Chiariello: "Lo scudetto è uno tsunami economico, solo i tifosi lo vogliono. Ecco perchè non sono ipercritico con De Laurentiis"

06.08.2016
17:45
Redazione

Perchè non sono ipocritico con Aurelio De Laurnetiis. Visto che ci siamo, allora chiariamo anche quest'ultimo punto. Mi sono già espresso favorevolmente nei confronti della Presidenza De Laurentiis in varie occasioni. Molti mi chiedono perché mi sono AMMORBIDITO con le critiche alla società ed in particolare ad Aurelio De Laurentiis. Ironicamente mi chiedono di non considerarlo un benefattore, almeno. Qua non c'è nessun benefattore. Sia chiaro. Ma l'accusa che voi muovete al presidente è di fare i suoi interessi, e quindi di piegare il Napoli ai suoi desideri di guadagno, e quindi di "mangiarci sopra" (da cui i noti epiteti), al punto che molti si sentono presi in giro. Sbagliatissimo. Anzi io rilancio: voi dite che il romano fa calcio per business e persegue solo i suoi interessi? Benissimo, anzi spero li sappia fare. Perché nessuno compra una società di calcio per rimetterci a meno che non debba scaricare ricavi di gruppi industriali che vanno a tasse, cosa nel passato ammissibile, oggi un po' meno. O logiche che non ci appartengono di sceicchi, mafiosi russi etc e soggetti vari che devono ripulire il denaro. La cosa che conta è che i suoi interessi siano coincidenti con i nostri. Mantenere il Napoli ad alti livelli è sicuramente negli interessi del presidente, che solo così può chiudere in attivo, ed anche il nostro. Vincere lo scudetto no, è solo un nostro desiderio. Detto tra noi è anche il suo, lo so per certo perché ho amici che lo frequentano (non io), ma non è disposto a svenarsi per vincere, perché ha chiaro che uno scudetto è uno Tsunami economico per le società che lo vincono, in termini di tetti ingaggi che esplodono, premi etc. Io l'ho chiamato 'sindrome della Mantide religiosa, che attira ma il cui abbraccio è mortale. Ed allora mi chiedo: devo arrabbiarmi o accettare questo stato di cose? Io ho scelto, memore degli ultimi 15 anni pre Aurelio: sono contento di avere un Napoli da vertice, e pazienza che lo scudetto non arrivi. E chissà che, a furia di stare a ridosso della prima, non capiti l'annata giusta che si vinca pure. Ma solo a questa condizione. Io 15 anni come quelli passati prima del 2004 non li voglio rivivere più. Ed oggi un Maradona in Italia non potrebbe mai arrivare. Vi ho già spiegato che l'avvento dei diritti televisivi ha peggiorato le cose, e che oggi la competizione è globale, per cui l'ultima delle Premier inglese incamera quanto la Juve. Io capisco che il tifoso vuole sognare, ma io per ruolo e per mentalità sono costretto a fare i conti con la realtà. E la realtà è questa. Ciò non toglie che al ruolo di stimolo e sprone a fare bene nei confronti della società non abdico. Perchè bisogna essere più bravi degli altri, ed organizzativament eil Napoli è molto indietro. Lazio inclusa, ad esempio. C'è molto lavoro da fare, e la soglia dell'attenzione critica va tenuta alta. Perché solo con critiche costruttive si può cooperare tutti al fine di volere il bene della nostra amata squadra. Criticare a prescindere o prendere posizioni faziose non serve a nessuno. Tantomeno alla mia credibilità, l'unica cosa a cui tengo per davvero e che spero di essermi guadagnato in tanti anni di professione, al di là dell'essere d'accordo o meno su questo o quell'allenatore, quel giocatore, etc.

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