
Chiariello: "Vicenda stadio e centro sportivo? Poniamoci una domanda su ADL, girano cifre incredibili"
Oggi su CRC, radio partner della SSC Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Umberto Chiariello”, quest’ultimo è intervenuto con il suo punto, analizzando le tematiche del giorno. Di seguito le parole di Umberto Chiariello:
«Poniamoci una domanda, ma se questo temporeggiare di Aurelio De Laurentiis sulla vicenda dello stadio avesse uno scopo ben preciso? Innanzitutto, dobbiamo distinguere i due temi del centro sportivo e quello dello stadio per entità della spesa, durata dei lavori e questioni politiche. Il centro sportivo è stato legato alla questione stadio per un solo motivo, se fare tutto insieme o distinguere le cose: il presidente del Napoli e tutta la dirigenza avevano in ballo una serie di ipotesi. C’era l’ipotesi in cui si potevano fare in un unico posto sia il centro sportivo e sia lo stadio oppure quella in cui si potevano costruire in due posti diversi. C’era anche l’ipotesi di spezzare il centro sportivo in due parti, una per la prima squadra e l’altra per le giovanili. Tutto dipende anche dai terreni che si trovano per costruire e sviluppare i progetti.
Non è affatto vero che Le Piane, ovvero i terreni dei Coppola, il Napoli li abbia comprati. C’è una trattativa in corso e le cifre si aggirano sui cinque milioni di euro. Fare il centro sportivo potrebbe costare altri 50 milioni ma, chiarisco, tiro i numeri a caso poiché non ho visto il piano dei conti. Quindi vado per un’idea in base anche a quello che hanno speso altri per i loro progetti. Le cifre possono variare dai 50 a 200 milioni, quindi cifre incredibili. Il centro sportivo per decollare deve avere una serie di caratteristiche. L’area deve essere di circa 30 ettari per dodici campi con annessi e connessi, lo stadio per la Primavera, i campi della prima squadra, gli uffici, gli spogliatoi, la lavanderia, la foresteria, la zona ristorazione, gli uffici con la sala visione, convegni e la sala stampa.
Bisognava trovare dei terreni e delle zone disponibili e prontamente edificabili con destinazione d’uso, senza lacci e lacciuoli burocratici. A questo punto sembra che la trattativa tra il Napoli e i Coppola stia procedendo in maniera concreta. Se le parti dovessero trovare un'intesa, i lavori potrebbero iniziare la prossima estate e, in base al contratto triennale che ha firmato con il Napoli l’estate scorsa, Conte potrebbe essere il primo allenatore ad inaugurare il nuovo centro sportivo. La zona di Le Piane è una zona che per via automobilistica è facilmente raggiungibile ed è molto vicina all'attuale training center. C’è anche una ferrovia molto vicina a Villa Literno, l’aeroporto di Grazzanise nei pressi e si creeranno tutte le infrastrutture del caso.
Adesso il Napoli potrà avere il mattone, decisivo per fare un ulteriore salto in avanti. Da tutta questa vicenda mi sorgono spontanee delle domande: vuoi vedere che De Laurentiis, che ha più conoscenze di noi nel mondo della politica, dell’informazione e della stampa, non abbia tatticamente aspettato che passasse la legge sul calcio perché sapeva che sarebbe arrivato un commissario e dei fondi, poiché il pnrr non si può usare per gli stadi, e che si potranno trovare delle vie burocratiche più snelle? De Laurentiis era a conoscenza che con il nuovo decreto sul calcio si stava arrivando a dama sulla materia? Più ci penso, più il mio dubbio diventa sostanza. Credo che De Laurentiis abbia un piano in testa molto chiaro ma non vuol dire che abbia deciso dove fare lo stadio.
Le ipotesi sono tante: Ponticelli a Napoli Est, Afragola e il restyling dello stadio Maradona. Per ricostruire lo Stadio Maradona, il sindaco Manfredi vuole partire dal terzo anello per evitare che il Napoli possa avere un danno economico rilevante. In uno stadio moderno oggi si devono fare una marea di cose, ovvero significa ricostruirlo da capo con dei costi enormi e delle perdite aggiuntive importanti per i mancati guadagni ed anche con tutta una serie di disagi che dureranno per anni. La partita sullo Stadio Maradona continua, il Comune non intende arrendersi. Non so se De Laurentiis possa cedere, a patto che possa fare come hanno fatto a Milano, ovvero di acquisire la proprietà del stadio Maradona poiché su questo non transige. Il centro sportivo e lo stadio devono essere di proprietà del Napoli poiché il Napoli deve patrimonializzare le strutture e ciò significa rendere sicuro e forte il valore economico della società.
Una delle corsie preferenziali del decreto sul calcio che prevede 20 punti in discussione è il proprio quello riguardante gli stadi, data l’emergenza di Euro 2032. De Laurentiis ha atteso, adesso è partito per Los Angeles e rientrerà tra non molto e avrà le idee più chiare. Ha preferito non dire una parola poiché c’era molta acqua sotto i ponti, tra il mercato, la richiesta di rinvio a giudizio e il big match tra Napoli e Inter. Ed ora il decreto calcio. Il silenzio è stato giusto e tatticamente doveroso. Stiamo arrivando al momento in cui il Presidente parlerà dello stadio e tutto questo verrà chiarito. Colgo da notizie a mezzo stampa che il tema stadio avrà un impulso enorme e colgo in De Laurentiis la voglia di far prendere il volo alla situazione. Si entrerà nel vivo della vicenda appena il governo emanerà nuove norme.
Sulla vicenda stadio è possibile che il consenso sia generale in parlamento e che si arriverà presto ad una conclusione. Allora De Laurentiis potrà avere altri strumenti per decidere cosa fare con lo stadio Maradona oppure per costruire uno stadio nuovo ma allora bisognerà capire dove, come e quando. Ci sono nuovi protagonisti nella vicenda che sono il Ministro Abodi e il Governo che stanno per licenziare nuove norme e tagliare un traguardo importante con il reperimento di nuovi fondi affinché si realizzino impianti nuovi e moderni. È giusto che De Laurentiis attenda e sappia sfruttare con tempismo la nuova legge che darà impulso ai nuovi stadi in Italia».