo di un Toro che sta tornando a grandi livelli».
E lei, contro il Sassuolo, era al Grande Torino: cosa ha pensato dopo la rovesciata del Gallo?
«Ha dimostrato di avere una grande coordinazione, mi è piaciuto come è andato aggressivo sul pallone. È un gol da far vedere e rivedere, perché la gente va allo stadio anche per quello».
Le reti siglati nel finale di stagione gli hanno permesso di tornare in Nazionale...
«Lui e Fabio (Quagliarella, ndr) sono due ragazzi che stanno facendo molto bene, due attaccanti che hanno meritato questa convocazione. Mi piace la gestione del gruppo da parte di Mancini, che stuzzica alcuni giocatori durante l'anno per fargli dare il meglio in ottica azzurra».
E Zaza? Come giudica la sua stagione?
«Su di lui vado controcorrente, perché tanti lo criticano. A me piace tantissimo. Se messo nelle condizioni giuste, può fare la differenza, perché ha grande qualità tecnica e attacca benissimo la profondità. Ha bisogno, come tanti attaccanti, di avere fiducia e sentirsi importante: in quel modo diventa devastante».
Merita di restare al Toro?
«Spero possa rimanere, perché ancora il meglio per lui deve venire. Onestamente non vedo alternative superiori a Zaza, che con la sua esperienza può essere un valore aggiunto per questa squadra. Mazzarri alterna il 3-5-2 al tridente offensivo, dove magari vuole gente che salta l'uomo. Lui potrebbe giocare anche sull'esterno, ma in generale con Belotti può starci benissimo».
Lo zoccolo duro italiano formato da Izzo, Sirigu, Nkoulou, Rincon, Baselli, Belotti Ansaldi e De Silvestri può essere un valore aggiunto per la squadra?
«Assolutamente si. Sirigu è un gran giocatore, così come gli altri. Avere tanti italiani in rosa è un aspetto importante anche per la crescita dei giovani. Fra un italiano e uno straniero dello stesso livello, sceglierei sempre il primo».
Come dovrebbe muoversi il Toro sul mercato? Che giocatori servono?
«Come ho detto prima, sicuramente dei ricambi sugli esterni. Ci vogliono alternative di pari livello dei titolari, e solo così si potrà fare il salto decisivo. Anche in difesa e a centrocampo qualcosa bisognerebbe fare».
Può farci qualche nome?
«Sinceramente vedrei bene in granata Manuel Lazzari della Spal sulla fascia destra. Roberto Pereyra può essere un ottimo innesto, e se veramente è stato il tecnico a richiederlo significa che intravede in lui le qualità giuste per far fare il salto di qualità alla squadra. In mezzo scommetterei anche su Alberto Grassi del Parma (ma di proprietà del Napoli, ndr), che ha fatto fatica in questa stagione ma potrebbe far bene al Toro. In avanti, invece, ho due nomi...».
Prego, ci dica.
«Mi piacciono Rodrigo De Paul dell’Udinese e Simone Verdi del Napoli. Il primo sarebbe un colpo molto importante, facendo un sacrificio economico. Verdi, invece, mi piacerebbe rivederlo a Torino (ha indossato la maglia granata dal 2011 al 2013, 16 presenze in totale fra serie A e B, ndr): adesso è maturato tantissimo, gioca bene sia col destro che col sinistro e al Bologna si è consacrato. Quest’anno a Napoli non ha avuto tanto spazio, ma è un giocatore che ha le caratteristiche giuste per imbeccare gli attaccanti. Sarebbe un valore aggiunto per la squadra. Non ho dubbi che questo Toro possa tornare ad altissimi livelli in breve tempo».