Cavani, l'ex agente: "Sapevo di Osimhen in arrivo a Parigi. E vi anticipo un'altra cosa..."

04.07.2024
14:30
Redazione

Calciomercato Napoli, novità sul futuro di Osimhen

Calciomercato Napoli - A -  “1 Football Club - speciale calciomercato”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Claudio Anellucci, agente FIFA. Di seguito, un estratto dell’intervista.

Calciomercato Napoli, ultimissime su Osimhen 

Ieri pare sia arrivato Osimhen a Parigi…

“Qualcosa sapevo. Non se fisicamente fosse a Parigi, ma sapevo di movimenti del suo entourage. Conoscendo come si muove il Paris, se c’è stata la convocazione del giocatore in città, vuol dire che vogliono chiudere in breve la situazione. L’11 il Napoli va in ritiro e, di conseguenza, il mister vorrà avere un minimo di linearità, di base da cui ripartire. Avere Osimhen lì soltanto per pochi giorni, non sarebbe proficuo per nessuno. La convocazione del nigeriano al ritiro è d’obbligo, ma è anche di rito. Sia il club che l’entourage del calciatore stanno lavorando per evitare gli inconvenienti relativi alla presenza dell’attaccante al ritiro”.

La Lazio è vicina alla cessione di Castellanos, ma come verrà sostituito il Taty?

“Quando si parla di plusvalenze così, è normale che un giocatore debba andare. È una operazione che fa bene a tutti, con il calciatore che percepirà di più e la Lazio che percepirà molto più di quel che ha speso”.

Zirkzee è definitivamente sfumato per il Milan?

“E’ sempre fantascienza leggere quei numeri e pensare che un club attento come il Milan possa sottostare a determinate richieste, anche se per me hanno un altro nome. Oggi come oggi, il calcio sta cambiando radicalmente. Sono richieste che sono folli, nessuno dovrebbe assecondarle. Inoltre, non è un calciatore adatto al Milan. Non è una punta né un trequartista. In Inghilterra, qualche club che possa spendere determinate soldi, relativi alle procure, potrebbe esserci”.

Le commissioni degli agenti sono un problema serio per il nostro calcio?

“Oggi posso dire che, quando facemmo l’operazione con il Palermo per Cavani, chiudemmo l’operazione al telefono con Rino Foschi, senza avere nulla di scritto. Quando si sta tra persone perbene e capaci, le operazioni si possono concludere anche al telefono. Quando arrivammo a Milano per concretizzare, rimanemmo chiusi in albergo tutto il giorno. Eppure, un dirigente, ancora oggi di spicco per il nostro calcio, ci fece un assalto per convincerci a chiudere con la sua società. Avremmo potuto cedere, l’offerta era allettante. Chiamammo Foschi al telefono, lo avvisammo e gli ribadimmo che non avremmo indietreggiato. Dopo quattro minuti, Foschi arrivò in albergo e cominciò a strillare come un forsennato. L’altro dirigente fu accompagnato alla porta. Vi racconto questo aneddoto per farvi capire quanto contasse la parola tra dirigenti perbene”. 

Nel calcio moderno vede dei signori stile Rino Foschi?

“Mi è molto difficile… Manna? Non lo conosco, quindi non posso permettermi di giudicarlo. Posso dire che, come c’è stato un peggioramento sul campo, così c’è stata una grossa discesa verso il basso nella parte dirigenziale”.

La Juventus ha accorciato il gap dall’Inter?

“Non so se ha accorciato il gap. L’Inter è una squadra destinata a vincere, con investimenti molto intelligenti anche in questa sessione, senza cedere nessuno del gruppo vincente dello scudetto. Il gap è ancora molto ampio con le inseguitrici. Anche la Juventus, però, sta facendo un mercato molto intelligente. Thuram è stato portato a casa, e Koopmeiners è un calciatore capace di spostare l’asticella. Poi, c’è il dilemma Thiago Motta. È uno dei migliori tecnici emergenti, ha fatto la gavetta e credo che sia il giusto riconoscimento arrivare alla Juve. Giuntoli gli sta garantendo dei giocatori funzionali”.

Dopo Buongiorno e Marin come si muoverà il Napoli?

“Intanto, oggi come oggi serve sempre la certezza di poter avere certi giocatori. Se Buongiorno e Marin arrivassero concretamente al Napoli, si sarebbe fatto poco. Vanno messi dei puntini molto chiari sulle situazioni Kvara, Di Lorenzo e di tutti gli scontenti. Altrimenti, Conte non sarebbe felice. Il tecnico leccese non tiene giocatori scontenti, ha bisogno di certezze”.

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