Giulio Tarro: "Così scovai il colera, Coronavirus? Il caldo aiuterà e in spiaggia si andrà senza mascherine"

17.04.2020
09:10
Redazione

Intervista a Giulio Tarro

Notizie - Giulio Tarro - classe 1938, laureato all'Università Federico II con il massimo dei voti, allievo di Sabin (il virologo cui si deve il vaccino contro la poliomielite) e poi due volte candidato al Nobel per la Medicina - racconta alcune tappe della sua vita in una lunga intervista. 

«Così, tornai a Napoli, anche se il legame con l'America è sempre rimasto forte. Quando scoppiò il colera, ero a New York. Giugno 1973. Nella Fifth Avenue c'era la libreria Rizzoli, che vendeva i giornali. Comprai il Corriere della Sera, in prima pagina Colera a Napoli. Salii sul primo aereo e rientrai. Mi vaccinarono all'aeroporto di Fiumicino, per darmi la possibilità di lavorare in sicurezza».

Come affrontò l'epidemia? «Con calma: da Sabin avevo visto ben altro. In ogni caso, il problema era isolare il vibrione al più presto. Lo trovammo in una partita di cozze tunisine e l'allarme rientrò»

Coronavirus: cosa ne pensa? «Non prevedo mascherine sulla spiaggia. Con l'arrivo del caldo, finirà tutto; prova ne è che alle latitudini africane il Covid non attecchisce. Dobbiamo stare tranquilli, le misure necessarie sono state prese, bisogna solo aspettare». 

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