Corbo: "Il Napoli ha immaginato di vincere prima di giocarla. Hamsik ha deluso, deve recuperare credibilità"

16.02.2017
00:40
Redazione

Antonio Corbo, giornalista, ha commentato la gara tra Real Madrid e Napoli nel suo consueto editoriale:

La velata polemica di De Laurentiis può essere una scossa utile. Non per Sarri, ma per la squadra. Non tutti i giocatori hanno capito che la bellezza è un vanto, ma non prevale mai su qualità, potenza, concretezza. Il Napoli ha immaginato di vincere ancora prima di giocare. Il gol iniziale doveva esaltarlo, ha invece depresso alcuni uomini chiave. Peccato. Si può ancora rimediare, le imprese sono queste, due settimane bastano per una riflessione. Non si può dimenticare Hamsik. Ha deluso il capitano.
Deve recuperare credibilità nella partita di ritorno. Altrimenti i successi futuri del Napoli sono subordinati all'acquisto di un leader con grande personalità, che a Madrid è mancata. Giro agli amici del Graffio il commento scritto per Repubblica Napoli.

All’appuntamento con la storia brucia tutti sul tempo l’insospettabile Insigne, il monello che porta Napoli nella faccia, nel dialetto, nel cuore. La partita ed il sogno cominciano nello stesso minuto, l’ottavo, troppo presto per illudersi. Ma abbastanza vale quel gol nella porta spalancata del chiacchierato Keylor Navas, irrequieto straniero del Costarica. Quel gol rende nervosi i giganti del calcio mondiale. Ed è un inganno per il Napoli: si sgonfia lentamente, per eccesso di sicurezza di alcuni, per la nostalgia che appanna gli spagnoli Callejon e Albiol, ma anche perché diventa sempre più debole l’argine a destra, dove il Real Madrid monta la sua catena di sinistra, quella che in Italia è l’irresistibile base operativa del Napoli.

Zidane fa scorrere il primo tempo scommettendo su un solo tema tattico. Arrivare sulla trequarti e mandare traversoni al centro, perché ha capito che di testa può riequilibrare l’incontro. Ha l’uomo giusto: il francese Benzema lascia a mezz’aria Albiol per segnare il primo. Solo il terzo degli spagnoli trasferiti a Napoli, Reina, mette per una ventina di minuti in freezer il pareggio. Il Napoli intanto rallenta ancora, perde quota nei giocatori chiave: innanzitutto Hamsik che gira a vuoto, poi in Callejon che non sfrutta il temerario avanzare di Marcelo, quindi Zielinski ridimensionato da Toni Kroos. Il centrocampo del Napoli è retto da Diawara, essenziale e lucido mentre dinanzi a lui afferrano il dominio della gara i mediani Modric e James Rodriguez, il colombiano inserito a sorpresa da Zidane per rendere più offensivo il real.

James, la stella della Colombia nel mondiale 2014, si sposta a sinistra ed è un altro anello importante della catena. James tesse per Modric, mentre Kroos e Casemiro contrastano con inserimenti repentini, non a caso sono proprio loro a segnare altri due gol, quelli che bruciano sulla pelle del Napoli. Sembrerà strano, ma quei gol coincidono con il ritorno in campo di un Napoli più tonico, ed il Real che recupera.

Non si può arrivare a Madrid e sopportare la fioca presenza del campionato: Hamsik subisce nella più prestigiosa sede internazionale una penosa sostituzione, proprio lui che aveva promesso l’infinito ai tifosi nelle interviste dolciastre che gli riescono meglio delle partite più scabrose. Sarri mostra il suo disagio quando è costretto a ritirare proprio Hamsik, dopo aver già sostituito Zielinski con Allan. Nel cambio c’è tutta la sua ribellione al 3-1: dentro Milik, un attaccante nella speranza di segnare almeno un altro gol, che valgono tanto in trasferta. Il 3-1 lascia ancora qualche speranza ma chiede una riflessione: non basta convincersi che l’estetica sia tutto, potenza e qualità prevalgono sulla bellezza. Più fisicità e concretezza possono ancora cancellare questa notte agrodolce, arrivederci al 7 marzo.

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