Demme: "Fiero di avere le figlie napoletane! Cosa mi manca di Napoli e la rabbia nel finire fuori rosa"

22.08.2024
09:20
Redazione

Vi riportiamo alcuni passaggi su Napoli e l'esclusione, dall'intervista di Diego Demme per Il Mattino

L'edizione odierna de Il Mattino di Napoli ha intervistato Diego Demme. Risposte senza giri di parole sul crollo post-scudetto, per l'ex centrocampista della SSC Napoli che ha parlato anche della sua avventura al Napoli. Ecco un passaggio su questo tema:

L'intoccabile che diventò improvvisamente riserva di lusso.

«Il destino. Mi feci male in una assurda amichevole a Dimaro e subito dopo Lobotka è esploso. E per me è diventato difficile riprendere quel posto da titolare».

Diego Demme ora è rinato: non solo titolare all'Hertha Berlino ma anche capitano. Che cosa le manca di Napoli?

«Alzarmi la mattina senza vedere il mare e il Vesuvio fa un certo effetto dopo tutti questi anni. Io ho sempre sentito quella città come casa mia, sono cresciuto nei racconti di mio padre di Napoli e del suo idolo, Maradona».

E del Napoli cosa le manca?

«Se penso all'ultimo anno, poco... E ammetto che è stato difficile accettare l'esclusione dalla rosa dopo la buona partita giocata con la Lazio. Fu il mio procuratore ad avvisarmi. Una brutta ferita, che ho sempre compreso poco. Ho provato rabbia, scontento. Anche perché per la squadra era un periodo difficile, avrei fatto di tutto per dare una mano a farla rialzare. Ma ho accettato senza fare polemiche, anche perché non mi pare di essere stato l'unico ad avere problemi all'ultimo anno di contratto».

Ma con Lobotka siete amici?

«Certo, siamo arrivati praticamente insieme. Lui ha avuto subito dei problemi, poi io l'infortunio al ginocchio. Mi è sempre piaciuto come uomo e come calciatore e non mi sono mai sentito un suo rivale».

Ha mai chiesto spiegazione per la sua esclusione?

«Non avrebbe avuto senso. Hanno preso una decisione e io non potevo farci nulla. Se non aspettare il momento di tornare a giocare».

Con chi ha legato di più negli anni napoletani?

«Eravamo un gran gruppo di amici. Però con Petagna, Mertens e Fabian i contatti sono ancora molto frequenti».

Aveva ragione suo padre, ne è valsa la pena venire a Napoli?

«Lui è tifoso di Maradona, mi chiamo Diego in suo onore. Sono fiero che le mie figlie portino sui documenti che sono nate in questa meravigliosa città. Quando andranno in giro per il mondo e vedranno il passaporto, avranno motivo di essere orgogliose».

Diego Demme
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